Gabriel Bouillon

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Gabriel Bouillon (Montpellier, 5 marzo 1898Parigi, 19 luglio 1984) è stato un violinista e docente francese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Gabriel Georges Bouillon nacque il 5 marzo 1898 a Montpellier in una famiglia di musicisti. Suo padre insegnò al Conservatorio di Montpellier[1]. Il piccolo Gabriel iniziò lo studio del violino nella sua città natale e poi continuò con Lucien Capet e Jacques Thibaud a Parigi.[2] Completati gli studi e avviata la carriera concertistica, Bouillon ebbe l’opportunità di farsi apprezzare nell’ambiente parigino, suonando musiche dei compositori contemporanei come Reynaldo Hahn e Manuel De Falla[3]. Nel 1926 eseguì la première della Sonata di Reynaldo Hahn con Magda Tagliaferro al pianoforte[4] e nel 1928 diede la prima esecuzione del Concerto per violino e orchestra dello stesso Reynaldo Hahn con l'Orchestre des Concerts Colonne diretta dal compositore.[5] All’inizio degli anni Trenta, egli fondò un quartetto eponimo, il Quatuor Gabriel Bouillon, avvalendosi di due strumentisti dell’appena sciolto Quatuor Capet.[6]

Nello stesso periodo il Quartetto iniziò a collaborare con Alfred Cortot, tanto che il celebre pianista registrò nei primi anni Trenta per la HMV i Concerti brandeburghesi di Bach, affidando la parte solistica del n. 4 a Gabriel Bouillon. Con l’inizio degli anni Trenta, Bouillon si dedicò sempre di più all’insegnamento. Dal 1933 al 1969 fu professore di violino al Conservatorio di Parigi[7]. Henryk Szeryng, l’allievo più celebre della sua classe, ottenne il Premier Prix nel 1937.[8] Tra gli altri studenti si ricordano: Horst Sannemüller, Suna Kan, Daniel Rémy, Sylvie Gazeau, Yvonne Lephay e Jean-Pierre Wallez[9]. Bouillon fece parte della giuria del Concorso internazionale Premio Paganini di Genova nel 1955, 1965, 1969 e 1976. Per diversi anni fece parte della giuria del Concorso Long-Thibaud di Parigi.[10] Bouillon mancò a Montpellier nel 1984.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ https://data.bnf.fr/fr/14837281/gabriel_bouillon/
  2. ^ Cfr. Dorothy Bales, Gabriel Bouillon Master Violinist, p. 38; A. Penesco, Les Instruments du Quatuor, p. 214; M. Pincherle, Le Violon, p. 94
  3. ^ James Creighton, Discopaedia of the Violin 1889-1971, p. 86
  4. ^ B. Gavoty, Reynaldo Hahn, p. 272
  5. ^ Ibid.
  6. ^ Albert Locatelli (2° violino), Henri Benoit (viola), Camille Delobelle (violoncello); n.b. il violista e il violoncellista provenivano dal Quatuor Capet
  7. ^ https://data.bnf.fr/fr/14837281/gabriel_bouillon/
  8. ^ Cfr. “Registre d’inscription des élèves T 495” del Conservatoire de Paris
  9. ^ Alain Pâris, Le nouveau dictionnaire des interprètes, p. 1010
  10. ^ Thierry de Choudens, Christian Ferras, le violon d'Icare, Editions Papillon, Genève 2004

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Dorothy Bales, Gabriel Bouillon Master Violinist of the Paris Conservatoire, in «American String Teacher Associations», vol. 15 n. 1, (winter 1965), pp. 38-40
  • Marc Pincherle, Le Violon, Paris, P.U.F., 1966
  • James Creighton, Discopaedia of the Violin 1889-1971, Toronto, University of Toronto Press, (1ª ed.) 1974
  • Robert C. Bachmann, Henryk Szeryng, in A l'écoute des grands interprètes, Editions Payot, Lausanne 1977
  • Bernard Gavoty, Reynaldo Hahn, le musicien de la Belle Époque, Paris, Buchet/Chastel, 1976
  • Anne Penesco, Les Instruments du Quatuor, Technique et Interprétation, Paris, la Flûte de Pan, 1986
  • Henry Roth, Violin Virtuosos, From Paganini to the 21st Century, Los Angeles, California Classics Books, 1997
  • Angela Hughes, Pierre Fournier: Cellist in a Landscape with Figures, Ashgate, 1998
  • Enzo Porta, Il violino nella storia, maestri, tecniche, scuole, Torino, Edt, 2000
  • Thierry de Choudens, Christian Ferras, le violon d'Icare, Editions Papillon, Genève 2004
  • Michelle Bourhis, La musique de chambre à Nantes entre les deux guerres, Paris, L’Harmattan, 2011
  • Alain Pâris, Le nouveau dictionnaire des interprètes, Paris, Éditions Robert Laffont, 2015

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN19947650 · ISNI (EN0000 0000 0301 3078 · LCCN (ENno92017498 · GND (DE134846907 · BNE (ESXX1705347 (data) · BNF (FRcb14837281s (data) · WorldCat Identities (ENlccn-no92017498