Enrico Bignami

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Enrico Bignami (Lodi, 3 dicembre 1844Lugano, 13 ottobre 1921) è stato un giornalista e politico italiano.

Foto di Enrico Bignami
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Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Fondato a Lodi il giornale La plebe, si interessò agli avvenimenti in seno alla Prima Internazionale. Decisamente anti-anarchico, si avvicinò a Marx ed Engels di cui divenne corrispondente.

Nel 1876 riuscì a creare intorno a sé e ad Osvaldo Gnocchi-Viani (1837-1917) un movimento evoluzionista che si costituì in Federazione Alta Italia dell'Internazionale.

Fallito il tentativo di convertire gli anarchici al socialismo elettoralistico, strinse rapporti con le prime organizzazioni operaie milanesi e fu di stimolo alla nascita del Partito Operaio Italiano.

Iscritto poi al Partito Socialista Italiano, non fece mai attività politica ma, esiliato definitivamente a Lugano - dove si occupò professionalmente della rete del gas e di materiale elettrico -, cercò di diffondere gli ideali del pacifismo attraverso la rivista Coenobium, pubblicata a Lugano dal 1906 al 1919, alla quale collaborò tra gli altri il socialista e filosofo Giuseppe Rensi.

Come Rensi, Bignami fu membro della Massoneria e, nonostante l'accettazione dell'ordine del giorno Zibordi-Mussolini al congresso di Ancona del Partito socialista (26-29 aprile 1914), che con quasi i tre quarti dei voti sancì l'incompatibilità tra socialismo e massoneria, in una lettera al Maestro venerabile della loggia Carlo Cattaneo di Milano scrisse: "Resterò fedele al glorioso principio della massoneria sino all'ultimo dei miei giorni - come resterò devoto al partito socialista. (...) Fu al coperto della volta stellata di un tempio che potei costituire la prima sezione Italiana dell'Internazionale; i denigratori socialisti della massoneria potrebbero ricordarsi di cento altri fatti come questi."[1]. Fu Maestro venerabile della Loggia "Abramo Lincoln" di Lodi, appartenente al Grande Oriente d'Italia[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Massimo Della Campa, Luce sul Grande Oriente. Due secoli di massoneria in Italia, Milano, Sperling & Kupfer, 2005, p. 63.
  2. ^ Santi Fedele, La Massoneria italiana tra Otto e Novecento, Foggia, Bastogi, 2011, p. 57.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN5028136 · ISNI (EN0000 0000 6155 522X · SBN LO1V132016 · BAV 495/93906 · LCCN (ENnr95033747 · GND (DE12056887X · BNF (FRcb12459095v (data) · J9U (ENHE987007436690005171 · WorldCat Identities (ENlccn-nr95033747