Gaston-Marie Jacquier

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Gaston-Marie Jacquier
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricoperti
 
Nato23 febbraio 1904 a Évian-les-Bains
Ordinato presbitero18 dicembre 1926
Nominato vescovo4 dicembre 1960 da papa Giovanni XXIII
Consacrato vescovo6 marzo 1961 dall'arcivescovo Léon-Etienne Duval (poi cardinale)
Deceduto8 luglio 1976 (72 anni) ad Algeri
 

Gaston-Marie Jacquier (Évian-les-Bains, 23 febbraio 1904Algeri, 8 luglio 1976) è stato un vescovo cattolico francese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Monsignor Gaston-Marie Jacquier nacque a Évian-les-Bains il 23 febbraio 1904.[1] Era il figlio di François Jacquier, un mercante, e di Thérèse Chevallay.[2][3]

Formazione e ministero sacerdotale[modifica | modifica wikitesto]

Fu educato al collegio "Santa Maria" di La Roche-sur-Foron.[2] Compì gli studi per il sacerdozio nell'Algeria francese.

Il 18 dicembre 1926 fu ordinato presbitero.[4][5] Tre decenni più tardi, nel 1956, venne nominato vicario generale dell'arcidiocesi.[4][6]

Ministero episcopale[modifica | modifica wikitesto]

Il 4 dicembre 1960 papa Giovanni XXIII lo nominò vescovo ausiliare di Algeri e titolare di Sufasar.[1] Ricevette l'ordinazione episcopale il 6 marzo successivo nella cattedrale di San Filippo ad Algeri dall'arcivescovo metropolita di Algeri Léon-Etienne Duval, co-consacranti l'arcivescovo titolare di Selimbria Emile-Joseph Socquet e il vescovo di Costantina Paul-Pierre-Marie-Joseph Pinier.[5][7] La cerimonia fu trasmessa dalla Télévision Algérienne.[8] Come ausiliare, Jacquier era ben noto nella città di Algeri, dove si occupava di opere umanitarie.[9]

Partecipò al Concilio Vaticano II.

Giovedì 8 luglio 1976 fu accoltellato per strada da un giovane ad Algeri.[10][11][12] L'assalto ebbe luogo poco dopo mezzogiorno, mentre stava percorrendo l'affollata Rue Khelifa Boukhalfa nel centro della capitale,[6][11][13] vicino agli uffici dell'arcidiocesi e alla chiesa di San Carlo (oggi moschea El Rahma).[9] I testimoni riportarono che l'uomo si avvicinò a Jacquier, lo pugnalò diverse volte con un coltello e fuggì su un'auto che aspettava lì vicino.[11][13] Fu colpito all'arteria femorale nella parte interna della coscia.[13] Venne portato di corsa all'ospedale principale della città, dove morì mezz'ora dopo. Aveva 72 anni.[14][15] Due giorni dopo l'attacco, la polizia arrestò Abdessalam Abdelkader, 26 anni.[6][12][16] La polizia disse che Abdelkader aveva usato un coltello da cucina nell'attacco.[16] Riferì che Abdelkader aveva una storia di malattia mentale, essendo stato trattato più volte negli ospedali psichiatrici.[6][16]

Sebbene Abdelkader avesse una storia di problemi psichiatrici, alcuni ritenevano che l'attacco fosse dettato da motivi religiosi.[4][7] Jacquier al momento dell'attacco indossava l'abito ecclesiastico completo, inclusa la croce pettorale normalmente indossata dai vescovi cattolici.[4][7] Alcuni notarono anche che l'interno della coscia dove si trova un'arteria importante è un luogo insolito, dove una persona malata di mente può pugnalare casualmente.[13] Inoltre, l'aggressore fuggì rapidamente in un'auto che lo stava aspettando nelle vicinanze.[13] Dopo l'omicidio del vescovo Jacquier, il cardinale Léon-Etienne Duval ordinò ai sacerdoti dell'arcidiocesi di Algeri di non indossare l'abito religioso in pubblico e di non esibire la croce in modo evidente.[13] Negli anni che seguirono, le chiese dell'arcidiocesi smisero di suonare le campane per evitare di incitare alla violenza gli estremisti islamici.[13]

L'immagine di monsignor Jacquier è inclusa nell'affresco sulla cupola della basilica di Nostra Signora d'Africa.

Genealogia episcopale[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bishops who are not Ordinaries of Sees: J… – JD…, su gcatholic.org. URL consultato il 18 giugno 2017.
  2. ^ a b (EN) Who's who in the Arab World, Publitec Editions, 1974, p. 1453.
  3. ^ (FR) Jacques Lafitte e Stephen Taylor, Qui est qui en France, Jacques Lafitte, 1977.
  4. ^ a b c d (FR) CINI, Les Evèques d'Algérie (l'histoire) | Chrétiennes, su cerclealgerianiste.fr. URL consultato il 18 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2018).
  5. ^ a b Annuario pontificio, 1969, p. 707.
  6. ^ a b c d (EN) MEED Arab Report, Middle East Economic Digest Limited, 1976, p. 406.
  7. ^ a b c (FR) Victimes religieuses en Algérie, in La Croix, 15 aprile 2016, ISSN 0242-6056 (WC · ACNP). URL consultato il 18 giugno 2017.
  8. ^ (FR) Institut National de l’Audiovisuel – Ina.fr, Sacre Mgr Jacquier à Alger, su Ina.fr, 8 marzo 1961. URL consultato il 18 giugno 2017.
  9. ^ a b (FR) Afrique nouvelle, 1976, p. 19.
  10. ^ (FR) Guy Gilbert, Aventurier de l'amour, Stock, 14 novembre 1986, ISBN 978-2-234-07271-8.
  11. ^ a b c Algiers bishop murdered, in Democrat and Chronicle, 9 luglio 1976. URL consultato il 18 giugno 2017. Ospitato su Newspapers.com.
  12. ^ a b (EN) Colin Legum, Africa Contemporary Record: Annual Survey and Documents, Africana Publishing Company, 1977, pp. B-8, ISBN 978-0-8419-0158-2.
  13. ^ a b c d e f g (EN) John Kiser, The Monks of Tibhirine: Faith, Love, and Terror in Algeria, Macmillan, 2003, p. 47, ISBN 978-0-312-30294-8.
  14. ^ Catholic Bishop Murdered in Algiers, in The Palm Beach Post, 9 luglio 1976. URL consultato il 18 giugno 2017. Ospitato su Newspapers.com.
  15. ^ Algiers Bishop Assassinated, in The Orlando Sentinel, 9 luglio 1976. URL consultato il 18 giugno 2017. Ospitato su Newspapers.com.
  16. ^ a b c Algiers Holding a Suspect In Fatal Stabbing of Bishop (PDF), in The New York Times, 11 luglio 1976. URL consultato il 18 giugno 2017.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo titolare di Sufasar Successore
- 4 dicembre 1960 - 8 luglio 1976 Stanisław Adam Sygnet