Giuliano Slataper

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Giuliano Slataper
NascitaTrieste, 10 ottobre 1922
MorteArnautowo, 26 gennaio 1943
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
CorpoAlpini
RepartoBattaglione “Tirano”, 5º Reggimento alpini, 2ª Divisione alpina “Tridentina”
Anni di servizio1940-1943
GradoSottotenente di complemento
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna di Russia
BattaglieOffensiva Ostrogorzk-Rossoš
Battaglia di Nikolaevka
dati tratti da I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro[1]
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Giuliano Slataper (Trieste, 10 ottobre 1922Arnautowo, 26 gennaio 1943) è stato un militare italiano. Sottotenente degli alpini, fu decorato con Medaglia d'oro al valor militare alla memoria per il coraggio dimostrato in combattimento durante la seconda battaglia difensiva del Don.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Trieste il 10 ottobre del 1922,[1] figlio minore di Guido[N 1] e Almira Bernardino.[1] Iscritto al Politecnico di Milano, dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno del 1940, si arruolò volontario nel Regio Esercito non ancora diciottenne. Ammesso a frequentare la Scuola Allievi Ufficiali della Specialità Alpina[1] a Bassano del Grappa, ne uscì nel marzo del 1941 con la nomina a sottotenente di complemento.[1] Assegnato al Battaglione “Tirano”[2] in seno al 5º Reggimento alpini[2] inquadrato nella 2ª Divisione alpina "Tridentina",[2] partì per il Fronte Orientale[3] il 20 luglio del 1942.[1] Inquadrato nell'ARMIR, fu ucciso il 26 gennaio 1943, colpito da colpi di arma da fuoco al torace e alla testa, durante il corso dei combattimenti nei pressi di Arnautowo.[3]

Dopo la sua morte gli fu conferita la Medaglia d'oro al valor militare[2] alla memoria, e il Politecnico di Milano gli concesse la laurea “ad honorem” in ingegneria.[1] Alla sua memoria e a quella del cugino, Scipio Secondo, è intitolato il Bivacco Slataper, posto a 2.650 metri nelle dolomiti bellunesi, comune di San Vito di Cadore.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Educato ad una severa disciplina militare, che gli veniva spontaneamente suggerita da una eroica tradizione di famiglia, sapeva, per ogni dove, con l’esempio, fare del proprio plotone un pugno di animosi più volte distintisi per aver portato a termine ardue e pericolose puntate nel solido schieramento nemico. Durante il gelido estenuante ripiegamento, assolveva importanti e delicati compiti, partecipando ad aspri combattimenti e sopportando con stoica fermezza, benché febbricitante i più duri disagi. Durante una grave crisi, slanciatosi volontariamente nella mischia alla testa dei suoi alpini, attaccava deciso una postazione nemica e l'annientava in un ardito assalto con bombe a mano, permettendo il proseguimento della colonna. Benché gravemente ferito al viso si risollevava e con rinnovato impeto trascinava i propri uomini all’inseguimento di un gruppo di fuggiaschi. Ferito una seconda volta mortalmente, in un estremo sforzo di volontà, estraeva l’ultima bomba a mano e la lanciava contro il nemico. Degno continuatore di una stirpe di eroi cadeva fiero di poter offrire la giovane vita in olocausto alla Patria, il suo ultimo saluto di soldato e di cittadino suonava ancora una volta di suprema sfida all’avversario gridando: "Viva l’Italia! Viva il 5º Alpini!". Medio Don – Arnautowo (Fronte Russo), 9 settembre 1942–26 gennaio 1943

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Guido Slataper, volontario giuliano durante la prima guerra mondiale, conquistatore del Monte Santo nel 1917 decorato di Medaglia d’oro al valor militare a vivente.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g Bianchi, Cattaneo 2011, p. 455.
  2. ^ a b c d Bianchi, Cattaneo 2011, p. 454.
  3. ^ a b Zeller 2011, p. 5.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]