Enzo Felsani

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Enzo Felsani
NascitaNapoli, 3 aprile 1918
MorteRoma, 14 giugno 2006
Dati militari
Paese servito Regno d'Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Forza armata Regio Esercito
Polizia dell'Africa italiana
Corpo delle guardie di pubblica sicurezza
RepartoPolizia stradale
Reparto celere
Anni di servizio1941 - 1942
1943 - 1944[1]
1945 - 1981
GradoMaggior generale
Feriteferito nella seconda guerra mondiale
GuerreSeconda guerra mondiale
Comandante diAccademia del Corpo di Polizia (Capo Ufficio Studi)
Scuola Allievi Guardie di Polizia
Scuola superiore di polizia
Pubblicazioni"Polizia e popolo nella lotta politica in Italia e Europa", (1979); "Mafia e potere: società civile, organizzazione mafiosa ed esercizio dei poteri nel Mezzogiorno contemporaneo" (atti, 1983)
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Enzo Felsani, menzionato anche con il nome anagrafico Vincenzo Felsani (Napoli, 3 aprile 1918Roma, 14 giugno 2006), è stato un poliziotto italiano. Felsani è stato generale del Corpo di Pubblica sicurezza e comandante della Accademia di Polizia di Roma, fu il promotore[2][3] della Riforma e della smilitarizzazione del Corpo di Polizia italiano, primo segretario generale e fondatore del SIULP[4], il primo sindacato della Polizia italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Felsani, laureato in giurisprudenza, combatté in Africa orientale come ufficiale di complemento di artiglieria e dopo due anni, nel 1943, entrò nel Pai, la Polizia dell'Africa italiana.

Rientrato in Italia nel 1945, entrò nel Corpo delle guardie di pubblica sicurezza, al Reparto “Celere” di Roma.

Nel 1947 fu poi trasferito alla Polizia stradale e promosso Capitano. Nel 1955 è insegnante alla Scuola Ufficiali e Sottufficiali del corpo, sempre a Roma. Con il grado di Tenente Colonnello fu destinato all'Accademia del Corpo delle Guardie di P.S., nata nel 1964, dove assunse la guida dell'Ufficio Studi. Promosso Colonnello, nel 1967 fu trasferito a Bolzano per comandare la Scuola Allievi Guardie di P.S. Nel 1970 gli fu affidato il comando del Centro addestramento Polizia stradale di Cesena.

Nel 1972 Felsani fu a Torino come Ispettore Generale dopo essere stato promosso Maggiore Generale. Nel maggio 1973 fu trasferito a Roma al Ministero dell'Interno e poi, gli fu affidato il comando dell'Accademia del corpo delle Guardie di Pubblica sicurezza[3][5] (oggi Scuola superiore di polizia).

Nel 1980 fu collocato in ausiliaria[6].

Riforma della polizia[modifica | modifica wikitesto]

Felsani promosse attivamente il movimento per la smilitarizzazione della Polizia di Stato fin dalla prima riunione ufficiale di Roma del 2 luglio 1974;[7] con l'intento di promuovere una più moderna e democratica organizzazione di Polizia[2].

Il primo segnale del suo successo nel promuovere il rinnovamento del Corpo venne dalla circolare n. 555/318 del 9 ottobre 1976, emanata dal Ministro dell'Interno Francesco Cossiga, che autorizzava il personale civile e militare della Pubblica Sicurezza a riunirsi in Comitati per esprimere liberamente giudizi e opinioni relativi alla riforma del Corpo. La Circolare permise la nascita nel gennaio 1977 di un Movimento per la riforma della Polizia[8], che diverrà nel 1982 un vero e proprio sindacato, con l'adesione del 90% dei poliziotti e la costituzione in tutte le province d'Italia dei Comitati di Base per rappresentare la categoria. Enzo Felsani, con altri fra cui Francesco Forleo, Pippo Micalizio, Riccardo Miani, Luigi Tomasselli e Tonino Lo Sciuto[9]. Intervenne al congresso del Partito Comunista Italiano del 1980 per spingere l'approvazione della riforma della polizia.[2][10][11].

Promosse la presentazione un progetto di legge per la completa riforma dell'amministrazione della Pubblica Sicurezza che poi fu approvato dal parlamento come legge n. 121 del 1º aprile 1981.[12] La legge portò a smilitarizzare il corpo di Polizia.

Attività sindacale[modifica | modifica wikitesto]

La nuova organizzazione permetteva la creazione e l'iscrizione a sindacati per la difesa dei diritti dei poliziotti, che volutamente rinunciavano al "diritto di sciopero". Il generale Felsani fu tra i fondatori di un'organizzazione di rappresentanza del personale della Polizia di Stato, che fu chiamato Siulp, "Sindacato Italiano Unitario Lavoratori di polizia", e che nacque organizzativamente il 24 luglio 1982 con il “1º Congresso nazionale del Sindacato Italiano Unitario dei Lavoratori di Polizia” all'Hotel Ergife di Roma alla presenza dei delegati di circa 40.000 iscritti, cui presero parte anche i segretari generali delle tre confederazioni sindacali.

Enzo Felsani ne fu il primo segretario generale, ma si dimise l'anno successivo, sostituito da Francesco Forleo.[13].

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

  • Attestato di "Pubblica Benemerenza", il Ministro con menzione onorevole per le generose azioni compiute in soccorso nell'isola di Ischia, supp. al n. 231 della Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, Roma

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Storia della PAI: Polizia Africa italiana : 1936-1945, Raffaele Girlando, Italia editrice new, 2004, p. 403
  2. ^ a b c Al di sotto della legge: Conversazioni su polizia e democrazia, vol. 30, parte 3, Il Mondo, 1979, p. 18.
  3. ^ a b Luigi Notari, Mauro Ravarino, Al di sotto della legge: Conversazioni su polizia e democrazia, Edizioni Gruppo Abele, 2016, ISBN 9788865791660.
  4. ^ Francesco Forleo, Plenilunio con pistola, Edizioni Rubbettino, 2003, ISBN 9788865791660.
  5. ^ Alberto Bernardi, La riforma della polizia: smilitarizzazione e sindacato, G. Einaudi, 1979.
  6. ^ Paolo Andruccioli, Ettore Gerardi, Il generale che lavorò per la Riforma (intervista a Enzo Felsani), in Polizia e democrazia, n. 78, marzo 2003. URL consultato il 19 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2014).
  7. ^ Forleo 2003, p. 108.
  8. ^ Di Francesco 2009, p. 132: Questo sindacato non s'ha da fare.
  9. ^ Forleo 2003, p. 121.
  10. ^ Ennio Di Francesco, Un commissario scomodo. Testimonianze di Norberto Bobbio e Gino Giugni, Sandro Teti Editore, 2009.
  11. ^ [1] Le forze di polizia nel dopoguerra, Antonio Sannino, Ed. Mursia, 2004, "Chiediamo formalmente al Procuratore militare generale Ugo Foscolo di aprire un'azione giudiziaria contro il generale Felsani e i 3.000 agenti, responsabili di insubordinazione, rivolta militare ed abbandono di servizio"
  12. ^ La riforma del 1981: la smilitarizzazione
  13. ^ Forleo 2003, pagina 122.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Paolo Andruccioli, Ettore Gerardi, Il generale che lavorò per la Riforma (intervista a Enzo Felsani), in Polizia e democrazia, nº 78, marzo 2003.
  • La riforma del 1981: la smilitarizzazione
  • Annibale Paloscia, Storia della Polizia: la prima storia dell'ordine pubblico nel nostro Paese, dal 1860 a oggi, Volume 10 di Storia e cronache d'Italia, Newton Compton Editori, 1990
  • Le forze di polizia nel dopoguerra, Antonio Sannino, Ed. Mursia, 2004, ISBN 8842532797
  • Virgilio Ilari, Storia militare della prima Repubblica, 1943-1993, Volume 2 di Armi e politica, Nuove ricerche, 1994
  • Saverio Di Bella (a cura di), Atti convegno internazionale: Mafia e potere : società civile, organizzazione mafiosa ed esercizio dei poteri nel Mezzogiorno contemporaneo, Volume 1, Soveria Mannelli, Rubbettino, 1983.
  • Ennio Di Francesco, Un commissario scomodo. Testimonianze di Norberto Bobbio e Gino Giugni, Roma, Sandro Teti, 2009, ISBN 978-88-88249-44-5.
  • Francesco Forleo, Plenilunio con pistola, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2003.
  • Storia della PAI: Polizia Africa italiana : 1936-1945, Raffaele Girlando, Italia editrice new, 2004, pgg. 403
  • Al di sotto della legge: Conversazioni su polizia e democrazia, Il Mondo, Volume 30, Parte 3, pgg. 18, 1979.
  • Luigi Notari, Mauro Ravarino, Al di sotto della legge: Conversazioni su polizia e democrazia, Edizioni Gruppo Abele, 2016, ISBN 9788865791660
  • Alberto Bernardi, [La riforma della polizia: smilitarizzazione e sindacato Al di sotto della legge: Conversazioni su polizia e democrazia] , G. Einaudi, 1979, ISBN 9788865791660
  • Ennio Di Francesco, Un commissario scomodo. Testimonianze di Norberto Bobbio e Gino Giugni, Sandro Teti Editore, 2009.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]