Fermo Ognibene

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Fermo Ognibene (Campogalliano, 11 marzo 1918Succisa, 15 marzo 1944) è stato un militare e partigiano italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Interrotti gli studi per ragioni economiche trovò un lavoro da operaio alle Fonderie Corni di Modena. Chiamato a militare fece parte di un Reggimento d'artiglieria che combatté sulle Alpi contro i francesi. Nel periodo successivo all'armistizio si rifugiò sull'Appennino parmense, dove erano già presenti organizzazioni partigiane da cui scaturì poi la XII Brigata Garibaldi. Si mise in mostra per il valore durante alcuni scontri con i nazifascisti assumendo come nome di battaglia Tenente Alberto. Divenne comandante del Battaglione Guido Picelli e dopo la sua morte in combattimento a Succisa di Pontremoli, avvenuta per proteggere i compagni,[1] il suo nome venne dato ad una brigata partigiana, la Brigata Garibaldi "Fermo Ognibene". Il battaglione Guido Picelli dopo la morte di Fermo Ognibene passò al comando di Dante Castellucci. Roma e Parma gli hanno dedicato una strada[1]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di un battaglione partigiano in sosta durante una marcia di trasferimento, veniva attaccato da forze fasciste superiori per numero e armamento. Disposti i suoi uomini alla difesa, si portava nel punto più esposto per meglio dirigere l'azione e, dopo aver personalmente abbattuto con una precisa raffica di fuoco il comandante fascista, si slanciava con leonino ardimento per eliminare un centro di fuoco avversario che colpiva d'infilata il suo schieramento. Ferito mortalmente nell'audace tentativo, trovava ancora la forza di ordinare il ripiegamento del battaglione che era per essere circondato dai sopraggiunti rinforzi e rimaneva sul posto per coprire il movimento col fuoco del suo mitra. Esaurite le munizioni, continuava la strenua difesa col fuoco dell'arma di un compagno cadutogli vicino e, dopo avere fieramente rifiutato le intimazioni di resa, esalava per le ferite riportate l’estremo respiro, offrendo in sublime olocausto la giovane vita per la redenzione della Patria. Succisa di Pontremoli, 15 marzo 1944»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Fermo Ognibene, in Donne e Uomini della Resistenza, ANPI (archiviato il 5 agosto 2023).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Carlo Spartaco Capogreco, Il piombo e l'argento:la vera storia del partigiano Facio, Donzelli, 2007
  • Comitato nazionale 50º anniversario della Resistenza e della LiberazioneEserciti, popolazione, Resistenza sulle Alpi apuane: atti del Convegno internazionale di studi storici sul settore occidentale della linea gotica: Massa Carrara, Aulla, 8-9-10 aprile 1994
  • Cesare Cattani - Fermo Ognibene prima del comando del battaglione "Picelli" - Ricerche Storiche/Istoreco RE n°104, ottobre 2007

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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