Erwin Lendvai

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Erwin Lendvai (Budapest, 4 giugno 1882Londra, 31 marzo 1949) è stato un compositore ungherese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Era zio del compositore Kamilló Lendvay.

Diplomatosi nel 1901 al liceo classico, si è laureato alla National Music Academy di Budapest, studiando sotto la guida di Hans von Koessler. Grazie ad una borsa di studio ha studiato con Giacomo Puccini a Milano, nel Paese di origine della madre.

Dal 1906, visse in Germania, dove iniziò la sua carriera di insegnante.

Insegnò dapprima alla Scuola di ritmica di Hellerau, vicino a Dresda, assieme al compositore Émile Jaques-Dalcroze; a Hellerau (1913-1914), conobbe e sposò la fotografa Erna Dircksen. In seguito si è trasferito al Conservatorio di Berlino come professore di composizione (1919-1922), e infine è stato docente di teoria e canto corale alla Volksmusikschule di Amburgo (1923).

Tra le sue numerose attività nel campo musicale, annoveriamo la direzione della Società musicale a Coblenza e la direzione del coro popolare di Monaco di Baviera, di Saarbrücken e di Erfurt.

Nel 1933, emigrò dalla Germania, a causa del regime nazista, dapprima in Svizzera e poi in Inghilterra, dove lavorò come insegnante di musica a Kenninghall. Dopo la guerra, ha diretto il Gyor Conservatory of Music. Si interessò alla musica di Béla Bartók.[1]

Tra le sue composizioni, annoveriamo: musica corale, una sinfonia, danze arcaiche, Scherzo per orchestra, tre pezzi per organo op. 4, musica da camera, varie opere, tra le quali Elga (1916).[2] Nelle quattrocentocinquanta opere corali ha cercato una sintesi tra la musica tardo medioevale, la polifonia a cappella e lo stile contemporaneo.

Come editore, ha pubblicato una raccolta di musica corale polifonica (1928) e ha scritto assieme a Carl Hannemann e a Walter Rein il libro Lobeda-Singebuchs (1931-1933).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (FR) Erwin Lendvai, su larousse.fr. URL consultato il 2 aprile 2018.
  2. ^ Andrea Della Corte e Guido M. Gatti, Dizionario di musica, Torino, Paravia, 1956, p. 342.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN42601008 · ISNI (EN0000 0000 4381 0434 · Europeana agent/base/29979 · LCCN (ENno93008118 · GND (DE116899530 · BNF (FRcb16383893x (data) · J9U (ENHE987007287603705171 · CONOR.SI (SL77414755 · WorldCat Identities (ENlccn-no93008118