Giovanni Battista Frescura

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Giovanni Battista Frescura (Calalzo di Cadore, 8 giugno 1921Padova, 25 giugno 1993) è stato un archeologo italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Giovanni Battista Frescura è stato definito lo Schliemann cadorino, come lui, archeologo autodidatta con la passione per il mondo antico, influenzato tra l'altro dagli studi del Ciani e di Giovanni Fabbiani, localizzò, tra il 1949 ed il 1952, a Lagole (Calalzo di Cadore) uno dei santuari preromani più suggestivi del Veneto e di tutto l'arco alpino. L'importanza della stazione paleoveneta cadorina viene ad eguagliare, anche per il numero delle epigrafi e per l'ampiezza di materiali linguistici, la stipe atestina[1] del fondo Baratela[2].

Sito archeologico di Lagole

Gli scavi archeologici hanno riportato alla luce una stipe votiva con abbondante materiale figurativo ed epigrafico; infatti, sono state rinvenute numerose statuine[3], pregiate lamine in bronzo (anche di notevoli dimensioni), una gran quantità di simpuli votivi [4], nonché armi, spade e lance costituendo uno dei più cospicui nuclei di iscrizioni votive venetiche. La divinità venerata costituisce tuttora un problema non risolto con certezza, si tratta di una divinità "trina", "tricipite", "trimorfa" probabilmente una Ecate[5]. Essa è espressa dall'attributo Trumusjatis[6] che si alterna con Tribusjatis. È comunque sicuro che in epoca romana vi subentra un Apollo iatrico (guaritore) parallelamente al Beleno carnico[7].

Fu una scoperta eccezionale, che ebbe notevole risonanza e mobilitò i più illustri studiosi italiani ed internazionali[8].

Fu assunto alla Sovrintendenza di Padova dove trasferì la sua residenza nel 1952, diventando assistente capo agli scavi, dopo aver superato brillantemente a Roma regolari concorsi nazionali. Dal 1947 al 1963 con la direttrice del Museo nazionale atestino Giulia de' Fogolari, si occupò di interventi di scavo e tutela nel territorio atestino. Partecipò a due missioni archeologiche dell'Università di Padova in Turchia, nel 1967, quindi in Cappadocia, nelle vicinanze di Kaiseri, nel 1968. Fu inviato a Lubiana, a Vienna ed a Helsinki per l'organizzazione di mostre e scambi culturali.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Atestino: di Ateste, nome latino della cittadina veneta di Este, in provincia di Padova.
  2. ^ Giovan Battista Pellegrini, La lingua venetica
  3. ^ Statuine con elmo e lancia di tipo gallico, alcune figure ben modellate di fattura classicheggiante di un Ercole o Mercurio a riposo, un busto bronzeo di Apollo con patera nella destra, un giovane offerente con patera e tunica corta, una divinità maschile in bronzo, forse Giove, una figurina stilizzata in argento, una figurina alata con serto ecc.
  4. ^ una specie di mestola o attingitoio di bronzo dai lunghi manici, a volte anche delle coppe, utilizzati dai devoti per il rito della libagione
  5. ^ In base alle numerose iscrizioni in lingua venetica, la divinità venerata reca il nome di Icatei contraddistinta dall'epiteto Tribusiati-Trumusiati.
  6. ^ al dativo in -ei ma anche all'accusativo
  7. ^ Giovan Battista Pellegrini, le epigrafi di Lagole e la divinità venerata
  8. ^ G. B. Pellegrini, S.Ferri, Bolelli, Battaglia, G. Folgari, C. Anti, Laghi, K.M. Mayr di Bolzano tra gli italiani e fra gli stranieri M. Lejeune della Sorbona, M. Beeler dell'Università della California, F. Altheim dell'Università di Berlino, B.I. Nadelj dell'allora URSS, I. Fischer dell'Università di Bucarest, O.M. Menghin dell'Università di Buenos Aires, Slotty dell'Università di Praga, H. Krahe dell'Università di Heidelberg e Tubingen, E.Vetter e P. Kretschmer dell'Università di Vienna ecc.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovanni Battista Pellegrini, Il museo Archeologico cadorino e il Cadore preromano e romano, Magnifica Comunità di Cadore – Regione Veneto, 1991
  • Enrico De Lotto, Una divinità sanante a Lagole nel III secolo a.C., Comune di Calalzo di Cadore, 1961.
  • Enrico De Lotto e Giovanni Battista Pellegrini, Un interessantissimo bozzetto con iscrizione venetica rinvenuta a Làgole. Archivio Storico di Belluno, Feltre e Cadore, 1961.
  • G.B Pellegrini e A.L. Prosdocimi, La lingua venetica, Vol I e Vol II, Gli studi, Istituto glottologico dell'Università di Padova, Circolo fiorentino, 1967.
  • M. Lejeune, Note sur les fouilles vénètes de Lagole(1952) e Les bronzes votifs vénètes de Lagole (1952).
  • M. Tombolani, Lagole di Calalzo. In: A. Aspes (Hrsg.), L'arte preistorica nell'Italia settentrionale dalle origini alla civiltà paleoveneta Ausstellungskatalog - Verona 1978.
  • Giulia Fogolari e Giovanna Gambacurta, Materiali veneti preromani e romani del santuario di Lagole di Calalzo al museo di Pieve di Cadore, Giorgio Bretschneider editore, 2001.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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