Francesco Dessì Fulgeri

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Francesco Dessi Fulgeri
Francesco Dessì Fulgeri
NascitaVillacidro, 31 ottobre 1870
MorteVillacidro, 20 novembre 1945
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Regno d'Italia
Forza armataRegio esercito
Armafanteria
Corpobrigata Sassari
Unità152°
RepartoIII battaglione
Anni di servizio1890 - 1935
GradoGenerale di brigata
ComandantiTommaso Salsa
Gabriele Berardi
GuerreGuerra italo-turca
Prima guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
BattaglieBattaglia di Ettangi
Quarta battaglia dell'Isonzo
Comandante diIII battaglione 152 brigata Sassari
DecorazioniOrdine militare di Savoia Medaglia d'argento medaglia di bronzo
Studi militariAccademia Militare
Frase celebresilenziosi come ladri di pecore
voci di militari presenti su Wikipedia

Francesco Dessì Fulgheri (Villacidro, 31 ottobre 1870Villacidro, 20 novembre 1945) è stato un generale italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Già capitano del 47° durante la guerra italo-turca gli fu conferita la medaglia di bronzo nella battaglia di Ettangi[1]. Nell'autunno del 1915 fu col grado di maggiore al comando del III battaglione della 152ª brigata Sassari, che durante i primi mesi della Grande guerra salì alla ribalta delle cronache per aver espugnato, il 14 novembre 1915 durante la Quarta battaglia dell'Isonzo, l'imprendibile trincea detta "dei Razzi" nel quadrante del Monte San Michele: la posizione aveva resistito all’attacco per ben 14 assalti ed era definita la "tomba dei bersaglieri" e della "brigata Siena", che avevano perso numerosi uomini tentando invano di conquistarla.

Dessì fu l'ideatore del piano che portò, con pochissime perdite, a conquistare la trincea e a fare prigionieri oltre 278 militari e 11 ufficiali austriaci.[2] Lui e i suoi ragazzi strisciarono tra cadaveri e filo spinato senza farsi sentire fino al margine della trincea nemica, attesero l'avvicendamento del reparto austriaco e in pochi secondi saltarono nella trincea cogliendo il nemico di sorpresa: l'azione fu riportata nel bollettino di guerra dal Generale Cadorna: «...gli intrepidi Sardi della Brigata Sassari che sulle Frasche resistettero saldamente sulle conquistate posizioni e con ammirevole slancio espugnarono altro vicino trinceramento detto dei “Razzi”. Fecero al nemico 278 prigionieri e 11 ufficiali»[3] Per l'impresa fu decorato con l'onorificenza dell'Ordine militare di Savoia[4]

In seguito fu anche decorato con la medaglia d'argento per un'altra brillante azione.[1] La sua carriera militare si concluse con il grado di generale di brigata.

Sposato con Maria Cristina Pinna, dal matrimonio nacquero due figli: Giuseppe, che diverrà un famoso scrittore, e Franco. Proprio da un'impresa militare del padre Giuseppe trasse lo spunto per uno sceneggiato televisivo, La Trincea, che portò alla luce una vicenda allora poco conosciuta.[5] Morì nella sua Villacidro all'età di quasi 75 anni pochi mesi dopo la fine della seconda guerra mondiale. A Villacidro una strada porta il suo nome.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Guidava arditamente il battaglione all'attacco inerpicandosi per primo, sopra l'erta parete rocciosa, e concorrendo efficacemente a conquistarne la cresta. Distintosi già per perizia e coraggio in altri fatti d'arme»
— Castelgomberto 16 giugno 1916
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«in rincalzo accorse con abilità e fermezza per sostenere un reparto di ala minacciato, sul fianco esterno, da forti gruppi nemici e fronteggiandoli, riuscì a sventare il tentativo di aggiramento.»
— Ettangi 18 giugno 1913
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915-1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia 1848-1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa delle campagne di Libia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia interalleata della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Dall'Istituto del Nastro Azzurro
  2. ^ Fonte: Ministero della difesa
  3. ^ Fonte:S.M.E. Comunicato del Comando Supremo del 15/11/1915 pubblicato su tutti i quotidiani il giorno 17 novembre
  4. ^ Dal libro: La Brigata Sassari. Editore Ilisso (2016) pag.99- 100 - 164- 165
  5. ^ Fonte: Rai Radio Televisione Italiana. Trasmesso il 4 novembre 1961 dal secondo canale

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • La Brigata Sassari storia e mito. Editore Ilisso (2016) pag.99- 100 - e da pag.161 a pag.167
  • G.Fois La brigata Sassari Editore Della Torre (2006)
  • M.Mureddu 100 anni della Brigata Sassari Delfino Editore 2015
  • Giornale di guerra della Brigata Sassari anno 1915, giorni 14 15 16 novembre 1915
  • Comunicato del Comando Supremo del 15/11/1915