Gaetano Cappiello

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Gaetano Cappiello (Ercolano, 1947Palermo, 2 luglio 1975) è stato un poliziotto italiano, vittima di Cosa Nostra[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Agente della Polizia di Stato,[2] Gaetano Cappiello lavorava alla questura di Palermo.[3] Nel 1975 prese parte ad un'indagine finalizzata ad incastrare alcuni estorsori che avevano preso di mira un commerciante.[3] Dopo settimane di indagini ed appostamenti, gli estorsori diedero appuntamento al commerciante per la consegna del denaro il 2 luglio 1975.[4] All'agente Cappiello venne dato l'incarico di proteggere il commerciante sedendo con lui in macchina, lasciando ai colleghi in borghese il compito di intervenire per arrestare gli estorsori.[4] Nonostante l'incarico delicato, Cappiello decise di portare con sé solo la sua Beretta di ordinanza.[4] All'arrivo degli estorsori, l'agente uscì dalla vettura dichiarando i mafiosi in arresto, ma questi risposero sparando contro Cappiello, che venne colpito al petto per cinque volte.[4] Trasportato all'ospedale Villa Sofia, Cappiello morì poco dopo a causa delle ferite riportate, tra le braccia del suo capo Bruno Contrada.[3][5] Del delitto furono in seguito accusati uomini appartenenti al clan del boss Rosario Riccobono, tra i quali Gaspare Mutolo.[6]

L'agente Cappiello morì a soli 28 anni, lasciando la moglie e una figlia piccola.[7]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al valor civile - nastrino per uniforme ordinaria
«GUARDIA DI PUBBLICA SICUREZZA ADDETTO A SQUADRA INVESTIGATIVA, VOLONTARIAMENTE ED INSISTENTEMENTE SI OFFRIVA DI PARTECIPARE A RISCHIOSO SERVIZIO PER LA CATTURA DI PERICOLOSI MALVIVENTI, AUTORI DI TENTATA ESTORSIONE, CON IL COMPITO DI AGIRE, DI SORPRESA DALL’AUTOVETTURA DELLA VITTIMA. NEL CORSO DELL’OPERAZIONE, SPINTO DA GENEROSO IMPULSO ED INSIGNE CORAGGIO, NON ESITAVA AD AFFRONTARE I DUE MALFATTORI, ARMATI E TRAVISATI, AVVICINARSI ALL’AUTOVETTURA, NEL TENTATIVO DI RIDURLI ALL’IMPOTENZA E DI ASSICURARLI ALLA GIUSTIZIA. DURANTE L’AZIONE VENIVA, PERO’, COLPITO A MORTE DA NUMEROSI COLPI DI ARMA DA FUOCO. IL SUO ARDIMENTOSO INTERVENTO COSTRINGEVA I MALVIVENTI A DESISTERE DALL’AZIONE CRIMINOSA * AMMIREVOLE ESEMPIO DI ATTACCAMENTO AL DOVERE E DI CONSAPEVOLE SPREZZO DEL PERICOLO.[8]»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ucciso Gaetano Cappiello, Guardia di Pubblica Sicurezza, su vittimemafia.it.
  2. ^ Gaetano Cappiello-Poliziotto, su memoriaeimpegno.it. URL consultato il 25 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2017).
  3. ^ a b c Cappiello Gaetano, su cadutipolizia.it. URL consultato il 25 ottobre 2017.
  4. ^ a b c d Gaetano Cappiello agente di Pubblica Sicurezza, su conservativamente.blogspot.it. URL consultato il 25 ottobre 2017.
  5. ^ No alla revisione del processo. Contrada: "mi batterò finché avrò vita", su tvsvizzera.it. URL consultato il 25 ottobre 2017.
  6. ^ PALERMO, LI ' INCHIODA' MUTOLO, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 25 ottobre 2017.
  7. ^ In memoria di Salvatore Nuvoletta e Gaetano Cappiello. S. Alfano: “Due servitori dello Stato che abbiamo il dovere di ricordare”, su antimafiaduemila.com. URL consultato il 25 ottobre 2017.
  8. ^ Non dimentichiamoli mai (PDF), su anpspalermo.it. URL consultato il 25 ottobre 2017.
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