Felice La Sala

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Felice La Sala
NascitaContursi, 1919
MortePovla, 28 ottobre 1940
Cause della morteCaduto in combattimento
Luogo di sepolturaCimitero di Contursi
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Regno d'Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
Reparto31º Reggimento fanteria
Anni di servizio1928-1940
GradoSergente
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana di Grecia
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Felice La Sala (Contursi, 1919Povla, 28 ottobre 1940) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Contursi, provincia di Salerno, nel 1919, figlio di Felice e Irene D'Angelo.[1] Mentre esercitava la professione di calzolaio fu chiamato a prestare servizio militare di leva nel Regio Esercito, assegnato all'arma di fanteria in forza al 31º Reggimento fanteria. Fu promosso caporale nel febbraio 1938 e sergente nel novembre 1939.[1] Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, partecipò alle operazioni sul fronte occidentale al comando di una squadra di arditi.[1] Il 19 settembre dello stesso anno, partì con il suo reggimento per l'Albania sbarcando a Durazzo il giorno successivo. Cadde in combattimento a Povla il 28 ottobre, all'inizio delle operazioni belliche contro la Grecia.[1] Per onorarne il coraggio fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2] La salma fu inizialmente tumulata in un cimitero di guerra a ridosso del fronte greco, e rientrò in Italia nel 1957 per essere tumulata nel cimitero di Contursi.[1] Una via della sua città natale porta il suo nome.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Partecipava con una squadra di arditi alla conquista di un munito caposaldo nemico. Durante l’azione, visto che ogni ulteriore avanzata era ostacolata dal fuoco nutrito e preciso di una arma automatica postata in un ridottino, con assoluto sprezzo di ogni pericolo, si lanciava da solo contro l’apprestamento nemico per ridurlo al silenzio. Colpito una prima volta alla mano destra da una raffica che gli faceva cadere a terra il moschetto, non si fermava nel suo scatto. Giunto sotto il ridottino, vi lanciava dentro, servendosi della sola mano sinistra, tutte le sue bombe. Colpito una seconda volta gravemente, sulla posizione conquistata, incitava i suoi fanti a procedere sollecitamente oltre, e li guidava fino a quando cadeva esausto, consacrando col sacrificio della vita il pieno successo ottenuto. Povla (Fronte greco), 28 ottobre 1940 .[3]»
— Regio Decreto del 10 aprile 1942.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f Combattenti Liberazione.
  2. ^ a b Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p. 442.
  3. ^ Medaglie d'oro al valor militare sul sito della Presidenza della Repubblica
  4. ^ Registrato alla Corte dei conti il 2 giugno 1942, registro 20 guerra, foglio 95.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le Medaglie d'oro al Valor Militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 442.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]