Giovanni Bonanno (militare)

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Giovanni Bonanno
NascitaMisilmeri, 13 settembre 1913
MorteVidauban, 15 giugno 1940
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Aeronautica
SpecialitàRicognizione
Unità172ª Squadriglia
Anni di servizio1938 - 1940
GradoAviere scelto
GuerreSeconda guerra mondiale
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Decorazionivedi qui
dati tratti da Medaglie d'Oro al Valor Militare[1]
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Giovanni Bonanno (Misilmeri, 13 settembre 1913Vidauban, 15 giugno 1940) è stato un militare e aviatore italiano, decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Misilmeri, provincia di Palermo, il 13 settembre 1919-.[1] Dopo aver frequentato la Scuole di avviamento industriale di Palermo fu assunto presso la locale filiale dell'Alfa Romeo.[2] Appassionatosi al mondo dell'aviazione, nel novembre 1938 si arruolò nella Regia Aeronautica.[2] Fu subito inviato alla Scuola tecnica "Bernini" di Napoli dove seguì il 19º Corso normale motoristi della 4ª Zona Aerea Territoriale (Z.A.T.), venendo nominato motorista nell'ottobre 1939.[2] Passato in forza al 7º Stormo Bombardamento Terrestre di stanza a Lonate Pozzolo, fu nominato aviere scelto nel mese di dicembre.[2] All'atto della dichiarazione di guerra da parte del Regno d'Italia a Francia e Gran Bretagna, avvenuta il 10 giugno 1940, si trasferì alla 172ª Squadriglia Autonoma Ricognizione Strategica di stanza sull'aeroporto di Bresso, ed equipaggiata con i Fiat B.R.20 Cicogna.[1] Il 15 giugno decollò su un B.R.20 per eseguire una missione di ricognizione strategica nel corso della battaglia delle Alpi Occidentali.[2] Il suo velivolo fu intercettato ed abbattuto su cielo di Cannet-des-Maures.[2] Rimasto ferito, mentre stava per abbandonare l'aereo in fiamme non esitò ad aiutare il suo comandante gravemente ferito, rimanendo così ucciso.[2] Per onorarne la memoria fu decretata la concessione della Medaglia d'oro al valor militare.[1]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Motorista a bordo di un apparecchio da ricognizione strategica si prodigava in una difficile ed aspra missione di guerra su basi nemiche munitissime, tra l’imperversare furioso della battaglia. Benché ferito e pur avendo ricevuto l’ordine di lanciarsi con il paracadute, riusciva a raggiungere la cabina di pilotaggio del velivolo, incendiato dal fuoco dei caccia nemici, per contribuire alla salvezza dell’equipaggio. Mentre l’aereo precipitava come torcia immane, riusciva, con suprema dedizione, ad aiutare nel lancio il suo comandante gravemente colpito che poteva così salvarsi. Investito dalle fiamme nel generoso atto offriva la fiorente sua giovinezza alla Patria, oltre il dovere. Purissimo, commovente, superbo esempio di quella abnegazione che, senza speranza di premio né aspirazione a ricompense, trasforma talvolta umili soldati in fulgidi eroi. Affermazione sublime delle virtù delle genti d’Italia. Cielo di Cannet des Maures, 15 giugno 1940.[3]»
— Regio Decreto 25 agosto 1940.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Aeronautica 1969, p. 134.
  2. ^ a b c d e f g Combattenti Liberazione.
  3. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  4. ^ Bollettino Ufficiale 1940 disp.35, pag.1190, e Bollettino Ufficiale 1942 disp.8, pag.366.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Chris Dunning, Combat Units od the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-871187-01-X.
  • Chris Dunning, Solo coraggio! La storia completa della Regia Aeronautica dal 1940 al 1943, Parma, Delta Editrice, 2000.
  • Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Aeronautica, 1969.
Periodici
  • Il massacro dei B.R.20, in Aviatori italiani vol.1, n. 1, Parma, Delta Editrice, gennaio-febbraio 2009, pp. 4-7.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]