Ghetto di Drohobyč

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Ghetto di Drohobyč
Targa commemorativa nella casa del ghetto dello scrittore e artista polacco Bruno Schulz
StatoBandiera dell'Ucraina Ucraina
Città Drohobyč
Data istituzionesettembre 1942
Coordinate: 49°12′36″N 23°18′00″E / 49.21°N 23.3°E49.21; 23.3

Il ghetto di Drohobyč fu un ghetto nazista creato nella città di Drohobyč, in Ucraina, durante la seconda guerra mondiale. Il ghetto fu liquidato tra febbraio e novembre 1942, quando la maggior parte degli ebrei fu deportata nel campo di sterminio di Belzec.

Contesto[modifica | modifica wikitesto]

Durante il periodo tra le due guerre, Drohobyč fu una città di provincia nel Voivodato di Leopoli della Seconda Repubblica di Polonia con una popolazione di 80.000 abitanti,[1] sede della contea di Drohobyč con una superficie di 1.499 chilometri quadrati e una popolazione complessiva di circa 194.400 persone: a Drohobyč fu presente una consistente popolazione ebraica, superiore alla popolazione ucraina e polacca.[2]

Dopo l'invasione del settembre 1939, la Polonia fu divisa tra la Germania nazista e l'URSS, la città fu annessa all'Ucraina sovietica e Drohobyč divenne un centro dell'Oblast di Drohobyč nella zona di occupazione sovietica. La repressione dei cittadini polacchi da parte dell'NKVD ruotò attorno alle deportazioni di massa di uomini, donne e bambini in Siberia.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Olocausto in Ucraina.
Memorial Wall nell'ex ghetto

All'inizio di luglio 1941, durante le prime settimane dell'operazione Barbarossa, la città fu catturata dalla Wehrmacht e fu creato il Distretto della Galizia. A Drohobyč fu presente un impianto per la produzione di petrolio, essenziale per lo sforzo bellico tedesco. Nel settembre 1942, Drohobyč divenne il sito di un grande ghetto di tipo aperto[3] contenente circa 10000 ebrei, in previsione delle deportazioni finali nei centri di sterminio nell'Operazione Reinhard.[1] Gli uomini ebrei in età lavorativa rimasero presso la raffineria locale.[3]

La prima deportazione di 2000 ebrei, da Drohobyč verso il campo di sterminio di Belzec, ebbe luogo alla fine del marzo 1942 non appena il centro di sterminio divenne operativo.[3] La successiva deportazione durò nove giorni, tra l'8 e il 17 agosto 1942, con altri 2500 ebrei caricati sui treni merci e portati via per essere gasati. Altri 600 ebrei furono fucilati sul posto mentre cercavano di nascondersi o di fuggire.

Il ghetto fu dichiarato chiuso alla fine di settembre. Nell'ottobre e nel novembre 1942 circa 5800 ebrei furono deportati a Belzec. Durante questi rastrellamenti, circa 1200 ebrei tentarono di fuggire, furono uccisi nelle strade con l'aiuto della neonata Polizia Ausiliaria Ucraina.[3][4] I restanti furono trasferiti nelle strutture di lavoro, con circa 450 persone uccise nel febbraio 1943. Gli ultimi ebrei di Drohobyč furono trasportati in gruppi nella foresta di Bronica e massacrati in fosse comuni tra il 21 e il 30 maggio 1943.[3]

Uno dei detenuti più importanti del ghetto di Drohobyč fu Bruno Schulz, educatore, artista e autore di libri popolari come Street of Crocodiles e Cinnamon Shops.[5] Prima di essere fucilato dipinse i murales per la stanza dei bambini di uno degli ufficiali tedeschi e, dopo la guerra, divenne il più famoso scrittore polacco detenuto e ucciso nel ghetto. Anche i matematici Juliusz Schauder e Józef Schreier vissero nel ghetto prima della loro morte nel 1943.[6]

Drohobyč fu liberata dalle forze dell'Armata Rossa il 6 agosto 1944.[7] Ci furono solo 400 sopravvissuti, tutti registrati presso il comitato ebraico non appena finì la guerra.[3] Felix Landau, SS-Hauptscharführer di origine austriaca, in servizio con l'Einsatzkommando z.b.V con sede a Lemberg, partecipò alle esecuzioni di massa degli ebrei e ne documentò gli avvenimenti nel suo diario quotidiano.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Drohobych, su polacynawschodzie.pl, KARTA Center with the Poles in the East Project, 2006. URL consultato il 10 aprile 2012.
  2. ^ Drohobycz – local history, su sztetl.org.pl, Museum of the History of Polish Jews. URL consultato il 6 aprile 2012.
  3. ^ a b c d e f Yitzhak Arad, The Holocaust in the Soviet Union, U of Nebraska Press, 2009, pp. 277, 282, 237, ISBN 978-0803222700. URL consultato il 28 maggio 2014.
  4. ^ Howard Aster e Peter J. Potichnyj, Ukrainian-Jewish Relations in Historical Perspective, CIUS Press, 1990, p. 415, ISBN 0920862535. URL consultato il 28 maggio 2014.
  5. ^ Wendy Lower, Hitler's Furies, ISBN 0547807414.
  6. ^ (EN) Maria Georgiadou, Constantin Carathéodory: Mathematics and Politics in Turbulent Times, Springer Science & Business Media, 2004, ISBN 9783540203520.
  7. ^ События 1944 года (Events of 1944), su Hronos.ru.
  8. ^ Ruth Franklin, The Lost. Searching for Bruno Schulz, su newyorker.com, The New Yorker, 16 dicembre 2002.