Esafluorofosfato di ammonio

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Esafluorofosfato di ammonio
Formula di struttura dell'esafluorofosfato d'ammonio
Formula di struttura dell'esafluorofosfato d'ammonio
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareNH4PF6
Massa molecolare (u)163,00
Aspettocristalli incolori
Numero CAS101-02-0
Numero EINECS241-009-1
PubChem9793912
SMILES
[NH4+].F[P-](F)(F)(F)(F)F
Proprietà chimico-fisiche
Densità (g/cm3, in c.s.)2,18[1]
Solubilità in acqua748 g/l[1]
Temperatura di fusione58 °C (331 K) dec.[2]
Indicazioni di sicurezza
Simboli di rischio chimico
corrosivo
pericolo
Frasi H314 [3]
Consigli P280 - 335+351+338 - 310 [3]

L'esafluorofosfato di ammonio è il composto chimico di formula NH4PF6. In condizioni normali il composto si presenta come un solido cristallino incolore.

Sintesi[modifica | modifica wikitesto]

Il composto fu ottenuto per la prima volta nel 1930 all'Università di Berlino da Willy Lange (1900-1976) e Emil Müller.[4] Può essere preparato facendo reagire pentacloruro di fosforo e fluoruro d'ammonio:[1]

PCl5 + 6 NH4F → NH4PF6 + 5 NH4Cl

Un'altra possibilità è far reagire cloruro di fosfonitrile e acido fluoridrico:[1]

(NPCl2)n + 6n HF → n NH4PF6 + 2n HCl

Proprietà[modifica | modifica wikitesto]

L'esafluorofosfato di ammonio cristallizza nel sistema cubico, gruppo spaziale Fm3m, con costante di reticolo a = 792 pm, quattro unità di formula per cella elementare.[5] Il composto è molto solubile in acqua, acetone, metanolo ed etanolo. Per riscaldamento si decompone prima di passare allo stato liquido. Se bollito con acidi forti si idrolizza lentamente.[1]

Applicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Vista la sua solubilità, il composto viene comunemente utilizzato come fonte di ione esafluorofosfato al fine di precipitare sali di cationi di grosse dimensioni, sia organici che inorganici.[6]

Tossicità / Indicazioni di sicurezza[modifica | modifica wikitesto]

Il composto è disponibile in commercio. Per contatto provoca ustioni alla pelle e alle mucose, e gravi lesioni agli occhi. Non risultano rischi di cancerogenicità.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Chimica: il portale della scienza della composizione, delle proprietà e delle trasformazioni della materia