Gastone Pisoni

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Gastone Pisoni
NascitaMilano, 29 agosto 1906
MorteNeghelli, 20 gennaio 1936
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Aeronautica
Reparto108ª Squadriglia
GradoSottotenente a.a.r.n, di complemento
GuerreGuerra d'Etiopia
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Gastone Pisoni (Milano, 29 agosto 1906Neghelli, 20 gennaio 1936) è stato un militare e aviatore italiano, caduto nel corso della Guerra d'Etiopia e decorato alla memoria con la Medaglia d'oro al valor militare[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Milano il 29 agosto 1906, e l'anno seguente la famiglia si trasferì a Genova.[3] Conseguita la laurea in ingegneria industriale meccanica presso l'università di Torino, nel 1933 ottenne il brevetto di pilota civile[N 1] presso l'Aeroclub e successivamente entrò a far parte della Regia Aeronautica conseguendo nel 1934 la nomina a sottotenente di complemento e quella di pilota militare su velivolo Fiat C.R.20.[1] Assunto in servizio presso l'ufficio progetti della Aeronautica d’Italia per la costruzione di apparecchi militari, passò poi alla Società Piaggio di Genova Sestri quale capo dell’ufficio progetti.[1] Nel maggio 1935 fu richiamato in servizio a domanda ed assegnato alla 79ª Squadriglia del 1º Stormo Caccia Terrestre, e nel novembre successivo, dopo lo scoppio della guerra d'Etiopia partiva per l'Africa Orientale assegnato all'Aviazione della Somalia.[1] Cadde in combattimento a Neghelli il 20 gennaio 1936, quando il suo aereo da ricognizione IMAM Ro.37 fu abbattuto dalla contraerea, e fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2] Una via di Genova porta il suo nome, così come una di Milano.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale pilota, generoso e ardimentoso, volontario per l’Africa Orientale, chiedeva insistentemente di partecipare a voli di guerra. Durante un bombardamento, ferito l’osservatore dal fuoco contraereo nemico, portava a termine il compito affidatogli mantenendo il posto in formazione. Quando il ferito si abbatteva svenuto sulla leva di comando provocando l’imbarcata dell’apparecchio, rinunciava alla salvezza offerta dal paracadute, cercando fino all’ultimo istante di salvare la vita al compagno di volo e trovando splendida morte nell’eroico tentativo. Esempio fulgidissimo di cosciente coraggio e di alte virtù militari. Cielo di Neghelli, 20 gennaio 1936 .[4]»
— Regio Decreto 24 maggio 1937.[3]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 11 maggio 1936.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Appassionato sportivo praticò sci ed alpinismo.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1924-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 138.
  • Vincenzo Lioy, L'Italia in Africa. L'opera dell'Aeronautica. Eritrea Somalia Etiopia (1919-1937) Vol.2, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1965.
  • Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Pisoni, Gastone, su Combattenti Liberazione. URL consultato l'11 gennaio 2022.