Eugenio Faina

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Eugenio Faina

Senatore del Regno d'Italia
Durata mandato20 dicembre 1892 –
2 febbraio 1926
Legislaturadalla XVIII (nomina 10 ottobre 1892)
Tipo nominaCategoria: 3
Incarichi parlamentari
  • Membro della Commissione di finanze (16 maggio 1896-2 marzo 1897; 18 novembre 1898 - 22 novembre 1899)
  • Membro della Commissione per l'esame dei disegni di legge sui trattati di commercio e le tariffe doganali (10 aprile 1897 - 17 maggio 1900)
  • Membro della Commissione per l'esame dei disegni di legge sui trattati internazionali (20 giugno 1900 - 18 luglio 1920)
  • Membro della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle condizioni dei contadini, sui loro rapporti coi proprietari e sulla natura dei patti agrari nelle provincie meridionali e nella Sicilia (16 dicembre 1906)
  • Membro della Commissione parlamentare per l'esame della tariffa dei dazi doganali (13 dicembre 1918)
  • Commissario di vigilanza sulla circolazione e sugli Istituti di emissione (7 aprile 1897 - 10 dicembre 1923)
Sito istituzionale

Deputato del Regno d'Italia
Durata mandato26 maggio 1880 –
27 settembre 1892
LegislaturaXIV, XV, XVI, XVII
Gruppo
parlamentare
Destra (fino al 1883)
Sinistra (dal 1883)
CollegioOrvieto (XIV)
Perugia I (XV-XVII)
Sito istituzionale

Dati generali
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
UniversitàUniversità di Siena
ProfessioneIndustriale-agricoltore
Eugenio Faina
NascitaSan Venanzo, 2 aprile 1846
MorteSan Venanzo, 2 febbraio 1926
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Regno d'Italia
Forza armataBandiera dell'Italia Regio esercito
ArmaEsercito
CorpoArtiglieria
Anni di servizio1866 - 1918
GradoMaggiore
GuerreTerza guerra d'indipendenza italiana
Prima guerra mondiale
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Eugenio Faina (San Venanzo, 2 aprile 1846San Venanzo, 2 febbraio 1926) è stato un politico e militare italiano. Fu senatore del Regno d'Italia a partire dalla XVIII legislatura.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Discendente di una famiglia di grandi proprietari terrieri umbri, Eugenio Faina si laureò in giurisprudenza all'Università di Roma, ma fu anche educato da Raffaele Antinori nelle discipline agronomiche. Nel 1866 si arruolò nelle truppe garibaldine per la liberazione di Roma. Partì poi per i Paesi Bassi e l'Inghilterra per studiarvi le cooperative agrarie e divenne quindi - restandolo per tutta la vita - un fermo sostenitore del mutualismo agrario.

Fra il 1880 e 1892 fu eletto alla Camera dei deputati e il 10 ottobre 1892 fu nominato senatore. A partire dal 1883 si collocò nella maggioranza governativa, ma rifiutò di appoggiare la linea repressiva del governo di Rudinì V.

Nel frattempo, seguendo i dettami di Antinori e le prescrizioni di Cosimo Ridolfi, Faina iniziò la bonifica e la trasformazione dei circa 6000 ettari che aveva ereditato. Descrisse questi lavori nel suo libro: "La tenuta di S. Venanzo nell'Umbria" (Roma 1899). Egli fu anche un convinto assertore dell'istruzione agraria e ottenne che fosse stabilito a Perugia un Istituto Agrario (che divenne poi la facoltà di agraria dell'Università di Perugia) dove insegnò. Oltre alla sua attività di propagandista agrario ed agricoltore modello, Faina lasciò alla sua regione le collezioni archeologiche del Museo Claudio Faina di Orvieto, accumulate insieme allo zio Mauro Faina.

Il ruolo di Faina fu essenziale nel mettere in contatto il re Vittorio Emanuele III e l'utopista americano David Lubin che cercava in Europa appoggio per il suo progetto di un'organizzazione sovrannazionale che si occupasse dell'agricoltura. Dopo la fondazione dell'Istituto Internazionale d'Agricoltura, nel 1905, Faina ne assunse la presidenza, che tenne fino al 1910. L'Istituto era inteso da Faina e dal Marchese Raffaele Cappelli, uno dei rappresentanti principali degli interessi agrari italiani, come una sorta di Internazionale degli agricoltori, da contrapporre alle organizzazioni degli industriali e degli operai.

Fra il 1907 e il 1911, Faina presiedette la commissione parlamentare d'inchiesta sulle condizioni dei contadini nelle province meridionali e in Sicilia, che investigò le condizioni delle classi agricole del Sud Italia e si legava alle prime leggi speciali per il Meridione.

Durante la prima guerra mondiale, Faina diresse l'impiego della manodopera militare in agricoltura.

Dopo la guerra, dinanzi alle occupazioni e agli scioperi contadini, Faina - vecchio liberale - accusò il Partito Socialista e il Partito Popolare di pretendere per i lavoratori una quota sempre maggiore del prodotto del podere, anche a scapito della produzione complessiva. Tuttavia, egli disapprovò sempre la violenza fascista e sostenne la linea, relativamente ambigua, di una non collaborazione coi fascisti, pur ricercando l'accordo con essi.

Moriva nella sua tenuta di San Venanzo il 2 febbraio 1926.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa delle campagne delle Guerre d'Indipendenza (1 barretta) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria

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Controllo di autoritàVIAF (EN255030693 · ISNI (EN0000 0003 7773 5235 · LCCN (ENn2003103872 · GND (DE1044141514 · BNF (FRcb170904065 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n2003103872