Farhad Khosrokhavar

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Farhad Khosrokhavar

Farhad Khosrokhavar (Teheran, 21 marzo 1948) è un sociologo iraniano.

Dal 1998 è direttore di ricerca dell'EHESS, l'École des hautes études en sciences sociales di Parigi.

I suoi interessi di ricerca comprendono la sociologia politica, la sociologia delle religione, l'Islam contemporaneo e l'Iran.

Carriera accademica[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1977 al 1979 è stato professore assistente dell'Universita Bou Ali di Hamadan, Iran e dal 1979 al 1990 professore associato del Centro per le Scienze politiche, Ministro della Cultura e dell'educazione superiore.

Nel 1990-1991 è stato Rockefeller Fellow e dal 1991 al 1998 professore associato all'EHESS-CADIS (Centre d'Analyse et d'Intervention Sociologiques).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • L'utopie sacrifiée: sociologie de la révolution iranienne, Presses de la Fondation nationale des sciences politiques, Paris, 1993. 337 p.
  • L'islamisme et la mort: le martyr révolutionnaire en Iran, Éd. l'Harmattan (coll. « Comprendre le Moyen-Orient »), Paris, 1995. 424 p.
  • Anthropologie de la révolution iranienne: le rêve impossible, l'Harmattan (coll. « Comprendre le Moyen-Orient »), Paris; Montréal, 1997. 271 p.
  • L'islam des jeunes, Flammarion, Paris, 1997. 323 p., una ricerca sul ritorno all'Islam dei giovani maghrebini residenti in Francia
  • Iran, comment sortir d'une révolution religieuse, Éd. du Seuil, Paris, 1999. 282 p.
  • L'instance du sacré: essai de fondation des sciences sociales, Éd. du Seuil (Passages), Paris, 2001. 320 p.
  • Les nouveaux martyrs d'Allah, Flammarion, Paris, 2002. 369 p. (I nuovi martiri di Allah, Bruno Mondadori, 2003) studia gli attentatori suicidi prodotti dal fondamentalismo islamico distinguendone due tipi: giovani diseredati che vivono in paesi arretrati ai margini della modernità ed una minoranza di immigrati che si trovano nel cuore stesso dell'Occidente. Secondo l'autore entrambe credono di riconoscersi in una supposta comunità di musulmani che si contrappone ad un'altrettando fantomatica comunità di miscredenti.
  • L'islam dans les prisons, Balland (coll. « Voix et regards »), Paris, 2004. 284 p.
  • Quand Al-Qaïda parle: témoignages derrière les barreaux, B. Grasset, Paris, 2006. 421 p., che analizza il fenomeno del fondamentalismo islamico ed in particolare il terrorismo di Al-Qaida attraverso interviste con militanti in prigione in Gran Bretagna. Secondo l'autore queste testimonianze rivelano che in realtà non ci si trova di fronte ad una "guerra di civiltà" perché il fenomeno non sarebbe altro che una reazione alla crisi culturale che sta vivendo lo stesso Occidente con una conseguente crisi di identità che porta le menti più deboli ad abbracciare le utopie proposte dall'islamismo radicale, anche grazio alla notorietà di cui gode il movimento di Al Qaida e di Osama Bin Laden, il suo esponente principale.

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