Fate l'amore, non fate la guerra

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Proteste contro la guerra in Iraq nel 2008

"Fate l'amore, non fate la guerra" (dalla lingua inglese: "Make love, not war") è uno slogan contro la guerra comunemente associato alla controcultura statunitense degli anni '60. È stato utilizzato originariamente da coloro che si opponevano alla guerra del Vietnam, ma da allora è stato invocato in altri contesti contro la guerra, in tutto il mondo[1][2]. La parte "Make love" dello slogan si riferiva spesso alla pratica dell'amore libero che stava crescendo tra i giovani americani che denunciavano il matrimonio come strumento per coloro che sostenevano la guerra e favorivano la tradizionale cultura capitalista[3].

Diverse persone affermarono di aver inventato questa frase, tra cui Gershon Legman[4][5], Rod McKuen[6], gli attivisti radicali Penelope e Franklin Rosemont e poi Tor Faegre[7][8], e Diane Newell Meyer, una studentessa senior presso l'Università dell'Oregon nel 1965[8], ma i primi usi nella stampa sembrano essere stati nelle proteste contro la guerra a Berkeley, in California, all'inizio del 1965 rispetto agli usi di aprile e maggio citati da Penelope Rosemont e Diane Newell Meyer. Articoli che menzionavano cartelli e adesivi per paraurti con la frase sono stati riportati sul Daily Californian a febbraio[9] e sull'Oakland Tribune a marzo[10]. Barbara Smoker affermò di aver finanziato la produzione delle prime spille “Make Love, Not War”[11]. Questa citazione è attribuita anche a Herbert Marcuse, un filosofo tedesco emigrato negli Stati Uniti negli anni Trenta, che fu un schiettamente critico sulla guerra.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Paul Fattig, Make Love, Not War! coined in Ashland, in Medford Mail Tribune. URL consultato il 15 agosto 2010 (archiviato dall'url originale il 26 febbraio 2014).
  2. ^ Mitchel Levitas, Article 9 -- No Title; Vietnam Comes to Oregon U. Vietnam Comes to Oregon U., in New York Times, 9 maggio 1965. URL consultato il 21 luglio 2021 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2021).
  3. ^ Emma Goldman:People & Events: Free Love (archiviato dall'url originale il 25 febbraio 2017). PBS.org, Accessed February 3, 2014
  4. ^ Dudar, H., "Love and death (and schmutz): G. Legman's second thoughts," Village Voice, May 1, 1984, pp. 41-43.
  5. ^ Scott, Janny: " Gershon Legman, Anthologist of Erotic Humor, Is Dead at 81 (archiviato dall'url originale il 7 novembre 2016).", The New York Times, March 14, 1999. URL last accessed May 1, 2014.
  6. ^ McKuen, R. : Flight Plan March 14, 2005 (archiviato dall'url originale il 2 maggio 2014). URL last accessed May 1, 2014.
  7. ^ Rosemont, Penelope. Dreams and Everyday Life: A Sixties Notebook. Chicago: Charles H. Kerr, 2008:40-41.
  8. ^ a b (EN) History of the Make Love Not War slogan, su Creative Review, 1º febbraio 2012. URL consultato il 19 agosto 2021 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2021).
  9. ^ Princess Declares Official War on Pakistani Prince, in Daily Californian, 16 Feb 1965, p. 6. URL consultato il 10 gennaio 2023 (archiviato dall'url originale il 10 gennaio 2023).
    «Inspired by a sign reading 'let's make love, not war' ....»
  10. ^ Bill Fiset, A Gallery of Abstracts, in Oakland Tribune, 12 Mar 1965, p. 21.
    «And the latest [bumper stickers] in Berkeley, protesting Viet Nam, simply say, 'Make Love--Not War.'»
  11. ^ I. D. MacKillop, The British Ethical Societies, Cambridge University Press, 27 febbraio 1986, p. 86, ISBN 9780521266727.

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