Friedrich Flick

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Friedrich Flick durante il Processo di Norimberga

Friedrich Flick (Ernsdorf, 10 luglio 1883Costanza, 20 luglio 1972) è stato un imprenditore e criminale di guerra tedesco.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Fu capostipite della famiglia di industriali tedeschi e fra i membri fondatori del partito nazionalsocialista.
Creò la sua fortuna economica durante la prima guerra mondiale, espandendo oltremodo la sua ricchezza negli anni della indebitata Repubblica di Weimar mediante un gruppo conglomerato, particolarmente affermato nei settori dell'acciaio e del carbone.

Fu un convinto sostenitore del nazismo. Al termine della seconda guerra mondiale, nonostante la condanna a sette anni di reclusione per crimini di guerra (di cui scontati solo tre), Flick ricostruì il proprio giro d'affari, ritornando a essere la personalità più ricca della Germania Occidentale e uno degli uomini più ricchi del mondo al momento della sua morte, avvenuta nel 1972.

Ebbe tre figli, Otto-Ernst Flick, Rudolf Flick e Friedrich Karl Flick. Il secondogenito, Rudolf, morì il 28 giugno 1941, all'età di quasi 22 anni, sul fronte orientale, sei giorni dopo l'inizio della seconda guerra mondiale.[1]

Il trust dell'acciaio-carbone tedesco[modifica | modifica wikitesto]

La Thyssen Stahl Ag (nata Gewerkschaft Deutscher Kaiser nel 1891) e la Krupp Stahl AG (n. 1811) Nel 1884 il gruppo inaugurò la sua prima filiale italiana. Alla morte di August Thyssen nel 1926, il figlio maggiore Fritz assunse il suo ruolo e fondò il Vereinigte Stahlwerke AG, assumendo Friedrick Flick nel board dirigenziale[2].

Il trust nato dalle famiglie Thyssen e Flick (e altre), stabilì il suo quartier generale ad Essen[3], città in cui gli antenati della famiglia Krupp svolgevano anticamente l'attività di mercanti.

Il trust è un istituto giuridico-economico tradizionale dei Paesi anglosassoni, diffuso nei grandi gruppi ma anche come strumento di tutela del patrimonio personale e famigliare della media borghesia. In Europa, invece, si era diffuso nei settori bancari e industriali tedeschi a seguito di un continuo processo di concentrazione nella crisi degli anni '30, durante un continuo susseguirsi di acquisizioni o incorporazioni societarie.
Il Vereinigte Stahlwerke fu il potente cartello finanziario-industriale del ferro-acciaio-carbone, che svolse un ruolo decisivo nell'ascesa al potere di Adolf Hitler, in termini di sostegno monetario, organizzativo e mediatico.

Crimini di guerra[modifica | modifica wikitesto]

Flick fu il protagonista di uno dei dodici Processi secondari di Norimberga (Flick Trial) che accertarono la reale direzione economica, paramilitare e politica del Partito Nazionalsocialista. I processi secondari ebbero tutti luogo durante e in parallelo al più famoso Processo di Norimberga, nelle aule dello stesso Palazzo di Giustizia di Norimberga, dove vennero condannati 22 criminali nazisti.

Gli imputati erano F. Flick e altri cinque dirigenti apicali del gruppo Flick Kommanditgesellschaft o Flick AG[senza fonte], con accuse di frode e riduzione al lavoro in condizioni di schiavitù. Flick e il dirigente con maggiore anzianità professionale furono soprattutto accusati di aver partecipato al "Circle of Friends of Himmler", un club elitario dei più facoltosi e influenti industriali e banchieri tedeschi fondato nel 1932 da Wilhelm Keppler (fidato e storico finanziatore di Hitler), e diretto personalmente da Himmler a partire dal 1935, con lo scopo espresso di fornire sostegno finanziario al Partito nazista. I suoi iscritti versavano una quota annua di un milione di Reichsmark su un conto intestato ad Himmler.

Nel dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Friedrich Flick (il terzo da sinistra, in primo piano)

Sebbene fosse stata dimostrata la sua colpevolezza nel Processo di Norimberga, con una condanna a sette anni di carcere, già negli anni '50 tornò rapidamente ad essere uno degli uomini più ricchi della Germania Occidentale, e il principale azionista della Daimler-Benz.

Fu insignito di varie onorificenze come la Gran Croce dell'Ordine al merito di Germania (con stella e fascia) nel 1963, e l'Ordine al merito bavarese. Divenne membro onorario del senato accademico dell'Università tecnica di Berlino.
Nell'anno della sua morte, il gruppo contava 330 società e circa 300.000 dipendenti.
A lui succedettero il figlio Friedrich Karl Flick e il nipote Friedrich Christian Flick, che aprì la galleria d'arte moderna Friedrich Christian Flick Collection.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (DE) Flick – zweiteiliger Dokumentarfilm vom Mai/Juni 2010, su daserste.de.
  2. ^
    (EN)

    «In 1926, August Thyssen died. The eldest son, Fritz, expanded the Thyssen empire by creating United Steel Works (Vereinigte Stahlwerke AG). Thyssen also brought Friedrich Flick on board. The Thyssen-Flick union was designed to suppress the union movement. With the merger, George Walker hired his son-in-law, Prescott Bush, to manage the United Steel Works account.»

    (IT)

    «Nel 1926 August Thyssen morì. Il figlio maggiore, Fritz, espanse l'impero Thyssen creando la Vereinigte Stahlwerke AG. Thyssen inserì nell'azienda Friedrich Flick. L'unione Thyssen-Flick fu organizzata per eliminare il movimento sindacale. Con la fusione, George Walker inserì il proprio genero, Prescott Bush, per amministrare la Vereinigte Stahlwerke AG.»

  3. ^ Notizie su ThyssenKrupp, su argomenti.ilsole24Ore.it. Accesso il 5 Aprile 2018

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) Thomas Ramge: Die Flicks. Eine deutsche Familiengeschichte um Geld, Macht und Politik. Campus-Verlag, Frankfurt am Main 2004, ISBN 3-593-37404-8.
  • (DE) Günter Ogger: Friedrich Flick der Grosse. 3. Auflage. Scherz Verlag, Bern-München-Wien 1971.
  • (DE) Kim Christian Priemel: Flick - Eine Konzerngeschichte vom Kaiserreich bis zur Bundesrepublik. Wallstein Verlag, Göttingen 2007, ISBN 3-8353-0219-1.
  • (DE) Norbert Frei, Ralf Ahrens, Jörg Osterloh, Tim Schanetzky: Flick. Der Konzern. Die Familie. Die Macht. Blessing Verlag, München 2009, ISBN 978-3-89667-400-5

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN15560850 · ISNI (EN0000 0001 2209 0033 · LCCN (ENn80144724 · GND (DE118533959 · J9U (ENHE987007297582505171 · WorldCat Identities (ENlccn-n80144724