Fritz Knöchlein

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Fritz Knöchlein
NascitaMonaco di Baviera, 27 maggio 1911
MorteHameln, 21 gennaio 1949
Cause della morteimpiccagione
Dati militari
Paese servitoBandiera della Germania Germania nazista
Forza armata Schutzstaffel
GradoSS-Obersturmbannführer[1]
Comandante di3. SS-Panzerdivision "Totenkopf"
16. SS-Panzergrenadier-Division "Reichsführer-SS"
DecorazioniCroce di Cavaliere della Croce di Ferro
voci di militari presenti su Wikipedia

Fritz Knöchlein (Monaco di Baviera, 27 maggio 1911Hameln, 21 gennaio 1949) è stato un militare tedesco, comandante delle SS durante il regime nazista, condannato e giustiziato nel 1949 per aver commesso crimini di guerra durante la seconda guerra mondiale, in particolare per la sua responsabilità per il massacro di Le Paradis.

Massacro[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Massacro di Le Paradis.

Fu nella sua qualità di comandante di compagnia che ottenne notorietà, essendo stato responsabile del massacro dei prigionieri di guerra britannici a Le Paradis, nel Passo di Calais avvenuto il 27 maggio 1940: novantanove membri del 2º Battaglione del Royal Norfolk Regiment, che si arrese alla sua unità in una stalla, erano in piedi davanti al muro del fienile e Knöchlein ordinò di sparare con due mitragliatrici puntate contro di loro, completando l'uccisione con le baionette verso tutti gli apparenti sopravvissuti. Due dei prigionieri, Albert Pooley e William O'Callaghan, riuscirono a sfuggire al massacro, ma i restanti 97 furono frettolosamente sepolti lungo il muro del fienile.

Secondo gli storici Williamson Murray e Allan Millet:"Il comandante della compagnia, Hauptsturmführer Fritz Knochlein, ha schierato i prigionieri contro il muro del fienile e mitragliato il gruppo. Tutti i sopravvissuti sono stati colpiti con la baionetta e ancora fucilati. Le autorità militari tedesche non hanno presentato alcuna accusa contro Knochlein."[2]

Nel 1942 i corpi furono riesumati dalle autorità francesi e seppelliti di nuovo in un cimitero locale, che alla fine divenne il Cimitero di guerra Le Paradis.[3] Albert Pooley fu in seguito fatto prigioniero insieme a O'Callaghan, successivamente diede la caccia, come missione personale, a Knöchlein per farlo accusare dei crimini di guerra commessi. La sua storia fu confermata quando O'Callaghan fu liberato nel 1945.

Processo ed esecuzione[modifica | modifica wikitesto]

Nell'agosto 1948, Knöchlein fu formalmente accusato di aver commesso un crimine di guerra, di cui si dichiarò non colpevole.

«L'imputato Fritz Knöchlein, cittadino tedesco, incaricato dell'unità della guarnigione di Amburgo, ai sensi dell'articolo 4 del Regolamento per il processo dei criminali di guerra, è accusato di aver commesso un crimine di guerra in quanto nei pressi di Le Paradis, Passo di Calais, in Francia, intorno al 27 maggio 1940, in violazione delle leggi e degli usi della guerra, si preoccupava dell'uccisione di circa novanta prigionieri di guerra, membri del Royal Norfolk Regiment e di altre unità britanniche.»

Il suo processo iniziò lunedì 11 ottobre 1948, a Rotherbaum e sia Albert Pooley che William O'Callaghan furono chiamati a testimoniare contro di lui. L'avvocato difensore di Knöchlein affermò che lo stesso Knöchlein non era stato presente il giorno della battaglia e che le forze britanniche durante la battaglia avevano usato proiettili a espansione illegali.

Dopo essere stato dichiarato colpevole, Knöchlein chiese clemenza, sostenendo che aveva una moglie e quattro figli che dipendevano da lui. Condannato all'impiccagione, fu giustiziato il 21 gennaio 1949.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Ordine militare della Croce Tedesca - nastrino per uniforme ordinaria
Croce di Cavaliere della Croce di Ferro - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Jens Westemeier, Himmlers Krieger: Joachim Peiper und die Waffen-SS in Krieg und Nachkriegszeit, Paderborn, Ferdinand Schöningh, 2013, pp. 662, ISBN 978-3-506-77241-1.
  2. ^ Murray, Millett, p. 90.
  3. ^ "Le Paradis War Cemetery, Lestrem." Commonwealth War Graves Commission. Retrieved 7 November 2015
  4. ^ (DE) Klaus D. Patzwall e Veit Scherzer, Das Deutsche Kreuz 1941–1945 Geschichte und Inhaber Band II, Norderstedt, Verlag Klaus D. Patzwall, 2001, pp. 238, ISBN 978-3-931533-45-8.
  5. ^ (DE) Veit Scherzer, Die Ritterkreuzträger 1939–1945 Die Inhaber des Ritterkreuzes des Eisernen Kreuzes 1939 von Heer, Luftwaffe, Kriegsmarine, Waffen-SS, Volkssturm sowie mit Deutschland verbündeter Streitkräfte nach den Unterlagen des Bundesarchives, Jena, Scherzers Militaer-Verlag, 2007, pp. 454, ISBN 978-3-938845-17-2.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN121688620 · ISNI (EN0000 0000 8030 7539 · LCCN (ENnb2010014177 · WorldCat Identities (ENlccn-nb2010014177