Giovanni Tofani

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Giovanni Tofani

Senatore del Regno d'Italia
Durata mandato24 gennaio 1929 –
Incarichi parlamentari
  • Membro della Commissione per l'esame dei decreti registrati con riserva dalla Corte dei conti (10 dicembre 1930-21 marzo 1931. Dimissionario)
  • Membro della Commissione per l'esame dei disegni di legge per la conversione dei decreti-legge (18 marzo 1931-19 gennaio 1934), (1º maggio 1934-3 aprile 1936. Dimissionario)
  • Membro della Commissione per l'esame del disegno di legge "Costituzione e funzioni delle Corporazioni" (8 gennaio 1934)
  • Membro della Commissione per il giudizio dell'Alta Corte di Giustizia (12 dicembre 1938-2 marzo 1939) (17 aprile 1939-5 agosto 1943) Segretario della Commissione dell'economia corporativa e dell'autarchia (17 aprile 1939-25 gennaio 1941)
  • Membro della Commissione delle Forze armate (25 gennaio 1941-5 agosto 1943)
  • Commissario di vigilanza al debito pubblico (3 aprile 1936-2 marzo 1939) (31 marzo 1939-5 agosto 1943)
Sito istituzionale

Dati generali
Titolo di studioLaurea in Ingegneria Industriale
ProfessioneAmministratore d'azienda

Giovanni Tofani (Genova, 27 aprile 1875Roma, 16 luglio 1947) è stato un ingegnere e politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Giovanni Tofani nasce a Genova il 27 aprile 1875. Laureatosi in Ingegneria Industriale nel 1899, fu Consulente Generale della Siemens & Halske per l'elettrometallurgia di Berlino dal 1907 al 1913 e in seguito Direttore degli stabilimenti metallurgici di Saint-Marcel (Aosta). Come ingegnere industriale progettò l'impianto per l'utilizzazione delle acque del Nilo ad Assuan; fu il primo in Italia a produrre il silicio ad alto tenore e fu amministratore delle società Carbon e SICE (Società Italiana Carboni Elettrici) per il potenziamento delle quali sviluppò gli impianti idroelettrici del Tronto iniziando nel 1924 la costruzione della diga del Lago di Scandarello.[1] Fu nominato Senatore del Regno d'Italia il 24 gennaio 1929, effettuando il giuramento e ottenendo la convalida il 18 maggio dello stesso anno. Nella seconda metà degli anni trenta gli viene affidata la presidenza di Cinecittà fino al passaggio di questa nelle mani dello Stato nel 1939[2][3].

Il 7 agosto del 1944 l'Alta Corte di Giustizia per le Sanzioni contro il Fascismo (ACGSF) sottopone il Sen. Giovanni Tofani ad un deferimento rivolto ai "Senatori ritenuti responsabili di aver mantenuto il fascismo e resa possibile la guerra sia coi loro voti, sia con azioni individuali, tra cui la propaganda esercitata fuori e dentro il Senato", provvedendo all ordinanza di decadenza e alla sentenza di cassazione della decadenza. Negli anni a seguire si ritira nella propria residenza a Roma, assistito dalla figlia Giovanna, dove muore il 16 luglio 1949.

Cariche politico - amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Grande Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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