Enzo Vicari

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Vincenzo Giuseppe Agostino Vicari

Vincenzo Giuseppe Agostino Vicari, detto Enzo (Sant'Agata di Militello, 6 agosto 1922Milano, 25 ottobre 2004) è stato un prefetto italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Sant'Agata di Militello nel 1922 da Salvatore Vicari e Vincenzina Cardinale, maestri prima a Sant'Agata di Militello e poi a Palermo, si è formato nel liceo classico di Patti, dove si distinse per le sue tendenze letterarie. Ammesso nel 1942, frequentò la Regia Accademia di fanteria e artiglieria di Modena fino al suo scioglimento l'8 settembre 1943.

Laureatosi a Messina in Giurisprudenza, nel 1947 è entrato nel ruolo direttivo del Ministero dell'Interno e destinato prima ad Agrigento, poi a Reggio Calabria, quindi, nel 1951, a Como, iniziando una carriera destinata a svolgersi per 37 anni in Lombardia. Nel 1965 è vice prefetto ispettore alla Prefettura di Milano, dove è preposto all'ufficio per gli affari economici e sindacali, incarico che svolge fino al 1973, per tutta la durata dei grandi conflitti di lavoro. Era il nipote del capo della polizia Angelo Vicari.

Dal 1971 al 1973 si occupa dell'organizzazione delle prime strutture della Regione Lombardia e della formazione dei fondamentali strumenti normativi regionali. Dall'ottobre 1973 è vice prefetto vicario di Milano. Il 1º dicembre 1975 viene nominato prefetto e destinato a Nuoro, durante la recrudescenza dei sequestri di persona e dopo l'assassinio di on. Riccio, della Democrazia Cristiana[chi?].

Nel 1976 è prefetto a Pavia. Dal 3 gennaio 1980, in coincidenza con alcuni dei più gravi episodi di terrorismo, l'assassinio a Milano di tre valorosi poliziotti, Granato, Taverna, Romiti e il sequestro di circa duecento persone con il ferimento alle gambe di dieci di essi a Torino nella locale Scuola di amministrazione aziendale,[quale?], è destinato dal Governo Cossiga a Milano, dove fino al marzo 1985 esercita anche le funzioni di Commissario di Governo per la Regione Lombardia e di Presidente della Commissione di controllo sugli atti regionali. È stato prefetto di Milano dal 1980 al 1987. Lascia la prefettura di Milano per naturale scadenza il 21 luglio 1987.

Dal 1988 al 1992 è presidente della Fiera di Milano. Dal 1996 insegna diritto all'Università Colombo di Milano. Dal 1997 è presidente dell'Istituto ortopedico Galeazzi di Milano.

Dal 1997 è presidente della Fondazione Cariplo per la lotta all'usura. Muore in casa a Milano il 25 ottobre 2004 e viene tumulato nell'edicola di famiglia nella Necropoli del Cimitero Monumentale.

Memoria[modifica | modifica wikitesto]

Da un ricordo di Bruno Ferrante, già prefetto di Milano, in occasione dell'intitolazione della piazza dedicata a Enzo Vicari dal Comune di Sant'Agata di Militello il 23 ottobre 2010:

«Enzo Vicari è stato uno dei più autorevoli interpreti della funzione prefettizia in un periodo che fu "di passaggio" o, piuttosto, "di cerniera" tra il vecchio Stato centralista e il nuovo modello di Stato delle Autonomie. Tra gli anni settanta e ottanta, Vicari si è misurato con due delicati momenti della vita politico-istituzionale: l'introduzione delle Regioni e la riforma della polizia. Con Piero Bassetti, primo presidente della Lombardia contribuì a costruire la nuova burocrazia regionale. Fu lui inoltre ad aprire la strada verso “il nuovo prefetto” nei mutati assetti istituzionali, impersonando il ruolo di funzionario leale verso il Governo, ma intriso di indipendenza di giudizio e di pensiero. In quegli anni in cui infuriava nel Paese la follia del terrorismo, che seminava morte e paura, Vicari visse quella stagione nella zona forse più esposta, senza farsi condizionare da chi voleva seminare terrore e paura e trasmettendo alla gente un messaggio di fiducia e serenità. Gli si attribuisce il merito di essere stato uno dei protagonisti della rinascita di Milano e del suo riemergere dal cupo periodo del terrorismo. Nel 1981 il Parlamento approvò a larghissima maggioranza la riforma della Polizia, che prevedeva nuovi e diversi rapporti tra gli organi di polizia, tra questi e il prefetto e che smilitarizzava il vecchio corpo della pubblica sicurezza. Vicari valorizzò il ruolo del prefetto rendendolo indispensabile nella funzione di coordinamento delle forze di polizia. Quando si trattò di nominare il nuovo Capo della polizia, in sostituzione di Giovanni Rinaldo Coronas, furono in molti nel governo e nelle Istituzioni a pensare a lui. Ma Vicari preferì spendere il suo impegno a Milano, sua città di adozione, da prefetto.»

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuro di essere fedele - Ricordi di un Prefetto della prima Repubblica, Longanesi & c, Milano 1994[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Piera Colaprico, Vicari, prefetto antiusura, la Repubblica, 21 gennaio 2001
  • Bruno Ferrante, Il coraggio delle idee e l'amore per l'arte, Corriere della Sera, 26 ottobre 2004
  • Alberto Bertoccelli, Per sette anni in corso Monforte, un protagonista degli anni di piombo, Corriere della sera, 26 ottobre 2004
  • Tino Fiammetta, Vicari, testimone e protagonista, dagli anni di piombo al Galeazzi, Il Giorno, 26 ottobre 2004

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Controllo di autoritàVIAF (EN79426899 · ISNI (EN0000 0000 5746 0172 · SBN SBNV026976 · LCCN (ENn97020058 · BNF (FRcb13759585k (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n97020058
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