Fakir Musafar

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Fakir Musafar nel 1982

Fakir Musafar, pseudonimo di Roland Loomis (Aberdeen, 10 agosto 1930[1]Menlo Park, 1º agosto 2018[1][2]), è stato un artista, fotografo, sciamano, master piercer e performer[1] statunitense, tra i fondatori e primi attivi sostenitori del movimento modern primitives relativo alle modificazioni corporee,[3] ivi compresi tatuaggio, piercing, branding, scarificazione, uso del corsetto ed era inoltre coinvolto nelle comunità BDSM, fetish e kink.

È considerato una sorta di guida e personalità di riferimento delle sottoculture e padre dei movimenti che fanno riferimento alle modificazioni corporee come forma di espressione personale ed elevazione spirituale,[1] che ha avviato fin dagli anni sessanta riportando in voga pratiche quali piercing, tatuaggi, branding e scarificazione, unitamente a personalità come Doug Malloy (Richard Simonton), Mr. Sebastian (Alan Oversby) e Jim Ward, con i quali ha collaborato.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Primi anni[modifica | modifica wikitesto]

Fakir Musafar ha affermato di aver avuto esperienze in sogno di vite passate all'età di quattro anni.[4] Ha dichiarato di aver praticato il primo piercing su di sé, più precisamente sul prepuzio del pene, all'età di dodici anni.[5] Sulla base della sua visione dei lavori antropologici, ha eseguito la prima sospensione con uncini nel 1966 o 1967.[5] Raggiunta l'età adulta ha scelto di usare lo pseudonimo Fakir Musafar.[5]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Fakir Musafar nel 2010

Roland Lomis si è laureato in ingegneria elettrica, ottenendo un master in scrittura creativa, che lo ha portato in seguito a lavorare come dirigente in varie agenzie pubblicitarie nell'area di San Francisco, fondando in seguito una propria società nella Silicon Valley.[1]

Nel 1988 prende parte al film Die Jungfrauen Maschine nel ruolo dell'uomo nella stanza d'albergo e nel 1991 appare nel film My Father Is Coming come Fakir.

Musafar ha documentato la sua esperienza scrivendo e insegnando ad altri l'arte di "giocare col proprio corpo". Nei primi anni novanta è apparso in vari spettacoli mainstream come il Faith Faniels Show sul canale NBC, People Are Talking su CBS, Earth Matters su CNN e Beyond Bizarre su Discovery Channel. Nel 1998 ha prodotto un segmento del documentario The South Bank Show per Londo Weeken Television e Sexcetera per Playboy TV. Nel 2000, 2001 e 2003 è apparso nei documentari per TLC Human Canvas Part I e Human Canvas Part II, nei canali TBS, FX e Discovery Channel, e nel documentario del 2001 Modern Tribalism. Nel 2004 è stato il conduttore della serie Taboo del National Geographic Channel ed è apparso nella serie Eye of the Beholder condotta da Serena Yang su Travel Channel.

I suoi scritti e le sue fotografie sono state pubblicate da Theater Journal, Bizarre, Skin Two e Piercing Fan International Quarterly. Nel 1995 si è esibito all'Institute of Contemporary Arts nella Rapture Series e al seminario BODY: Ritual-Manipulation all'International Seminar di Copenaghen. Nel 1997 al Festival Atlantico di Lisbona. Le sue fotografie sono state esposte alla Fahey/Klein Gallery di Los Angeles.

Nel 1999 il suo gruppo di performance "Metamorphosis" si è esisbito al Fetish Ball di Los Angeles e nello spettacolo di beneficenza dell'amica Annie Sprinkle al Cowell Theater di San Francisco dopo che la sua casa galleggiante e il suo archivio sono stati distrutti in un incendio.

È stato il fondatore e direttore del Fakir Intensives, un workshop di piercing e branding a San Francisco, il primo negli Stati Uniti.[4]

Fakir Musafar è apparso nel libro Modern Primitives, pubblicato dalla RE/Search, nel film Modify e nel documentario di Charles Gatewood Dances Sacred and Profane.[6]

Malattia e morte[modifica | modifica wikitesto]

Nel maggio del 2018 Fakir Musafar ha annunciato sul suo sito web di soffrire di un carcinoma polmonare terminale.[7] È morto la mattina del 1º agosto 2018.[8] La sua morte era stata annunciata in un post pubblico dalla moglie Cléo Dubois[9] e più tardi annunciato da un necrologio su ArtForum.[2]

Opere letterarie[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Mario Bonaldi, In memoria di Fakir Musafar, il guru del dolore, su Rolling Stone, 2 agosto 2018. URL consultato il 25 settembre 2019.
  2. ^ a b (EN) Fakir Musafar (1930–2018), su ArtForum, 2 agosto 2018. URL consultato il 3 agosto 2018.
  3. ^ Stephen Wilson, 2002, p. 201.
  4. ^ a b David Jay Brown e Rebecca McCLen Novick, 1997.
  5. ^ a b c V. Vale e Andrea Juno, 1989.
  6. ^ (EN) Dances Sacred and Profane, su dancesfilm.com. URL consultato il 25 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 18 agosto 2018).
  7. ^ (EN) Farewell from Fakir, su fakir.org. URL consultato il 3 agosto 2018.
  8. ^ (EN) D. E. Slotnik, Fakir Musafar, Whose ‘Body Play’ Went to Extremes, Dies at 87, in The New York Times, 13 agosto 2018.
  9. ^ (EN) Cleo Dubois, Annuncio, su Facebook, 1º agosto 2018. URL consultato il 3 agosto 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN46153124316724491887 · ISNI (EN0000 0003 6835 8263 · Europeana agent/base/152863 · LCCN (ENno2003087499 · GND (DE131897411 · WorldCat Identities (ENlccn-no2003087499