Filippo Anivitti

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Filippo Anivitti (Roma, 4 dicembre 1876Roma, 4 agosto 1955) è stato un pittore italiano.

Filippo Anivitti, Ponte Nomentano

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Raffaele e di Agnese Grilli, Filippo Anivitti è nato a Roma il 4 dicembre 1876 ed è morto a Roma il 4 agosto 1955. Studia all'Accademia di Belle Arti di Roma, con Filippo Prosperi, titolare della cattedra di figura. Frequenta poi i corsi serali di Alessandro Morani, all'Istituto Artistico Industriale. Agli esordi del suo percorso artistico è attratto dal divisionismo; ma è solo una fase transitoria, che gli è tuttavia utile per affinare la sensibilità alla gamma cromatica.

Tra i XXV della campagna romana[modifica | modifica wikitesto]

Spinto da Morani e da Onorato Carlandi Filippo Anivitti si è unito ai XXV artisti della campagna romana, assumendo il nomignolo “orso”, per la misura e la sobrietà nel parlare. Onorato Carlandi lo ha portato alla pittura dal vero, al paesaggio. I dipinti ad olio di Anivitti, talvolta su cartone, sono rari, ma eseguiti con tecnica eccellente, veloce e fresca.

Gli acquerelli[modifica | modifica wikitesto]

Filippo Anivitti entra poi nel mondo degli acquerellisti: tecnica complessa, ma a lui congeniale. Nel 1907 egli infatti fa parte della "Associazione degli Acquarellisti romani", dedicandosi in un primo periodo ai ritratti, poi i suoi soggetti preferiti diventano scorci della vecchia Roma, le paludi pontine, i templi in rovina e la campagna romana con gli acquedotti e i cieli vasti e profondi. Sono gli acquedotti, nell'Agro romano, presenze mute di straordinario fascino: come sospesi nel tempo e nello spazio, narrano la loro realtà di costruzione antica e la minuta vita che abita tra i loro archi: pastori, pecore, cavalli. Ritrae angoli, scorciː sono impressioni fugaci, colpi di luce carpiti con rapidità e freschezza, mescolando toni brillanti con altri più delicati.

Anivitti partecipa nel 1921 alla I Biennale di Roma, nel 1931 alla Quadriennale di Roma e a varie Biennali di Venezia. Sue opere figurano nelle Gallerie d'Arte Moderna di Milano e di Roma, alla Galleria Capitolina e nella Quadreria del Quirinale, per acquisti fatti direttamente da Vittorio Emanuele III.

Alcune opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Cipressi a Villa d'Este, 1909.
  • Monte Velino, 1909.
  • Il Teverone, 1910.
  • Ruderi presso il Palatino, 1912.
  • Ninfa, 1914.
  • Il Tevere alla Magliana, 1915.
  • Acquedotto romano presso Castel Madama, 1940.
  • Il Tevere a Fiumicino.
  • Maccarese
  • Castello di Lunghezza
  • Via Appia
  • Foro Romano
  • Cavallo al pascolo
  • Piazza di Spagna

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • G. Tomasetti, "Della campagna romana: illustrazione della Via Tiburtina", Roma, R. Società romana di storia patria, 1907, in: "Archivio della R. Società romana di storia patria", vol. XXX.
  • Carlo Galassi Paluzzi, I 25 della campagna romana, Roma, Alfieri e Lacroix, 1922, SBN IT\ICCU\CUB\0293960. Prefazione di Federico Hermanin.
  • Ercole Metalli, "Usi e costumi della campagna romana", 2 ed., con disegni originali di Duilio Cambellotti, Bologna, A. Forni, 1976.
  • Renato Mammucari, I 25 della Campagna Romana, Prefazione di Paolo Emilio Trastulli, Albano Laziale, Vela, 1984, SBN IT\ICCU\RML\0083813.
  • Renato Mammucari, Acquerellisti romani: suggestioni neoclassiche, esotismo orientale, decadentismo bizantino, realismo borghese, Città di Castello, Edimond, 2001, SBN IT\ICCU\RML\0109788.
  • Renato Mammucari, "Campagna romana. Carte - vedute -piante - costumi", Edimond, 2002.

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