Gianni Corsaro

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Gianni Corsaro
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Altezza 174 cm
Peso 68 kg
Atletica leggera
Specialità Marcia
Società Fiamme Gialle
Termine carriera 1963
Record
10 km 45'36"8 (1950)
20 km 1h39'18" (1961)
50 km 4h41'52" (1963)
Carriera
Nazionale
1948-1963Bandiera dell'Italia Italia
Palmarès
Competizione Ori Argenti Bronzi
Giochi del Mediterraneo 0 0 1

Per maggiori dettagli vedi qui

 

Gianni Corsaro, all'anagrafe Giovanni Corsaro (Catania, 29 aprile 1925Catania, 12 aprile 2006), è stato un marciatore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato nel 1925 a Catania, a 23 anni partecipò ai Giochi olimpici di Londra 1948 nella marcia 10000 m, passando le batterie da 4º in 46'25"8 e chiudendo 8º in finale.

12 anni dopo, a 35 anni, prese parte alle sue seconde Olimpiadi, quelle di Roma 1960, stavolta nella marcia 20 km, terminando 26º con il tempo di 1h46'47"2.

Nel 1961 vinse la medaglia di bronzo a squadre nella prima edizione della Coppa del mondo di marcia, a Lugano, insieme a Pino Dordoni, Stefano Serchinich, Abdon Pamich, Luigi De Rosso e Antonio De Gaetano, chiudendo dietro a Regno Unito e Svezia; Corsaro arrivò 11º in 1h42'46" nella 20 km. 2 anni dopo, a Varese 1963, chiuse invece 10º in 4h41'52" nella 50 km.

Sempre nel 1963 fu medaglia di bronzo ai Giochi del Mediterraneo di Napoli, terminando la marcia 50 km in 4h44'38", alle spalle del connazionale Abdon Pamich e del tunisino Naceur Ben Messaoud.

Morì nel 2006, poco prima di compiere 81 anni[1].

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Anno Manifestazione Sede Evento Risultato Prestazione Note
1948 Giochi olimpici Bandiera del Regno Unito Londra Marcia 10000 m n/d
1960 Giochi olimpici Bandiera dell'Italia Roma Marcia 20 km 26º 1h46'47"2
1963 Giochi del Mediterraneo Bandiera dell'Italia Napoli Marcia 50 km   Bronzo 4h44'38"

Altre competizioni internazionali[modifica | modifica wikitesto]

1961
1963

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Addio a Corsaro, colonna della marcia italiana, su fidal.it. URL consultato il 28 aprile 2020.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]