Francesco Maria Franco

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Francesco Maria Franco
vescovo della Chiesa cattolica
Sto et pasco in fortitudine tua
 
Incarichi ricoperti
 
Nato27 luglio 1877 a San Damiano d'Asti
Ordinato presbitero29 giugno 1900
Nominato vescovo10 marzo 1919 da papa Benedetto XV
Consacrato vescovo1º maggio 1919 dal vescovo Luigi Spandre
Deceduto7 febbraio 1968 (90 anni) a Crema
 

Francesco Maria Franco (San Damiano d'Asti, 27 luglio 1877Crema, 7 febbraio 1968) è stato un vescovo cattolico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato da una famiglia numerosa (undici fratelli) e benestante, Francesco Maria Giuseppe Franco compì gli studi nel seminario vescovile di Asti, dove fu ordinato sacerdote il 29 giugno 1900. Subito destinato alla parrocchia di Agliano Terme, ne fu poi nominato parroco (1905) e vi costruì l'asilo infantile e gli oratori maschile e femminile. Apprezzato predicatore, si occupò anche della stampa cattolica e in particolare del neonato settimanale diocesano Gazzetta d'Asti. Il 10 marzo 1919 venne nominato vescovo di Ozieri e consacrato il successivo 1º maggio.

Nel Logudoro si distinse per l'intensa attività dedicata soprattutto all'organizzazione dell'Azione Cattolica e allo sviluppo e crescita del seminario diocesano. Uomo di estremo rigore morale, improntò il proprio magistero al recupero dei valori etici tradizionali combattendo rilassatezza dei costumi e comportamenti non allineati; esempio tipico furono i dissapori che ebbe con don Pietro Casu, parroco di Berchidda, di cui disapprovò l'attività di scrittore e romanziere, per altro accolta favorevolmente negli ambienti cattolici nazionali.[1]

Né mutò atteggiamento quando venne trasferito, il 18 settembre 1933, alla guida della diocesi di Crema. La pastorale del vescovo Franco si concentrò ancora sulla moralizzazione dei costumi (austerità, disciplina, intransigenza per divertimenti, abbigliamento indecente e civetteria femminile) e, negli anni della dittatura fascista, dimostrò neutralità e scarso interesse per la politica. Nei momenti più critici (quelli della Repubblica Sociale Italiana, 1943-1945), optò per il silenzio rifugiandosi nell'ambito strettamente religioso ed etico-morale. Atteggiamento che tuttavia gli consentì di svolgere preziosa opera di mediazione fra repubblichini e partigiani nei giorni della Liberazione.

Come il suo predecessore Giacomo Montanelli, fu molto vicino al lavoro dei salesiani[2] e dedicò particolare attenzione alla sistemazione amministrativa della diocesi creando le nuove parrocchie di Cascine Gandini, frazione di Palazzo Pignano (27 marzo 1936), di Castelnuovo (19 marzo 1943) e dei Sabbioni 10 agosto 1948[3], quartieri di Crema.

Dimessosi il 10 luglio 1950, venne nominato vescovo titolare di Ilio. Si spense nel paese natale, San Damiano d'Asti, il 17 febbraio 1968.

Genealogia episcopale[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il vescovo piemontese non perdeva occasione per rammentare al parroco sardo, pressoché suo coetaneo, "i doveri del sacro ministero" e nel 1925, dopo la pubblicazione sulla rivista Il Nuraghe di una sua "Confidenza d'autore" accanto a una positiva recensione di un saggio sul protestantesimo, gli vietò "di collaborare con riviste e giornali di orientamento non cattolico". Dal sito filologia sarda.
  2. ^ Nella diocesi di Crema, i salesiani avevano un noviziato a Montodine (Bollettino salesiano Archiviato il 22 novembre 2008 in Internet Archive.).
  3. ^ La comunità dei Sabbioni era nata e cresciuta intorno a un convento dei Cappuccini, risalente al 1574 ma soppresso ben tre volte nel corso dei secoli e sostituito nella giurisdizione ecclesiastica dalla vicina parrocchia di Ombriano. Quello realizzato dal vescovo Franco nel 1948 fu pertanto un abile compromesso raggiunto dopo estenuanti trattative fra le esigenze della diocesi e le richieste della parrocchia di Ombriano, dei Cappuccini e della congregazione vaticana competente: il territorio dei Sabbioni divenne una curazia parrocchiale autonoma sotto la diretta giurisdizione del vescovo di Crema. Non ancora una parrocchia, dunque, in termini amministrativi, ma il padre guardiano che la reggeva aveva sostanzialmente le prerogative di un normale parroco. Ufficialmente i Sabbioni, retti sempre dai padri cappuccini, divennero parrocchia solo nel 1960.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • S.E. mons. Francesco Maria Franco vescovo assistente al soglio pontificio, nel 60º di sacerdozio e 42º di episcopato, Asti, Scuola tipografica San Giuseppe, 1960.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Ozieri Successore
Carmine Cesarano, C.SS.R. 10 marzo 1919 - 18 settembre 1933 Igino Maria Serci Vaquer
Predecessore Vescovo di Crema Successore
Marcello Mimmi 18 settembre 1933 - 10 luglio 1950 Giuseppe Piazzi
Predecessore Vescovo titolare di Ilio Successore
Leo John Steck 10 luglio 1950 - 7 febbraio 1968 sede vacante
Controllo di autoritàVIAF (EN90106973 · SBN CAGV018924