Filippo Palieri

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Filippo Palieri

Filippo Palieri (Cerignola, 22 maggio 1911Wietzendorf, 13 aprile 1945) è stato un poliziotto italiano, commissario di polizia e medaglia d'oro al valor civile.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Ex-allievo del corso 1926-29 della Scuola Militare Nunziatella di Napoli[1], laureato in Giurisprudenza a Roma nel 1933, entrò nella Polizia di Stato giovanissimo, percorrendo tutti i gradi di carriera fino a diventare Capo di Gabinetto della Questura di Rieti.

Durante il suo servizio in questa sede, si adoperò per evitare la deportazione nei campi di lavoro in Germania di circa 300 artigiani reatini, che avvertì personalmente del pericolo. Nello stesso periodo, fornì appoggio ai reparti partigiani che operavano sulle montagne della Sabina.

A causa del contrasto effettuato agli occupanti tedeschi, e del suo rifiuto ad aderire alla Repubblica Sociale Italiana, venne alla fine arrestato ed internato nel campo di concentramento di Wietzendorf, dove morì di stenti.

Ricordo[modifica | modifica wikitesto]

A lui sono stati dedicati due libri: Oltre il lager ed Eredità d'affetti. Nel primo è raccontata la sua vicenda umana e civile, nel secondo sono invece raccolte le poesie dedicategli dalla moglie (la poetessa e scrittrice Giuliana Palieri Annesi).

A Filippo Palieri sono inoltre dedicati la sezione locale dell'Associazione Nazionale Polizia di Stato ed una via a Rieti, nonché un cippo marmoreo nell'area del Santuario della Madonna delle Grazie di Allumiere (Roma).

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor civile - nastrino per uniforme ordinaria
«Capo di Gabinetto della Questura di Rieti, evidenziando eccezionale slancio altruistico e sprezzo del pericolo, riusciva a tenere nascosti agli occupanti tedeschi i nominativi degli artigiani reatini, evitando in tal modo la loro deportazione in campi di lavoro. Dopo aver informato personalmente i propri concittadini del pericolo, veniva scoperto dai nazisti e, arrestato, deportato nel lager di Wietzendorf dove periva a causa degli stenti e delle torture patite. Fulgido esempio di straordinarie virtù civiche e generoso altruismo spinte sino all'estremo sacrificio. 13 aprile 1945 - Wietzendorf (Germania)»
— 10 marzo 2004[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ G. Catenacci, Ruolo degli allievi Scuola Militare Nunziatella 1787-2015. Associazione Nazionale Ex Allievi Nunziatella, Napoli 2015
  2. ^ http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=107835

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]