Gertrude Baniszewski

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Gertrude Baniszewski

Gertrude Baniszewski, conosciuta anche come Gertrude Wright e Nadine Van Fossan (Indianapolis, 19 settembre 1928Laurel, 16 giugno 1990), è stata una criminale statunitense.

Infanzia e giovinezza[modifica | modifica wikitesto]

Nata col nome di Gertrude Nadine Van Fossan da Hugh Marcus Van Fossan Sr. e Mollie Myrtle (nata Oakley), entrambi provenienti dall'Illinois, assistette alla morte del padre avvenuta il 5 ottobre 1939 per un attacco di cuore. A 16 anni si ritirò dalla scuola e a 18 sposò il vice-sceriffo Stephan Baniszewski (1926-2007), un uomo di origini polacche proveniente da Youngsville, con il quale ebbe sei figli (in seguito, egli avrebbe cambiato nome in John Blake).

Anche se il marito aveva un carattere irascibile, i due stettero insieme dieci anni prima di divorziare. A 34 anni Gertrude andò a convivere col diciottenne Dennis Lee Wright, che abusò di lei: i due ebbero un figlio, chiamato Dennis Lee Wright Jr. (4 maggio 1964-5 febbraio 2012), in seguito ribattezzato Denny Lee White dalla madre adottiva, ma, dopo la sua nascita, il giovane partner della donna l'abbandonò e scomparve[1].

Incontro con i Likens[modifica | modifica wikitesto]

Nel luglio del 1965 Lester e Betty Likens, di professione giostrai, in previsione di un lungo viaggio di lavoro attraverso gli USA diedero in affido le loro due figlie - la sedicenne Sylvia Marie e la quindicenne Jenny Faye - in cambio di 20 dollari alla settimana: le due ragazze frequentavano lo stesso liceo dei figli della Baniszewski e durante le domeniche avevano incrociato Gertrude in chiesa. I coniugi Likens non avevano mai visto prima la signora a cui stavano affidando le loro rampolle ma papà Lester, come riferì al processo, "non curiosò" sulle condizioni della casa e incoraggiò la donna a "raddrizzare le sue figlie".

La Baniszewski, descritta dal The Indianapolis Star come una persona "emaciata e smunta, sottopeso e asmatica", soffriva di depressione e di stress per via dei due rapporti sentimentali falliti che aveva alle spalle e cominciò a sfogare la sua rabbia su Sylvia e Jenny, all'insaputa dei genitori: dapprima le picchiò con delle pagaie dopo che il pagamento dei 20$ non era arrivato in tempo e poi mise in severa punizione la maggiore accusandola di aver rubato delle caramelle; fu questo l'inizio di un regolare sistema di abuso minorile[2].

L'inizio degli abusi[modifica | modifica wikitesto]

Nel mese di agosto la Baniszewski cominciò ad abusare verbalmente e fisicamente di Sylvia Likens, permettendo ai suoi figli più grandi di picchiarla e spingerla giù per le scale. Quando seppe che la fanciulla aveva già avuto un fidanzatino, Gertrude l'accusò di essere una prostituta e le fece dei lunghi "sermoni" trattanti l'impudicizia delle meretrici e delle donne in generale. Dopo che le sorelle Likens accusarono le figlie di Gertrude - Paula e Stephanie - di essere prostitute, il fidanzato di Stephanie, Coy Hubbard, e diversi altri compagni di classe e ragazzi del posto vennero invitati ad assistere alle percosse della Baniszewski contro Sylvia Likens; la carnefice delle due adolescenti costrinse anche Jenny a malmenare la sorella[3].

Confino nello scantinato[modifica | modifica wikitesto]

Sylvia divenne incontinente e Gertrude la chiuse a chiave in cantina. Cominciò allora il regime di bagni per "pulire" Sylvia, in cui Gertrude ustionava con dell'acqua bollente la pelle di Sylvia per poi strofinarvi il sale sopra. Sylvia veniva spesso tenuta nuda e non veniva quasi mai nutrita. A volte Gertrude e John Jr. la costrinsero a consumare le sue feci e urine.

Qualche volta durante questo periodo Jenny era riuscita a contattare la sorella maggiore Diana, a cui aveva delineato gli orrori che le due sorelle stavano vivendo e chiedendole di contattare la polizia: Diana Likens, tuttavia, commise l'errore di non approfondire la questione e, pensando che Jenny fosse semplicemente dispiaciuta per aver ricevuto una punizione, ritenne che la sorellina stesse inventando delle storie in modo da poter tornare con la propria famiglia.

Poco dopo ciò, Diana Likens andò a visitare le sue sorelle, ma Gertrude si rifiutò di farla entrare in casa. La maggiore delle Likens si nascose quindi vicino alla casa, finché non vide fuori Jenny, a cui si avvicinò. Jenny Likens, immediatamente dopo avere detto a Diana che non le era permesso parlarle, scappò dalla sorella. Preoccupata, Diana contattò i servizi sociali. Diana riferì che Gertrude le aveva fatto sapere di aver buttato fuori di casa Sylvia Likens perché sporca e dedita alla prostituzione e che da allora Sylvia era scappata via. Quando un'assistente sociale si recò a casa Baniszewski facendo domande su Sylvia, Gertrude minacciò Jenny Likens di riservarle lo stesso trattamento inflitto a Sylvia se non avesse mentito confermando sua la versione. Jenny, spaventata da ciò che avrebbero potuto farle, accettò di mentire. L'assistente sociale tornò allora in ufficio, dove, nel compilare il rapporto, scrisse che secondo lei non erano necessarie altre visite in casa Baniszewski.

Omicidio[modifica | modifica wikitesto]

Il 21 ottobre, Gertrude disse a John Jr., Coy e Stephanie Baniszewski di portare Sylvia su dallo scantinato e di legarla ad un letto. La mattina seguente, adirata dal fatto che Sylvia avesse bagnato il letto, Gertrude la costrinse a inserirsi una bottiglia di Coca Cola nella vagina,[4] prima di cominciare ad inciderle nell'addome, con un ago arroventato, la frase "sono una prostituta e fiera di esserlo". La Baniszewski non fu in grado di finire l'incisione a causa dell'odore e fece finire il lavoro a Ricky Hobbes, un ragazzo del quartiere. Hobbs, con l'aiuto di Shirley Baniszewski (che aveva solo dieci anni) utilizzò anche un bullone riscaldato per bruciare il numero "3" sul petto di Sylvia. Il giorno dopo la Baniszewski svegliò Sylvia, dettandole una lettera che doveva sembrare una lettera di fuga per i suoi genitori.

Dopo aver finito la lettera, Gertrude cominciò a formulare un piano nel quale John Jr. e Jenny Likens avrebbero dovuto portare Sylvia in una vicina discarica e lasciarla lì a morire. Sylvia, avendo sentito il piano, provò a scappare, ma venne fermata, appena arrivata al porticato, da Gertrude. La Baniszewski riportò Sylvia dentro e la lanciò per le scale dello scantinato.

Il 24 ottobre, Gertrude scese nello scantinato e tentò di picchiare Sylvia con una pagaia di legno. Tuttavia la mancò, colpendosi accidentalmente. Coy Hubbard si infilò nello scantinato e colpì ripetutamente e in modo brutale Sylvia, usando un manico di scopa e lasciandola incosciente sul pavimento.

Nel tardo pomeriggio di giovedì 26 ottobre, la Baniszewski disse ai figli che avrebbe fatto un bagno a Sylvia, in acqua tiepida stavolta. Stephanie Baniszewski e Richard Hobbs portarono Sylvia di sopra e la misero vestita dentro la vasca. Una volta sollevata dalla vasca e messa su di uno scarno materasso, si accorsero che Sylvia non respirava più. Stephanie tentò invano di rianimarla, ma Sylvia era già morta.

Stephanie, in preda al panico, disse a Hobbs di chiamare la polizia. Quando arrivò, Gertrude diede ai poliziotti la lettera che aveva fatto scrivere a Sylvia. Approfittando del trambusto, Jenny Likens sussurrò all'orecchio di un poliziotto: "Fatemi uscire di qui e vi dirò tutto.". Le sue dichiarazioni, in concorso con il ritrovamento del cadavere di Sylvia, permisero alla polizia di arrestare Gertrude Baniszewski, Paula Baniszewski, Stephanie Baniszewski, John Baniszewski, Richard Hobbs e Coy Hubbard per omicidio. Alcuni ragazzini del quartiere, presenti in quel momento — Mike Monroe, Randy Lepper, Judy Duke, e Anna Siscoe — furono arrestati per "lesioni personali".

Il Processo[modifica | modifica wikitesto]

Gertrude, i suoi figli, Hobbs e Hubbard furono rinchiusi senza cauzione in attesa del processo.

L'esame e l'autopsia sul corpo di Sylvia Likens rivelarono numerose bruciature, ecchimosi, danni ai muscoli e ai nervi. A causa degli spasmi provocati dalla morte, Sylvia si era morsa le labbra, riuscendo quasi a staccarle. L'esame dell'imene determinò che era ancora vergine. Causa ufficiale della morte furono un'emorragia cerebrale, malnutrizione e lo shock.

Gertrude Baniszewski fu giudicata colpevole di omicidio di primo grado. Venne condannata all'ergastolo.[5]

Appello e reclusione[modifica | modifica wikitesto]

Gertrude Baniszewski si appellò alla sentenza e la Corte Suprema dello stato dell'Indiana le garantì un nuovo processo. Questa decisione della Corte Suprema trova le proprie ragioni nell'atmosfera piena di pregiudizi in cui si era svolto il processo a causa della pressione mediatica sul caso.[6] Il nuovo processo si tenne nel 1971, senza alcuna variazione nella sentenza.[7] Durante i successivi 14 anni, Gertrude divenne una detenuta modello, lavorando nella sartoria e diventando una guida per le più giovani detenute. Tra le detenute, il suo nomignolo era "Mamma".

Buona condotta[modifica | modifica wikitesto]

La notizia del possibile rilascio di Gertrude Baniszewski arrivò alla famiglia Likens. Questa, supportata da due associazioni (la Protect the Innocent e la Society's League Against Molestation), raccolse 40.000 firme e manifestò contro la scarcerazione dell'omicida[8][9]. Durante l'udienza per la scarcerazione Gertrude affermò: "Non sono sicura del ruolo che io abbia avuto... perché facevo uso di droghe. Non l'ho mai conosciuta veramente... Mi prendo la piena responsabilità per qualunque cosa sia capitato a Sylvia. Vorrei poter tornare indietro, ma non posso e mi dispiace. Chiedo solo clemenza e niente di più". La commissione votò il suo rilascio. Nonostante gli sforzi della famiglia Likens, l'omicida venne rilasciata. Uno dei membri della commissione dichiarò: "La morale è che non puoi riportare in vita qualcuno che è morto e sepolto, non sarei stato un membro di questa commissione se non credessi che le persone possono cambiare".

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Gertrude Baniszewski uscì di prigione il 4 dicembre 1985, e viaggiò verso l'Iowa, dove si fece chiamare Nadine Van Fossan, usando il suo secondo nome e il suo cognome da nubile. Morì all'età di 60 anni, nella città di Laurel, Iowa, per un cancro ai polmoni, il 16 giugno 1990.[4]

Adattamenti[modifica | modifica wikitesto]

Il caso è stato soggetto a numerosi adattamenti, sia reali che immaginari.

  • L'autore John Dean ha scritto un resoconto dell'omicidio,House of Evil: The Indiana Torture Slaying.[10][11]
  • By Sanction of the Victim di Patte Wheat è una storia basata sull'omicidio, ambientata nel 1970.[12]
  • La scrittrice e attivista Kate Millett ha scritto un libro legato all'omicidio, The Basement: Meditations on a Human Sacrifice. La Millett affermò in un'intervista che l'omicidio di Sylvia Likens potesse essere considerato "la storia della soppressione delle donne. Sembra che Gertrude abbia voluto amministrare una qualche giustizia terribilmente verace a questa ragazza: che questo era quello che era essere una donna."[11]
  • L'unico libro di Mendal Johnson, Let's Go Play at the Adams ha dei punti in comune con questo caso, su cui potrebbe essere basato.[13]
  • Il libro "La ragazza della porta accanto" di Jack Ketchum è liberamente ispirato all'omicidio ambientandolo nel 1950. Il successivo film, La ragazza della porta accanto, basato sul romanzo è stato rilasciato nel 2007, con Blythe Auffarth nel ruolo principale.[11]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ The Torturing Death of Sylvia Marie Likens – Baniszewski's Background Archiviato il 22 febbraio 2014 in Internet Archive.
  2. ^ RetroIndy: The 1965 murder of Sylvia Likens Archiviato il 22 febbraio 2014 in Internet Archive.
  3. ^ The Torturing Death of Sylvia Marie Likens Archiviato il 22 febbraio 2014 in Internet Archive.
  4. ^ a b Library Factfiles: The murder of Sylvia Likens. Archiviato il 24 settembre 2015 in Internet Archive. The Indianapolis Star. Access date: November 14, 2007.
  5. ^ Unnamed author: "150 Hear Likens Case Sentences," The Indianapolis News, May 25, 1966
  6. ^ Unnamed author: "Court Orders New Trial in Likens Slaying", The Indianapolis Star, September 2, 1970.
  7. ^ Unnamed author: "Mrs. Baniszewski Meted Life in Likens Slaying", The Indianapolis Star, August 20, 1971.
  8. ^ Caleca, Linda Graham: "Baniszewski Ruling Won't Affect Past Parole Cases, Judge Says", The Indianapolis Star, October 30, 1985
  9. ^ Mermel, Marcy: "Mrs. Baniszewski Portrayed as a New Woman", The Indianapolis News, December 3, 1985.
  10. ^ John Dean, House of Evil: The Indiana Torture Slaying, St. Martin's True Crime Library, 29 luglio 2008, ISBN 978-0-312-94699-9.
  11. ^ a b c Broeske, Pat H. "A Midwest Nightmare, Too Depraved to Ignore." New York Times. 14 January 2007.
  12. ^ Patte Wheat, By Sanction of the Victim, Major Books, 1976, ISBN 978-0-89041-077-6, OCLC 78063000 (archiviato dall'url originale il 31 agosto 2009).
  13. ^ Mendal Johnson, Let's Go Play at the Adams', Panther, 1º gennaio 1974, ISBN 978-0-586-04233-5 (archiviato dall'url originale il 31 agosto 2009).

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Crime Library, su trutv.com. URL consultato l'8 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 5 gennaio 2010).
  • Baniszewski Trial Transcript, su sylvialikens.com. URL consultato l'8 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2014).
Controllo di autoritàVIAF (EN4109149844953702960002 · WorldCat Identities (ENviaf-4109149844953702960002
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