Eugenio Fassino

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Eugenio Fassino (Avigliana, 10 marzo 1923Torino, 25 maggio 1966) è stato un partigiano e antifascista italiano, comandante della 41ª Brigata Garibaldi nel corso della guerra di resistenza al nazi-fascismo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Entrò a far parte di una Brigata Garibaldi operante tra la Val di Susa e la Val Sangone. Soprannominato "Geni Bocia", nel corso della guerra venne ferito mentre parlamentava con un ufficiale fascista alla stazione di Avigliana. Fu arrestato e condannato a morte, quando ormai la sorte della guerra era segnata. Il comandante tedesco, resosi conto dell'inutilità di uccidere i partigiani quando la guerra era ormai persa, lasciò volutamente aperto il camion che trasportava i condannati al poligono di tiro del Martinetto, a Torino, consentendogli di scappare.

Era padre di Piero Fassino, che prende il nome dal nonno Piero, socialista, ucciso nel 1944 dalle Brigate Nere per il suo silenzio inteso a proteggere il figlio Eugenio. I fascisti erano venuti a sapere che Eugenio sarebbe tornato a casa, ad Avigliana, a prendere i soldi per pagare i contadini che rifornivano i partigiani e lo aspettavano. Al suo posto si presentò un altro uomo, mandato da Fassino, che venne ucciso. Resosi conto che l'uomo ucciso non era il comandante partigiano, i fascisti picchiarono suo padre Piero per avere informazioni sul figlio. Piero Fassino non parlò e in seguito alle ferite riportate pochi giorni dopo morì.

A Eugenio Fassino, morto nel 1966, è stato dedicato il teatro di Avigliana.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia commemorativa della guerra di liberazione (1943-1945)

Distintivo d'onore per i patrioti "Volontari della libertà" (1943-1945)

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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