Giovanni Zanelli

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Giovanni Zanelli
NascitaPalazzolo sull'Oglio, 31 luglio 1911
MorteErto, 10 novembre 1963
Cause della morteincidente aereo
Luogo di sepolturaRoma
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Aeronautica
Aeronautica Militare Italiana
SpecialitàBombardamento
Reparto114º Gruppo Autonomo Bombardamento Terrestre
Anni di servizio1932-1958
GradoCapitano
ComandantiUmberto Klinger
GuerreSeconda guerra mondiale
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Decorazionivedi qui
Dati tratti da Tre eroi dimenticati[1]
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Giovanni Zanelli
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Ginnastica artistica
Specialità Anelli, Sbarra
Società Pro Patria Milano
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Giovanni Zanelli (Palazzolo sull'Oglio, 31 luglio 1911Erto, 10 novembre 1963) è stato un militare, aviatore e ginnasta italiano. Pluridecorato pilota da bombardamento e trasporto di grande esperienza della Regia Aeronautica, combatte durante la Seconda guerra mondiale. Dopo la fine della guerra fu uno dei primi piloti di elicotteri della ricostituita Aeronautica Militare Italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Palazzolo sull'Oglio (provincia di Brescia, il 31 luglio 1911, e nel corso del 1914 la sua famiglia si trasferì a Milano dove, a partire dal 1927, fu un valente ginnasta presso la Società Pro Patria, gareggiando con ottimo successo fino al 1931.[2]

Il 13 luglio 1931 iniziò a frequentare la Scuola di aeroturismo Emilio Pensuti di Taliedo, dove conseguì il brevetto di pilota civile a bordo di un Aviatik di preda bellica.

Nel maggio 1932 entrò nella Regia Aeronautica come sottufficiale pilota, assegnato al 3º Stormo Caccia Terrestre di Bresso. Nel 1936 fu trasferito in qualità di istruttore presso il 10º Stormo Bombardamento Terrestre,[3] equipaggiato con i trimotori da bombardamento Savoia-Marchetti S.M.81,[4] partecipando l'8 maggio 1938 alla "Rivista H" in onore del Führer Adolf Hitler in visita in Italia, tenutasi sull'aeroporto di Furbara.

Poco prima dell'entrata in guerra dell'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, fu trasferito al 12º Stormo Bombardamento Terrestre di base sull'aeroporto del Littorio a Roma, equipaggiato con i bombardieri Savoia-Marchetti S.79 Sparviero.[5] Allo scoppio delle ostilità combatte sul fronte francese,[6] seguendo poi il suo reparto quando fu trasferito a Rodi, sull'aeroporto di Gadurrà, partecipando a numerose azioni. Nel corso del 1940 fu decorato con due Medaglie di bronzo al valor militare per aver colpito una nave nemica (19 luglio)[7] e per aver partecipato al bombardamento su Alessandria d'Egitto[8] (21 settembre). La Croce di guerra al valor militare gli venne concessa per aver partecipato ad azioni sui cieli della Libia, Egitto e Mediterraneo con il 114º Gruppo Autonomo Bombardamento Terrestre[9] al comando del colonnello Umberto Klinger.[10]

Nel marzo 1941 fu trasferito ai Servizi Aerei Speciali, venendo promosso al grado di Aiutante di Battaglia,[11] diventando Capo equipaggio e decorato con una Medaglia d'argento al valor militare.[9] Fino al dicembre 1942 fu decorato con tre Croci al merito di guerra,[1] due promozioni sul campo e citato numerose volte sul Bollettino di guerra. Il 27 febbraio 1945 fu promosso al grado di sottotenente pilota in servizio permanente effettivo (SPE) per meriti speciali,[12] entrando in servizio presso il 46º Stormo Trasporti, e successivamente presso il Reparto Volo dello Stato Maggiore Aeronautica di Centocelle.

Nel 1954 fu selezionato per partecipare ad un corso di pilotaggio per elicotteri, prestando successivamente servizio come istruttore sull'aeroporto di Frosinone dal 1955 al 1957. Nel 1958 si congedò con il grado di capitano, andando a lavorare come pilota presso i servizi aerei dell'Eni.[9]

Il 10 novembre 1963, ad un mese esatto dalla tragedia del Vajont, mentre era impegnato in una ricognizione sulla zona di Erto il suo elicottero Bell 47J impattò il cavo d'acciaio di una teleferica precipitando al suolo, con la morte di tutti gli occupanti.[1] Oltre a lui perirono gli ingegneri minerari Bruno Conforto e Filippo Falini, entrambi dipendenti dell'ENI mineraria. Lasciava la moglie Ada Anzelotti e i figli Rosanna e Luciano.[9]

Il 21 aprile 2002 gli fu conferita la Medaglia d'argento al valor civile, mentre nel 2004 gli fu intitolata l'aviosuperficie di Porcia.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
— Cielo dell'A.S.I. e del Mediterraneo, 23 dicembre 1940-5 dicembre 1942.
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«In qualità di secondo pilota di apparecchio da bombardamento superando gravi difficoltà derivanti dall'impiego di un velivolo di nuovo tipo, affrontava vittoriosamente, in un lungo e difficile volo notturno, la difesa contraerea di una munita base aeronavale avversaria, portando un forte carico offensivo che sorprendeva il nemico per l'efficacia dell'azione e per la novità dell'impiego, riaffermando così sulle rive del Mediterraneo il genio e il dominio dell'ala fascista.»
— Cielo di Alessandria d'Egitto, 21 settembre 1940.
— Regio Decreto 9 maggio 1941[13]
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Pilota di velivolo da bombardamento partecipava audacemente a diverse e rischiose azioni belliche contro formazioni navali avversarie. In una di queste azioni nonostante precisa e violenta reazione contraerea contribuiva a colpire con successo una unità da guerra nemica.»
— Cielo del Mediterraneo Orientale, 12 luglio-10 agosto 1940.
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Capo equipaggio di velivolo da trasporto partecipava a numerose e rischiose missioni belliche per un complesso di 700 ore di volo, contribuendo validamente ad assicurare la continuità dei collegamenti con le nostre terre d'oltremare. In ogni circostanza dava prova di perizia sagacia e valore.»
— Cielo dell'A.S.I. e del Mediterraneo, 23 dicembre 1940-5 dicembre 1942.
Croce al merito di guerra (3) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'argento al valor civile - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante Pilota, all'indomani del disastro del Vajont si prodigava instancabilmente con il suo elicottero nel soccorso delle popolazioni colpite trasportando vittime, feriti e viveri. Nel corso di un ennesimo volo, per effettuare rilievi, urtava con il suo mezzo il cavo non segnalato di una teleferica e precipitava al suolo sacrificando la vita ai più nobili ideali di umana solidarietà e spirito di servizio. 10 novembre 1963 Vajont (Pordenone).»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Aeronautica n.11, novembre 2011, p. 27.
  2. ^ AleMinga, Commemorazione del Capitano Giovanni Zanelli, eroe palazzolese!, su Associazione MOS, 9 novembre 2016. URL consultato il 12 aprile 2020.
  3. ^ Il Basco Azzurro n.1, gennaio-febbraio-marzo 2011, p. 8.
  4. ^ Brotzu, Caso, Cosolo 1972, p. 37.
  5. ^ Brotzu, Caso, Cosolo 1972, p. 53.
  6. ^ Brotzu, Caso, Cosolo 1972, p. 54.
  7. ^ Brotzu, Caso, Cosolo 1972, p. 58.
  8. ^ Brotzu, Caso, Cosolo 1972, p. 57.
  9. ^ a b c d Il Basco Azzurro n.1, gennaio-febbraio-marzo 2011, p. 9.
  10. ^ Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare1977, p. 256.
  11. ^ Decreto Ministeriale, 31 gennaio 1944, registrato alla Corte dei Conti addì 30 giugno 1945, registro n.4 Aeronautica, foglio n.344.
  12. ^ Decreto Luogotenenziale, 13 luglio 1945, registrato alla Corte dei Conti addì 9 agosto 1945, registro n.1 Aeronautica, foglio n.253.
  13. ^ Registrato alla Corte dei Conti addì 3 giugno 1941, registro n.26 Aeronautica, foglio n.340.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Emilio Brotzu, Michele Caso, Gherardo Cosolo, Bombardieri. Volume 4, Roma, Edizioni Bizzarri, 1972.
  • (EN) Chris Dunning, Combat Units od the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-871187-01-X.
  • Chris Dunning, Solo coraggio! La storia completa della Regia Aeronautica dal 1940 al 1943, Parma, Delta Editrice, 2000, ISBN non esistente.
  • Cesare Gori, Ali d'Italia n.9 SIAI S.79 1ª parte, Torino, La Bancarella Aeronautica, 2000.
  • I Reparti dell'Aeronautica Militare Italiana, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1977 cid=UfficioStoricodell'AeronauticaMilitare1977.
  • Giulio Lazzati, Stormi d'Italia - Storia dell'aviazione militare italiana, Milano, Ugo Mursia Editore, 1975, ISBN 978-88-425-4079-3.

Periodici[modifica | modifica wikitesto]

  • Tre eroi dimenticati, in Il Basco Azzurro, n. 1, Viterbo, Associazione Nazionale Aviazione dell'Esercito, gennaio-febbraio-marzo 2011, pp. 8-9.
  • Tre eroi dimenticati, in Aeronautica, n. 11, Roma, Associazione Arma Aeronautica, novembre 2011, pp. 27-28.

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