Francesco Pezza

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Francesco Pezza

Francesco Pezza, noto anche con lo pseudonimo di Silvabella (utilizzato in ambito giornalistico[1]) (Mortara, 1873[1]Mortara, 20 aprile 1956[1]), è stato un medico e storico italiano. In ambito medico è noto soprattutto per gli studi sulla malaria, in ambito storico per gli approfondimenti sulle vicende della sua terra natìa, la Lomellina.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Mortara nel 1873, figlio di Giuseppe[1][2].

Con Giovanni Bertolotti (conosciuto come papà Gianola) e Rodolfo Morosetti, in gioventù fu membro del gruppo di ginnasti mortaresi attivo dal 1881, che per gli allenamenti serali utilizzava le attrezzature della palestra sita nella locale Scuola Tecnica. Nel 1884 il gruppo si costituì in Società Ginnastica "La Costanza", forte di oltre duecento membri[3].

Si laureò in Medicina all'Università di Pavia, dove fu allievo ed assistente di Giuseppe Sormani[4], quindi divenne medico condotto, attività che esercitò per l'intera vita[5].

Nel 1904 era ufficiale sanitario di Mortara[6].

Prima guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Durante la fase del dibattito tra interventismo e antinterventismo, il 15 gennaio 1915 conobbe il patriota Cesare Battisti ad una conferenza su Trento e il Trentino tenuta presso il teatro Vittorio Emanuele di Mortara. Nel Pezza nacque una tale ammirazione per la sua figura, che, quando questi fu ucciso nel 1916, ne propugnò la commemorazione mediante una targa apposta nella sua città[1].

Durante la guerra ottenne il grado di tenente medico e diede vita a varie iniziative in ambito sanitario: il 1º giugno 1914 fondò il comitato mortarese della Croce Rossa Italiana, ne divenne presidente (fino al 1931) e ne curò la pubblicazione del bollettino Humanitas e l'organizzazione del primo corso per infermiere (1915)[7], e istituì tredici ospedali militari in Mortara e nei comuni limitrofi, gestiti dallo stesso comitato, che svolsero un'attività fondamentale durante gli anni del conflitto[1]. Circa ventimila combattenti provenienti dalla 2ª, 3ª, 4ª, 5ª e 6ª armata sul fronte dell'Isonzo e del monte Grappa furono affidati alle cure dei predetti ospedali, compresi soldati dell'esercito austroungarico (dato il principio di neutralità alla base delle Convenzioni di Ginevra)[8]. Secondo i resoconti del Pezza, l'attività della Croce Rossa consentì di ridurre la mortalità a soli 137 individui[9].

Primo dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Nel primo dopoguerra fu dirigente del partito liberale riformista di Mortara, assieme all'ex sindaco Bernardo Colli, come parte del fronte di liberali e conservatori che contrastava il predominio della Federazione Proletaria Lomellina e del Partito Socialista[10][11]. Nel medesimo contesto, a febbraio 1919 fu tra i finanziatori del neonato settimanale "Il Risveglio", voce del predetto partito e diretto dal giornalista medese Carlo Cordara[12].

Fu inoltre tra i primi aderenti al fascismo. Il 23 marzo 1919 partecipò alla fondazione dei Fasci italiani di combattimento in piazza San Sepolcro a Milano, in tale occasione volle sottolineare la propria adesione al movimento inviando un telegramma direttamente a Benito Mussolini, per essere considerato un sansepolcrista a tutti gli effetti[1][11]. Nel giro di pochi anni lo si vide alla dirigenza del movimento fascista lomellino: a titolo di esempio, nel 1924, rispondendo ad una lettera aperta del deputato e poeta Sem Benelli alla gente della Lomellina, si firmò Fiduciario del P.N.F. per il gruppo di Mortara[13].

Un ulteriore esempio dell'impegno pubblico per il proprio paese si ebbe negli anni '20, quando fu investito segretario del comitato a favore della costruzione della linea ferroviaria Tortona-Mortara[14].

Eredità[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1981 la figlia, Giorgina Pezza Tornamè, donò al Comune di Vigevano un fondo di 63 pubblicazioni scritte dal padre: la maggior parte a soggetto storico, le restanti di carattere medico[5][15].

Gli studi[modifica | modifica wikitesto]

Medicina[modifica | modifica wikitesto]

In ambito sanitario approfondì soprattutto le malattie del lavoro, tra cui i problemi sanitari delle mondine. In merito, da ricordare sono i suoi contributi agli studi sulla malaria, all'epoca incombente sul territorio, e sulle altre malattie inerenti il lavoro in risaia. Scrisse numerosi testi di medicina preventiva e profilassi[1][5].

Sullo stesso argomento sono noti diversi suoi interventi nei congressi risicoli internazionali, come nel 1903 a Mortara e nel 1912 a Vercelli[16][17], o nei congressi internazionali sulla medicina del lavoro, come nel 1906 a Milano[18].

Nei primi anni del XX secolo compì accurate ricerche che dimostrarono il decisivo ruolo bonificante delle risaie contro la diffusione della malaria, in contrasto con l'opinione tradizionale che le risaie ne fossero invece un potente vettore. Nel 1907 i risultati di tali ricerche furono allegati alla documentazione per una proposta di legge sulla risicoltura avanzata dal Presidente del Consiglio e Ministro degli Interni Giolitti in concerto col Ministro dell'Agricoltura, Industria e Commercio Cocco-Ortu[19].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fu autore di numerose opere sulla storia della Lomellina[1] e membro di locali associazioni di ambito storico ed artistico, quali la Società Pavese di Storia Patria, la Società Vigevanese di Lettere, Storia ed Arte e la Società Storica Novarese, sui cui bollettini pubblicò svariati articoli[20][21].

Furono la conoscenza e la stima per il novarese Giovanni Battista Morandi, all'epoca dell'università, ad avvicinarlo allo studio della storia. La stima reciproca e la passione si concretizzarono nel 1907 nel privilegio di firmare il primo articolo pubblicato dal Bollettino Storico per la Provincia di Novara, fondato e diretto dallo stesso Morandi. Seguendo la passione per tali studi, fu in seguito tra i fondatori ed amministratori della Società Storica Novarese per almeno un decennio[22]. A titolo di esempio del suo coinvolgimento nella vita della società, si citano il sentito discorso commemorativo del 1947 in onore di Alessandro Viglio, per lunghi anni direttore del Bollettino dopo la prematura morte del Morandi, e l'aneddoto raccontato dall'amico e collaboratore Lino Cassani secondo cui fu proprio il Pezza, durante una riunione della società, a proporre la pubblicazione delle Consignationes del 1347, da lui stesso consultato per la stesura del primo articolo sul Bollettino. La proposta si concretizzò poi tra il 1937 e il 1939, ad opera dello stesso Cassani, con Gottardo Mellerio e Mario Tosi, sotto l'egida della Deputazione Subalpina di Storia Patria[23][24][25].

Della sua città natale ricercò strenuamente le origini romane, intravedendo nel reticolato urbano moderno la struttura ortogonale della città antica, nonché la posizione di alcune porte e il percorso delle mura. È possibile che gli sforzi profusi in questa specifica ricerca fossero correlati al culto della romanità dell'ideologia fascista, di cui Pezza fu un convinto sostenitore[26].

Nonostante alcuni lo considerino uno storico dilettante, non avendo alle spalle uno specifico percorso formativo in ambito storico, il valore dei suoi studi è indiscusso, al punto di divenire negli anni '10 Regio Ispettore agli scavi per la Lomellina orientale[27] e negli anni '20 Ispettore Onorario della Soprintendenza alle Antichità della Lombardia. La sua costante presenza sui luoghi dei ritrovamenti, documentata dagli appunti e dalle relazioni dei sopralluoghi, fornisce una chiara idea delle scoperte archeologiche a cavallo tra fine Ottocento e inizio Novecento[26].

Fu anche un collezionista di reperti archeologici. La sua collezione constava di una cinquantina di pezzi, per la maggior parte integri. Una relazione del 1956 conservata presso l'Archivio Topografico della Soprintendenza ai Beni Archeologici della Lombardia lista monete, oggetti metallici, recipienti in vetro, terracotta e terra sigillata, cinque lucerne, alcune fusaiole, un busto femminile in terracotta, una coppetta costolata, un balsamario in vetro e altri reperti in terracotta. Nei suoi scritti il riferimento ai reperti archeologici è costante, specialmente monete ed epigrafi, unitamente al luogo di ritrovamento[26].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Articoli[modifica | modifica wikitesto]

I più importanti scritti apparsi sul Bollettino Storico per la Provincia di Novara, segnalati da Lino Cassani[22]:

Altri articoli:

Libri[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

In onore di Francesco Pezza, nel 1992 il Comune di Mortara istituì il Premio Francesco Pezza: un concorso biennale che premiava la miglior tesi di laurea (discussa in una qualsiasi università e facoltà) incentrata sulla Lomellina, in qualsiasi ambito. Per l'organizzazione del concorso fu creata un'apposita Fondazione "Premio Francesco Pezza", sostenuta da vari soggetti promotori, tra cui la sezione mortarese di Italia Nostra[28]. Nel 2017 la manifestazione fu interrotta a causa della defezione di alcuni enti promotori (che mettevano concretamente a disposizione i fondi per il premio) e per il generale disinteresse verso l'iniziativa, dato che nessuna tesi veniva ormai proposta[29].

Nel 2018, la sezione mortarese di Italia Nostra ricordò Pezza con un evento incentrato sulla sua opera Il tracciato romano della Via Francisca del 1933, opuscolo per l'occasione ripubblicato in copia anastatica. L'evento si tenne nella biblioteca civica, a lui intitolata[30].

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
«Per benemerenze nella lotta antimalarica»
— dicembre 1909[2][31]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i Studenti del Master in Public History, 23 marzo 1919 (PDF), su Università degli Studi di Milano - Dipartimento di studi storici, 2019, pp. 2, 32. URL consultato il 3 gennaio 2023.
  2. ^ a b Ordine della Corona d'Italia, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, n. 152, Roma, Tip. delle Mantellate, 30 giugno 1910, p. 3486. URL consultato il 21 gennaio 2023.
  3. ^ Il nostro club, su La Costanza 1884 A. Massucchi a.s.d.. URL consultato il 17 gennaio 2023.
  4. ^ Valentina Cani, Sormani, Giuseppe, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 93, Istituto della Enciclopedia Italiana, 2018. URL consultato il 18 gennaio 2023. Ospitato su Treccani.
  5. ^ a b c Fondo Dottor Francesco Pezza, su Comune di Vigevano. URL consultato il 3 gennaio 2023.
  6. ^ Ditta E. Finetti & C., Provincia di Pavia - Circondario di Mortara, in Annuario sanitario d'Italia, Milano, Casa Editrice dell'Annuario, 1904, p. 309. URL consultato il 21 gennaio 2023. Ospitato su Google Libri.
  7. ^ Croce Rossa Italiana - Comitato di Mortara, Storia di 85 anni di attività, su Yumpu, 6 giugno 1999, p. 29. URL consultato il 7 gennaio 2023.
  8. ^ Nasce il Comitato Mortarese della Croce Rossa Italiana - 1914, su Croce Rossa Italiana - Comitato Locale di Mortara. URL consultato il 17 gennaio 2023 (archiviato dall'url originale il 16 gennaio 2023).
  9. ^ Gli ospedali militari di Mortara, su Caduti Vigevano Grande Guerra. URL consultato il 17 gennaio 2023.
  10. ^ Umberto De Agostino, Cordara, un giornalista sempre all'attacco, su Vivo in Lomellina, 23 novembre 2020. URL consultato il 10 gennaio 2023.
  11. ^ a b Umberto De Agostino, Capitolo IX, in La Contessa nera: Lomellina, 1921, F.lli Frilli, 2014. URL consultato il 15 gennaio 2023. Ospitato su Google Libri.
  12. ^ R. C., Una battaglia tra giornali locali nella Lomellina del primo '900, in la Provincia Pavese, 16 maggio 2019. URL consultato il 2 febbraio 2023.
  13. ^ La sdegnosa risposta dei Lomellini al messaggio dello scrittore (PDF), in L'epoca, n. 207, 30 agosto 1924, p. 2. URL consultato il 16 gennaio 2023.
  14. ^ A. Arzano, La Direttissima e la Tortona-Mortara per Isola Sant'Antonio e Mezzana Bigli, in Il Popolo, n. 35, Tortona, 27 agosto 1922, p. 1. URL consultato il 19 gennaio 2023.
  15. ^ P. Muggiati, Fondo Pezza, su Comune di Vigevano, 29 settembre 2014. URL consultato il 17 gennaio 2023.
  16. ^ Bullettino agrario, in L'Agricoltura Italiana, n. 29, Pisa, R. Istituto Agrario, 1903, p. 569. URL consultato il 15 gennaio 2023.
  17. ^ Atti del IV Congresso risicolo internazionale, Vercelli 5-6-7-8 novembre 1912, Vercelli, Premiata tipolitografia Gallardi e Ugo, 1913, pp. 242, 357 e 358. URL consultato il 15 gennaio 2023. Ospitato su Google Libri.
  18. ^ Francesco Pezza, Patologia delle risaie, I Congresso internazionale per le malattie del lavoro, Milano, 9-14 giugno 1906, Milano, Stab. Tip. Ditta E. Reggiani, 1906, pp. 423-440. URL consultato il 20 gennaio 2023.
  19. ^ Camera dei deputati, La malaria e le risaie, in Allegati al disegno di legge presentato dal Presidente del Consiglio, Ministro dell'Interno di concerto col Ministro dell'Agricoltura, Industria e Commercio sulla risicoltura, collana Raccolta degli atti stampati per ordine della Camera, vol. 21, Roma, Tip. della Camera dei Deputati, 1907, p. 35. URL consultato il 15 gennaio 2023. Ospitato su Google Libri.
  20. ^ Elenco dei soci, in Bollettino della Società pavese di storia patria, volume 8, fascicolo 3, Pavia, Premiata Tipografia Successori Fratelli Fusi, settembre 1908. URL consultato il 9 gennaio 2023.
  21. ^ Alessandro Colombo, Frammenti e notizie - A proposito della scoperta d'una «colonna miliare romana» in Mortara, in Viglevanum - Rivista della Società vigevanese di lettere storia ed arte, n. 1, gennaio-marzo 1914, p. 360. URL consultato il 15 gennaio 2023.
  22. ^ a b Soci defunti nel 1956 - Comm. Dott. Francesco Pezza (1956-04-20), in Bollettino Storico per la Provincia di Novara, n. 2, 1957, p. 149. URL consultato il 17 gennaio 2023.
  23. ^ III - Commemorazione del prof. Viglio, su Società Storica Novarese, 1947. URL consultato il 17 gennaio 2023.
  24. ^ Lino Cassani, Le «Consignationes» dei benefici ecclesiastici novaresi nel 1347, in Bollettino Storico per la Provincia di Novara, n. 1, Regia Deputazione di Storia Patria, 1935, p. 115. URL consultato l'8 giugno 2023.
  25. ^ Giancarlo Andenna, Temi e studiosi (PDF), in Novarien, Mezzo secolo di studi novaresi, Anno LI n. 47, Novara, Interlinea, 2018, p. 11, ISSN 0078-253X (WC · ACNP). URL consultato il 31 marzo 2022.
  26. ^ a b c Serena Scansetti, Collezionisti di reperti archeologici a Mortara, in Viglevanum, n. 22, Società Storica Vigevanese, 2012, pp. 30, 32-34. URL consultato il 19 gennaio 2023.
  27. ^ Antichità rinvenute in vari comuni della Regione XI durante il biennio 1910-1911 (PDF), in Atti della R. Accademia dei Lincei, vol. 9, fasc. 1, Roma, Tip. della R. Accademia dei Lincei, 1912, p. 7. URL consultato il 16 gennaio 2023.
  28. ^ Premio Francesco Pezza 2016 (PDF), in INLomellina, n. 85, Mortara, Italia Nostra, gennaio 2016, p. 4. URL consultato il 17 gennaio 2023.
  29. ^ Vittorio Testa, Il "requiem" del Premio Pezza è un libro che propone 25 anni storia (e un inedito), su Il Nuovo Lomellino, 12 dicembre 2018. URL consultato il 10 gennaio 2023 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2023).
  30. ^ Umberto De Agostino, Mortara, Italia Nostra ricorda Pezza - Un secolo fa riscoprì la via Francigena, su La Provincia Pavese, 14 dicembre 2018. URL consultato il 10 gennaio 2023.
  31. ^ Nella vita professionale - Nomine, promozioni, onorificenze, in Il Policlinico, n. 2, Roma, 9 gennaio 1910, p. 60. URL consultato il 9 gennaio 2023.
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