FIP - Fabbrica Italiana Pianoforti

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FIP - Fabbrica Italiana Pianoforti
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StatoBandiera dell'Italia Italia
Fondazione1917 a Torino
Fondata daPaolo Cattaneo
Chiusura1929
Sede principaleTorino
SettoreStrumenti musicali
Prodotti

FIP, acronimo di Fabbrica Italiana Pianoforti, era un'azienda di produzione di pianoforti e autopiani[1][2]con sede legale a Torino.[3]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fu fondata dall'avvocato Paolo Cattaneo, che propose a varie aziende torinesi attive nel settore, tra cui quella di Francesco Romani, di unire le proprie forze in una società per azioni, finanziata dalla Banca Italiana di Sconto.

L'ex stabilimento F.I.P.

La sede dell'azienda era nel quartiere Cenisia, in cui fu costruito uno stabilimento, progettato dall'architetto Enrico Bonicelli[4][5][6], che ora ospita gli uffici tributari del Comune di Torino. Per la somiglianza con lo stabilimento FIAT del Lingotto, fu soprannominato il Lingottino.

La produzione di pianoforti fu inizialmente di circa 800 strumenti all'anno, che vennero venduti anche all'estero, per cui, nel 1920, emerse la necessità di ampliare la produzione e venne costruito uno stabilimento ad Alpignano, consentendo così di raggiungere la soglia annuale di 3.000 pianoforti e 800 operai.

Tra i dipendenti vi fu il celebre liutaio Cesare Augusto Tallone, che apprese i rudimenti del mestiere nello stabilimento di Alpignano[7]. Nel 1921 la messa in liquidazione della Banca Italiana di Sconto ebbe un profondo impatto sull'attività della società, che risentiva al contempo della non florida situazione economica del dopoguerra. Nel 1925 l'intervento dell'imprenditore Riccardo Gualino, proprietario della SNIA, che rilevò la società, non riuscì ad invertire lo stato di crisi dell'azienda. Gualino, infatti, tentò di ampliare l'attività alla produzione di arredamento e commissionò agli architetti Giuseppe Pagano e Gino Levi-Montalcini una serie di 67 mobili per Palazzo Gualino in stile razionalista, che utilizzavano il nuovo materiale buxus e anticipavano il concetto di corporate identity[8]. La produzione rimase tuttavia solamente alla fase prototipale e la società fu chiusa nel 1929.

Attività culturali[modifica | modifica wikitesto]

La FIP fu attiva anche nel campo dell'educazione e della cultura musicale, arrivando a editare una rivista mensile, Il Pianoforte, uscita dal 1920 fino al 1927[9], promossa e fondata da Guido Gatti, che nel 1928 divenne La Rassegna musicale.[10]

Inoltre, la società fu anche promotrice di varie stagioni concertistiche[11].

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Il compositore Gian Francesco Malipiero utilizzò per lungo tempo un gran piano FIP come strumento di lavoro nel suo studio di Asolo.[12] Il cantautore e polistrumentista Piero Marras ha imparato a suonare con un pianoforte verticale FIP[13]. Il compositore Goffredo Petrassi fu un giovane commesso del negozio FIP di Corso Umberto a Roma[14].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ PIANOFORTE in "Enciclopedia Italiana", su treccani.it. URL consultato il 15 dicembre 2021.
  2. ^ Elena Mosconi - Muto ma non silenzioso - Storia della musica nel, su StuDocu. URL consultato il 24 dicembre 2021.
  3. ^ MuseoTorino,Comune di Torino,Direzione Musei,Assessorato alla Cultura e al 150° dell’Unità d’Italia, 21Style http://www.21-style.com, Fabbrica Italiana Pianoforti Spa (Fip) - MuseoTorino, su museotorino.it. URL consultato il 15 dicembre 2021.
  4. ^ (EN) Lingottino Torino, 1929/00/00 - 1929/00/00, su catalogo.beniculturali.it. URL consultato il 19 dicembre 2021.
  5. ^ CIVICO20NEWS - Archeologia Industriale a Torino, su civico20news.it. URL consultato il 15 dicembre 2021.
  6. ^ Salce 1.0 - Soprintendenza SBSAE Venezia, su collezionesalce.beniculturali.it. URL consultato il 15 dicembre 2021.
  7. ^ Redazione, Tallone, genio del suono, e il suo gran coda - Pagina 3, su L'ape musicale. URL consultato il 17 dicembre 2021.
  8. ^ (EN) Caterina Franchini, Office Buildings Towards the concept of corporate image. Gualino Palace: A disappeared case of Corporate Modernism, in Res Mobilis, vol. 3, n. 3, 28 gennaio 2014, pp. 90–102, DOI:10.17811/rm.3.2014.90-102. URL consultato il 28 dicembre 2021.
  9. ^ Il pianoforte: rivista mensile della fabbrica italiana pianoforti (FIP)., in Il pianoforte : rivista mensile della fabbrica italiana pianoforti (FIP)., 1920. URL consultato il 15 dicembre 2021.
  10. ^ Periodici Piemonte, su periodicipiemonte.it. URL consultato il 15 dicembre 2021.
  11. ^ (IT) Il pianoforte, 1920 - 1927. URL consultato il 15 dicembre 2021.
  12. ^ Francisco Rocca, Gian Francesco Malipiero - Complete piano music (PDF), vol. 2, Fondazione Giorgio Cini, 2020.
  13. ^ Piero Marras, leggenda del cantautorato sardo: “Fiuto le radici della tradizione”, su L'Amletico. URL consultato il 26 dicembre 2021.
  14. ^ PETRASSI, Goffredo in "Dizionario Biografico", su treccani.it. URL consultato il 26 dicembre 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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