Ettore Musco

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Ettore Musco
Ettore Musco
NascitaNapoli, 14 febbraio 1899
MorteRoma, 2 settembre 1990
Dati militari
Paese servito Regno d'Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Forza armata Regio Esercito
Esercito Italiano
Anni di servizio1914 - 1963
GradoGenerale di corpo d'armata
GuerrePrima guerra mondiale
Guerra d'Etiopia
Seconda guerra mondiale
Comandante diServizio informazioni forze armate
(direttore 1952-1955)
3ª Armata
Divisione meccanizzata "Folgore"
21º Reggimento fanteria "Cremona"
DecorazioniCavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana
"fonti nel corpo del testo"
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Ettore Musco (Napoli, 14 febbraio 1899Roma, 2 settembre 1990) è stato un generale italiano, direttore del SIFAR (servizio segreto militare) dal 1952 al 1955.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Ettore Musco allievo della Nunziatella

Figlio di Adolfo e di Elisa Serra Cardinale, apparteneva ad una antica e nobile famiglia baronale calabrese, insediata a Caulonia sin dalla prima metà del XVI secolo. Discendeva per via materna del filosofo Gaetano Filangieri, padre del generale borbonico e napoleonico Carlo Filangieri. Fu allievo del corso 1914-17 del Collegio Militare della Nunziatella di Napoli.

Dal 5 giugno 1917, volontario nella prima guerra mondiale, fu ferito sul fronte francese e decorato con una medaglia d'argento e una croce di guerra al valore.

Nel 1936, volontario nella campagna in Africa orientale, fu decorato di medaglia d'argento, una medaglia di bronzo e una croce di guerra al valore.

Nella seconda G. M.[modifica | modifica wikitesto]

Combatté nella seconda guerra mondiale con il grado di tenente colonnello quale capo di stato maggiore della divisione “Re”.[1] prima in Croazia poi a Roma.

Al momento dell'armistizio dell'8 settembre 1943 fece parte del Centro “X” del Fronte Militare Clandestino, la struttura informativa e militare che operò clandestinamente a Roma durante l'occupazione tedesca.

Ufficiale del Corpo Volontari della Libertà, nel 1944-1945 riorganizzò e comandò il 21º Reggimento fanteria del gruppo di combattimento Cremona.

Fu gravemente ferito e decorato della Croce di Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia.

Gli Stati Uniti d'America gli hanno conferito la Legion of Merit ("Legione al merito"), decorazione militare creata dal presidente Franklin D. Roosevelt nel 1942, e concessa ai membri dell'Esercito americano e delle nazioni alleate.

Nel dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1946 venne incaricato di occuparsi della riorganizzazione dell'apparato informativo della nascente Repubblica. Il colonnello Musco fu l'anima dell'AIL (Armata Italiana della Libertà), organizzazione segreta nata nel 1947 in funzione anticomunista sul cui scheletro fu poi costituita Gladio.[2].

Nominato generale di brigata, guidò i servizi segreti militari italiani, il SIFAR, dal 1952 al dicembre 1955, quando su indicazione del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, e con il parere contrario dello stesso Musco, gli succedette Giovanni De Lorenzo.

Promosso generale di divisione, gli fu affidato il comando della Divisione meccanizzata "Folgore".[3].

Nel 1958 assunse il grado di generale di corpo d'armata, e successivamente, nel 1959, fu nominato comandante designato della III Armata. Nel 1963 insignito motu proprio dal presidente Antonio Segni dell'onorificenza di Cavaliere di gran croce al merito della Repubblica.

Studioso di problemi militari, fu autore di diversi testi storico-militari. Ebbe sei figli e nel 1976 diede alle stampe il volume La verità sull'8 settembre 1943, con Garzanti.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Musco, E. (1976). La verità sull'8 settembre 1943. Italia: Garzanti

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'Argento al Valor Militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Primo capitano del comando I divisione Eritrea. Ufficiale addetto ad un comando di divisione Eritrea, nel corso di un aspro combattimento, durato circa 16 ore, dava prova di instancabile attività, di ardimento, di sprezzo del pericolo. Svolgeva opera quanto mai proficua, fornendo al comando precise notizie sulla situazione, col recarsi più volte spontaneamente nelle prime linee, tra le truppe impegnate col nemico. Sempre animato da spirito di abnegazione e di sacrificio contribuiva, col fervore della sua coraggiosa attività a mantenere fra comando e reparti operanti quella continuità di direttive e di sforzi che ebbe per epilogo la completa vittoria all'avversario.»
— Passo Mecan, 31 marzo 1936[5].
Medaglia d'Argento al Valor Militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Sottotenente 19º reggimento fanteria. Comandante di una sezione lanciabombe, nonostante le perdite subite dal reparto, sotto un bombardamento avversario di eccezionale intensità dirigeva, con calma ammirevole, il fuoco sulle ondate nemiche, scompigliandole. Ferito, rimaneva al comando del reparto, finché, estenuato, ed anche per l'azione di gas tossici, dovette essere trasportato, suo malgrado al posto di soccorso. Già distintosi in aspri combattimenti sul Carso e sulla Bainsizza.»
— Bosco di Coutron (Champagne) 15 luglio 1918[5].
Medaglia di bronzo al Valor Militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Primo capitano in servizio di S.M. del comando I divisione Eritrea. Capitano in servizio di S.M. presso un comando di divisione Eritrea, solerte e fattivo, abile e sagace, dava in tre mesi di campagna prova della sua capacità e del suo coraggio personale, nel concorrere all'organizzazione delle operazioni, intervenendo di persona in prima linea nei momenti di forte rischio.»
— Tembien-Endertà-Seloà, 1936-XIV
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Primo capitano S.M. del comando settore occidentale ferrovia. Addetto al comando di una colonna operante contro forze ribelli, si spostava più volte a cavallo, per impartire e trasmettere ordini. Partecipava di poi all'assalto di un aspro costone, dando prova di ardire e sprezzo del pericolo.»
— Zona Bali, 19 ottobre 1936 - XIV[5].
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Sergente allievo ufficiale 19º reggimento fanteria. In commutazione dell'encomio solenne tributatogli dal comando della 26ª divisione di fanteria. Per il coraggio, lo sprezzo del pericolo dimostrati nel condurre il suo plotone all'assalto e, non essendo questo riuscito, per la fermezza nel riportarlo alla trincea di partenza, ove lo mantenne saldo nonostante il fuoco nemico.»
— Dosso Faiti, 12-24 maggio 1917[5].
Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Legion of Merit - nastrino per uniforme ordinaria
«Awarded for actions during the Vietnam War. The President of the United States of America, authorized by Act of Congress, 20 July 1942, takes pleasure in presenting the Legion of Merit, in the Degree of Officer to Lieutenant General Ettore Musco, Italian Army, for exceptionally meritorious conduct in the performance of outstanding services to the Government of the United States, from April 1961 to May 1962.»
— Headquarters, Department of the Army, General Orders No. 67 (December 14, 1962)

Nominato Cavaliere dell'Ordine di Vittorio Veneto il 21 luglio 1969

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Copia archiviata, su novecentoitaliano.it. URL consultato il 9 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2014).
  2. ^ [1]
  3. ^ Giuseppe De Lutiis, I servizi segreti in Italia, Sperling, 2010, pag. 40 e 61
  4. ^ Decorazione sul database del Quirinale, ad nomen
  5. ^ a b c d Archivio digitale Istituto del Nastro Azzurro, ad nomen
  6. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  7. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Capo del SIFAR Successore
Umberto Broccoli 1952 - 1955 Giovanni De Lorenzo
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