Filiberto di Savoia-Genova

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Filiberto di Savoia-Genova
Filiberto di Savoia-Genova nel 1920 circa
IV Duca di Genova
Stemma
Stemma
In carica24 giugno 1963 –
7 settembre 1990
PredecessoreFerdinando
SuccessoreEugenio
Duca di Pistoia
In carica22 settembre 1904 –
24 giugno 1963
Nome completoFiliberto Lodovico Massimiliano Emanuele Maria di Savoia-Genova
TrattamentoAltezza reale
Altri titoliPrincipe di Savoia (dal 1895 al 1990)
Duca di Pistoia (dal 1904 al 1963)
Senatore del Regno d'Italia (dal 1916 al 1946)[1]
NascitaTorino, 10 marzo 1895
MorteLosanna, 7 settembre 1990 (95 anni)
Luogo di sepolturaCripta reale di Superga
DinastiaSavoia-Genova
PadreTommaso di Savoia-Genova
MadreIsabella di Baviera
ConsorteLydia d'Arenberg
ReligioneCattolicesimo
Filiberto di Savoia-Genova
Filiberto di Savoia-Genova nel 1928
NascitaTorino, 10 marzo 1895
MorteLosanna, 7 settembre 1990
Luogo di sepolturaCripta reale di Superga
ReligioneCattolicesimo
Dati militari
Paese servito Regno d'Italia
Forza armata Regio Esercito
ArmaFanteria
Anni di servizio19151943
GradoGenerale d'armata
Guerre
Comandante di
fonti nel corpo del testo
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Filiberto Lodovico Massimiliano Emanuele Maria di Savoia, IV duca di Genova e duca di Pistoia (Torino, 10 marzo 1895Losanna, 7 settembre 1990), è stato un generale italiano, principe di Casa Savoia, appartenente al ramo Savoia-Genova.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Infanzia[modifica | modifica wikitesto]

Filiberto di Savoia-Genova nacque a Torino nel 1895, secondo figlio di Tommaso di Savoia-Genova e di Isabella di Baviera. Suo padre era nipote di Carlo Alberto di Savoia e di Giovanni di Sassonia. Sua madre era nipote di Ludovico I di Baviera e pronipote di Carlo IV di Spagna e di Francesco I delle Due Sicilie.[2]

La coppia ebbe altri cinque figli: Ferdinando (1884-1963), Maria Bona (1896-1971), Adalberto (1898-1982), Maria Adelaide (1904-1979) ed Eugenio (1906-1996). Il 22 settembre 1904 il re Vittorio Emanuele III gli conferì il titolo di duca di Pistoia.[3]

Carriera militare[modifica | modifica wikitesto]

Partecipò alla prima guerra mondiale nel 1º reggimento "Nizza Cavalleria" e prese parte ad alcuni combattimenti a Monfalcone e sull'Isonzo. Il 4 novembre 1918, con uno squadrone del suo reggimento, fu tra i primi a entrare nella città di Trento.[4]

Dopo il conflitto la sua residenza venne fissata a Bolzano allo scopo di aumentare il sentimento di unità nazionale fra la popolazione.[5] Il 30 aprile 1928 Filiberto sposò a Torino Lydia d'Arenberg (1905-1977), figlia di Engelberto Maria d'Arenberg e di Edvige di Ligne.[6] La coppia non ebbe figli. Successivamente, la sua carriera militare si svolse fra l'Italia e l'Africa Orientale Italiana:[7]

La sua divisione fu la prima a issare la bandiera del Regno d'Italia ad Amba Aradam,[8] operazione che gli valse una medaglia d'argento al valore militare e il cavalierato dell'ordine militare di Savoia.[5]

Durante il fascismo l'OVRA raccolse un dossier, più o meno fondato, riguardante la sua presunta omosessualità.[9] Nonostante i suoi titoli, il duca di Pistoia si tenne sempre lontano dalla mondanità e dalla corte e condusse una vita abbastanza anonima, soprattutto se paragonata a quella dei cugini del ramo Savoia-Aosta.[10]

Possibili nomine[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1941, quando Ante Pavelić offrì a Casa Savoia la corona del neocostituito Stato Indipendente di Croazia, il re Vittorio Emanuele III prese in esame i principi maschi dei rami Savoia-Aosta e Savoia-Genova per scegliere chi avrebbe dovuto essere il nuovo sovrano.[11]

Dopo che Vittorio Emanuele III ebbe scartato Amedeo di Savoia-Aosta (in quanto si trovava prigioniero degli inglesi in Africa), Vittorio Emanuele di Savoia-Aosta (anziano, scapolo e senza figli) e Ferdinando di Savoia-Genova (anziano e senza figli), Galeazzo Ciano annotò nel suo diario che: «Nelle condizioni attuali non rimane che scegliere fra il Duca di Spoleto e il Duca di Pistoia. Il Re propende per il primo per ragioni di prestanza fisica e anche - fino a un certo punto - di capacità intellettuale».[12] Alla fine, infatti, la corona venne affidata al duca di Spoleto.

Dopo l'invasione della Francia nel 1940 e l'occupazione di Nizza nel 1942, il governo italiano pensò di ricostruire l'antica Contea di Nizza, sulla quale avrebbe dovuto regnare proprio Filiberto. Il progetto, però, non ebbe alcun seguito.[13]

Ultimi anni e morte[modifica | modifica wikitesto]

A seguito del mutamento istituzionale del 1946 Filiberto e Lydia d'Arenberg si trasferirono a Losanna, in Svizzera, in una proprietà di Lydia. Dopo pochissimi anni, però, i due si separarono. Tornato in Italia, Filiberto visse per trent'anni all'Hotel Ligure di piazza Carlo Felice a Torino insieme a suo fratello minore Adalberto, duca di Bergamo.[14]

Nel 1963, dopo la morte di suo fratello maggiore Ferdinando, scomparso senza eredi, Filiberto assunse il titolo di duca di Genova.[3][15]

Nel 1981, a seguito della chiusura dell'albergo nel quale risiedeva, si trasferì prima all'Hotel Concorde di via Lagrange, e poi tornò a Losanna e si stabilì nella casa lasciatagli in eredità dalla moglie Lydia, scomparsa nel 1977. Morì nel 1990 e venne sepolto nella cripta reale della basilica di Superga, sulle alture di Torino.[16] Non avendo avuto figli ed essendo Adalberto morto nel 1982, nel titolo ducale gli succedette suo fratello minore Eugenio.[3]

Filiberto, durante la sua vita, non godette di particolare stima se si tiene presente che Galeazzo Ciano, alla data del 24 agosto 1939, riportò nel suo diario un commento sprezzante di Vittorio Emanuele III, il quale lamentava il fatto che Mussolini avesse appositamente messo in forzata inattività militare suo figlio Umberto, escludendolo così non solo dalla possibilità di prendere decisioni, ma anche dal poter ricevere gloria militare: «Hanno il comando quei due imbecilli di Bergamo e di Pistoia, ben può averlo anche mio figlio».[17]

Allo stesso modo, ai tempi del referendum del 1946, nel diario di Falcone Lucifero si trovarono alcuni riferimenti poco lusinghieri nei confronti di Filiberto e di Adalberto con riguardo al loro acume, non già al loro stile di vita, che fu sempre improntato al riserbo e alla semplicità.[18]

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Carlo Alberto di Savoia Carlo Emanuele di Savoia-Carignano  
 
Maria Cristina di Sassonia  
Ferdinando di Savoia-Genova  
Maria Teresa d'Asburgo-Lorena Ferdinando III di Toscana  
 
Luisa Maria Amalia di Borbone-Napoli  
Tommaso di Savoia-Genova  
Giovanni di Sassonia Massimiliano di Sassonia  
 
Carolina di Borbone-Parma  
Elisabetta di Sassonia  
Amalia Augusta di Baviera Massimiliano I Giuseppe di Baviera  
 
Carolina di Baden  
Filiberto di Savoia-Genova  
Ludovico I di Baviera Massimiliano I Giuseppe di Baviera  
 
Augusta Guglielmina d'Assia-Darmstadt  
Adalberto di Baviera  
Teresa di Sassonia-Hildburghausen Federico di Sassonia-Altenburg  
 
Carlotta di Meclemburgo-Strelitz  
Isabella di Baviera  
Francesco di Paola di Borbone-Spagna Carlo IV di Spagna  
 
Maria Luisa di Borbone-Parma  
Amalia Filippina di Borbone-Spagna  
Luisa Carlotta di Borbone-Due Sicilie Francesco I delle Due Sicilie  
 
Maria Isabella di Borbone-Spagna  
 

Ascendenza patrilineare[modifica | modifica wikitesto]

La sepoltura nella cripta di Superga.
  1. Umberto I, conte di Savoia, circa 980-1047
  2. Oddone, conte di Savoia, 1023-1057
  3. Amedeo II, conte di Savoia, 1046-1080
  4. Umberto II, conte di Savoia, 1065-1103
  5. Amedeo III, conte di Savoia, 1087-1148
  6. Umberto III, conte di Savoia, 1136-1189
  7. Tommaso I, conte di Savoia, 1177-1233
  8. Tommaso II, conte di Savoia, 1199-1259
  9. Amedeo V, conte di Savoia, 1249-1323
  10. Aimone, conte di Savoia, 1291-1343
  11. Amedeo VI, conte di Savoia, 1334-1383
  12. Amedeo VII, conte di Savoia, 1360-1391
  13. Amedeo VIII, duca di Savoia, 1383-1451
  14. Ludovico, duca di Savoia, 1413-1465
  15. Filippo II, duca di Savoia, 1443-1497
  16. Carlo II, duca di Savoia, 1486-1553
  17. Emanuele Filiberto, duca di Savoia, 1528-1580
  18. Carlo Emanuele I, duca di Savoia, 1562-1630
  19. Tommaso Francesco, principe di Carignano, 1596-1656
  20. Emanuele Filiberto, principe di Carignano, 1628-1709
  21. Vittorio Amedeo I, principe di Carignano, 1690-1741
  22. Luigi Vittorio, principe di Carignano, 1721-1778
  23. Vittorio Amedeo II, principe di Carignano, 1743-1780
  24. Carlo Emanuele, principe di Carignano, 1770-1800
  25. Carlo Alberto, re di Sardegna, 1798-1849
  26. Ferdinando, primo duca di Genova, 1822-1855
  27. Tommaso, secondo duca di Genova, 1854-1931
  28. Filiberto, quarto duca di Genova, 1895-1990

Titoli e onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Titoli e trattamento[modifica | modifica wikitesto]

  • 10 marzo 1895 - 21 settembre 1904: Sua Altezza reale il principe Filiberto di Savoia Genova
  • 22 settembre 1904 - 24 giugno 1963: Sua altezza reale il principe Filiberto di Savoia Genova, duca di Pistoia
  • 24 giugno 1963 - 7 settembre 1990: Sua altezza reale il principe Filiberto di Savoia Genova, duca di Genova

Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine Militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
Croce al merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«In un combattimento di alta montagna, benché sottoposto a nutrito fuoco di artiglieria avversaria, con rara perizia, calma e sprezzo del pericolo diresse personalmente il tiro delle proprie armi, dando bello esempio di valore ai suoi dipendenti.»
— Monte Stablei, 13 agosto 1918[4]
Medaglia interalleata della vittoria (Italia) - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere d'Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta (SMOM) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine di San'Uberto (Regno di Baviera) - nastrino per uniforme ordinaria
Croix de guerre 1914-1918 (Belgio) - nastrino per uniforme ordinaria
Croix de guerre 1914-1918 (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine Supremo dell'Aquila Nera (Regno di Prussia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine dei Serafini (Svezia) - nastrino per uniforme ordinaria

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Filiberto di Savoia-Genova fu autore di due libri:

  • La prima divisione Camicie Nere "23 marzo" - "Implacabile", Milano, Bompiani, 1938.[20]
  • La nostra guerra. Discorso tenuto dall'Altezza Reale Filiberto di Savoia-Genova duca di Pistoia, Torino, Montrucchio, 1940.[21]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ A norma dell'art. 34 dello Statuto Albertino: «I Principi della Famiglia Reale fanno di pien diritto parte del Senato. Essi seggono immediatamente dopo il Presidente. Entrano in Senato a vent'un anno, ed hanno voto a venticinque».
  2. ^ Filiberto di Savoia-Genova, Duca di Genova, su thepeerage.com. URL consultato il 24 agosto 2014.
  3. ^ a b c Albero genealogico di Casa Savoia, su sardimpex.com. URL consultato il 16 agosto 2014 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2012).
  4. ^ a b I Savoia-Genova, su vivailre.it. URL consultato il 13 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 19 agosto 2014).
  5. ^ a b S.A.R. il Duca di Pistoia, generale di divisione, su regioesercito.it. URL consultato il 10 agosto 2014.
  6. ^ Lydia von Recklinghausen, su thepeerage.com. URL consultato il 24 agosto 2014.
  7. ^ Biography of General Prince Prince Emanuele Filiberto Duke of Pistoia, su generals.dk. URL consultato il 10 febbraio 2013.
  8. ^ La battaglia dell'Endertà, su italica-virtus.it. URL consultato il 3 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2018).
  9. ^ Benadusi, p. 236.
  10. ^ de Leonardis, p. 200.
  11. ^ Vignoli, p. 41.
  12. ^ Vignoli, p. 46.
  13. ^ Vignoli, p. 170.
  14. ^ Chiude l'hotel del duca affabile, su pagina.to.it. URL consultato il 5 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 25 marzo 2014).
  15. ^ a b c d e f g h Breve biografia di Filiberto di Savoia-Genova, su ilcastellodiaglie.it. URL consultato il 15 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  16. ^ Lista dei Savoia sepolti a Superga, su royaltyguide.nl. URL consultato il 15 agosto 2014.
  17. ^ Speroni, p. 166.
  18. ^ Vignoli, p. 47.
  19. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato, su quirinale.it. URL consultato il 15 agosto 2014.
  20. ^ La prima divisione Camicie Nere "23 marzo" - "Implacabile", su opac.sbn.it. URL consultato il 13 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  21. ^ La nostra guerra. Discorso tenuto dall'Altezza Reale Filiberto di Savoia-Genova duca di Pistoia, su opac.sbn.it. URL consultato il 13 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2015).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giulio Vignoli, Il sovrano sconosciuto. Tomislavo II re di Croazia, Milano, Mursia, 2006, ISBN 88-425-3583-4.
  • Gigi Speroni, Umberto II. Il dramma segreto dell'ultimo re, Milano, Bompiani, 2004, ISBN 88-452-1360-9.
  • Lorenzo Benadusi, Il nemico dell'uomo nuovo: l'omosessualità nell'esperimento totalitario fascista, Milano, Feltrinelli, 2005, ISBN 88-07-10386-9.
  • Massimo de Leonardis, Monarchia, Famiglia Reale e Forze Armate nell'Italia unita, in Rassegna Storica del Risorgimento, LXXXV, fascicolo IV, ottobre-dicembre 1998, ISSN 0033-9873 (WC · ACNP).
  • Giulio Vignoli, L'irredentismo italiano di Nizza e del Nizzardo, Roma, Settimo Sigillo, 2015, pp. 47–50.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Matrimonio tra Filiberto di Savoia e Lydia d'Arenberg, Torino, 30 aprile 1928 (Giornale Luce A0076)

Preceduto da: Duca di Genova Succeduto da:
Ferdinando di Savoia, terzo duca di Genova Filiberto di Savoia
dal 1963 al 1990
Eugenio di Savoia, quinto duca di Genova
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