Fabbriano

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Fabbriano, pseudonimo di Ivano Fabbri (Ferrara, 4 marzo 1936Ferrara, 12 dicembre 2019), è stato un pittore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Affascinato dall'arte e in particolare dal "segno", iniziò da bambino a dipingere con la spatola.[1] Da giovane, assunto da un'azienda ferrarese legata alla Montecatini, dipingeva nei momenti liberi lasciati dal lavoro; in seguito decise di dedicarsi unicamente all'arte e si licenziò. Viaggiò attraverso l'Europa fermandosi soprattutto in Austria, Germania, Francia e Spagna ove prese contatto con gli artisti locali e frequentò musei e gallerie.

Inizialmente, nella Mitteleuropa degli anni '60, aderì all'Azionismo viennese, gruppo formato da artisti quali Günter Brus, Otto Mühl, Arnulf Rainer. In occasione di una mostra tenutasi a Monaco di Baviera, le sue opere furono notate dall'anziano maestro espressionista Oskar Kokoschka che decise di segnalarlo ad altri galleristi e a organizzargli una personale nel 1970.[2] Nello stesso anno, Fabbriano studiò con impegno la pittura di Amedeo Modigliani, artista al quale dedicò una mostra personale a Livorno.

In Spagna si inserì quindi nel gruppo Sintesis informale, con Carlos Mensa, Rafael Canogar e Luis Feito, strinse amicizia con il poeta Rafael Alberti e si appassionò ai pittori del Siglo de Oro, da Velazquez allo Spagnoletto.

Molto importante fu il legame con la pittrice e scultrice ferrarese Adriana Mastellari (1933-2023) che poi sposò e da cui ebbe la figlia Lisa.

A partire dagli anni '70 iniziò a rielaborare stilemi e icone della pittura manierista e barocca, con l'ausilio di tecniche particolari che univano olio, pastello e incisione a collage, emulsione fotografica e frottage, raggiungendo risultati che anticipavano l'anacronismo e il citazionismo. Tra i soggetti rappresentati nelle sue opere troviamo corride spagnole, figure ispirate alla Divina Commedia, scene sacre, atleti, erosioni geologiche e denuncia del deterioramento del patrimonio artistico.[3]

Tra gli artisti italiani da lui frequentati, vi furono Ennio Calabria, Franco Francese ed Emilio Vedova. Oltre a vari riconoscimenti in Italia, ottenne nel 1984 il premio internazionale Juan Mirò a Barcellona ed espose le proprie opere in tutta Europa, ma anche negli Stati Uniti, Messico e Cina. Negli anni '90 raggiunse il massimo della popolarità e tenne aperti contemporaneamente tre studi (rispettivamente in Austria, Francia e Spagna).[4]

Alla fine del XX secolo cominciò a sperimentare la computer art intervenendo sulle superfici grafiche e pittoriche.

Dopo il 2000, l'artista decise di rinsaldare i legami con il suo territorio d'origine, tenendo personali a Ferrara, Rovigo e Mantova e rispettive province.

Gravemente ammalato, è morto nel 2019.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Linda Morini, Il pittore Fabbriano e il suono dei segni, su Listone mag, 28 ottobre 2015. URL consultato il 5 gennaio 2023.
  2. ^ Andrea Musacci, Morto il pittore “Fabbriano” da Ferrara alla Grande Mela, su La Nuova Ferrara, 14 dicembre 2019. URL consultato il 5 gennaio 2023.
  3. ^ Lucio Scardino (a cure di), Omaggio a Fabbriano pittore e grafico (Ferrara 1936-2019), catalogo della mostra, Banca Mediolanum, Ferrara, 2020
  4. ^ Lisa Fabbri, Fabbriano, su Arte Mediterranea, 2021. URL consultato il 5 gennaio 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Lucio Scardino (a cura di), Fabbriano, Tipografia Arcobaleno, Ferrara, 1982
  • Michele Govoni (a cura di), Fabbriano. Opere recenti, catalogo della mostra, Galleria del Carbone, Ferrara, 2004
  • Elisabetta Pozzetti, In fieri. Opere di Fabbriano, catalogo della mostra, Palazzo della Ragione, Mantova, 2005
  • Gianni Cerioli (a cura di), Fabbriano. Evocazioni d'autore, catalogo della mostra, Banca Mediolanum, Ferrara, 2014