Equilibrio secolare

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In chimica nucleare, l'equilibrio secolare è una situazione nella quale la quantità di un isotopo radioattivo rimane costante perché il suo tasso di produzione (dovuto, ad esempio, al decadimento di un isotopo padre) è uguale al suo tasso di decadimento.[1]

Equilibrio secolare nel decadimento radioattivo[modifica | modifica wikitesto]

L'equilibrio secolare può avvenire in una catena di decadimento radioattivo soltanto se l'emivita del radionuclide figlio è molto più breve del radionuclide padre .[1] In tale situazione, il tasso di decadimento di , e quindi il tasso di produzione di , è approssimativamente costante, perché l'emivita di è molto lunga paragonata alle scale temporali considerate. La quantità del radionuclide si accumula fino a quando il numero di atomi di che decade per unità di tempo diventa uguale al numero di atomi che viene prodotto per unità di tempo; la quantità del radionuclide raggiunge, quindi, un valore costante, di equilibrio.[1] Assumendo che la concentrazione iniziale del radionuclide sia zero, per raggiungere l'equilibrio completo di solito si impiegano diverse emivite del radionuclide .

La quantità del radionuclide , quando si raggiunge l'equilibrio secolare, è determinata dalla quantità del suo genitore e dalle emivite dei due radionuclidi. Questo si può vedere dal tasso temporale di variazione del numero di atomi del radionuclide :

,[1]

dove e sono le costanti di decadimento dei radionuclidi e , legati alle loro emivite da , mentre ed sono il numero degli atomi di e a un dato istante.

L'equilibrio secolare avviene quando , ovvero quando:

.[2]

Su tempi abbastanza lunghi, almeno paragonabili all'emivita del radionuclide , l'equilibrio secolare è soltanto approssimativo; decade fino ad esaurirsi secondo:

,

e la quantità di "equilibrio" del radionuclide si riduce a sua volta.

Per periodi brevi paragonati all'emivita di risulta . Conseguentemente l'esponenziale può essere approssimato a e si ottiene , ovvero la quantità di radionuclidi rimane circa costante e pari al valore iniziale. Il che porta a un valore costante di radionuclidi dato dalla formula precedente.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Giorgio Bendiscioli, Fenomeni Radioattivi, Springer, 2013, p. 12, ISBN 978-88-470-0803-8.
  2. ^ a b R.F. Laitano, Fondamenti di dosimetria delle radiazioni ionizzanti, 4ª ed., ENEA, 2013, pp. 247-248, ISBN 978-88-8286-319-7.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • R.F. Laitano, Fondamenti di dosimetria delle radiazioni ionizzanti, 4ª ed., ENEA, 2013, ISBN 978-88-8286-319-7.
  • Giorgio Bendiscioli, Fenomeni Radioattivi, Springer, 2013, ISBN 978-88-470-0803-8.
  • Maurizio Pelliccioni, Fondamenti fisici della radioprotezione, Bologna, Pitagora, 1993, ISBN 88-371-0470-7.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Definizione IUPAC (PDF), su iupac.org. URL consultato il 12 settembre 2012 (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2007).
  • Radioactive Equilibrium, su epa.gov (archiviato dall'url originale il 2 marzo 2009).