Encephalartos lebomboensis

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Encephalartos lebomboensis
Encephalartos lebomboensis
Stato di conservazione
In pericolo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneCycadophyta
ClasseCycadopsida
OrdineCycadales
FamigliaZamiaceae
GenereEncephalartos
SpecieE. lebomboensis
Nomenclatura binomiale
Encephalartos lebomboensis
I.Verd., 1949

Encephalartos lebomboensis I.Verd., 1949 è una cicade appartenente alla famiglia delle Zamiaceae, endemica del Sudafrica nord-orientale.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

È una cicade a portamento arborescente, con fusto alto sino a 4 m e con diametro di 25–30 cm, generalmente non ramificato; talora fusti secondari possono originarsi da polloni che sorgono alla base del fusto principale.[2]

Le foglie, pennate, lunghe 100–150 cm, sono disposte a corona all'apice del fusto e sono rette da un picciolo spinoso; sono composte da numerose paia di foglioline lanceolate, con margine dentato, inserite sul rachide con un angolo di 45-80°, lunghe mediamente 12–18 cm, ridotte a spine verso la base del picciolo.

È una specie dioica con esemplari maschili che presentano 1 o raramente 2 coni ovoidali, lunghi 40–45 cm e larghi 12–15 cm, peduncolati, di colore giallo albicocca, ed esemplari femminili con 1 o raramente 2 coni ovoidali, lunghi 40–45 cm e con diametro di 25–30 cm, di colore giallo-verdastro.

I semi sono oblunghi, lunghi 30–40 mm, ricoperti da un tegumento rossastro.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La specie ha un areale ristretto ai monti Lebombo, una catena montuosa che sorge al confine tra le provincie sudafricane di Mpumalanga, Limpopo e KwaZulu-Natal, lo Swaziland e il Mozambico.[1]

Cresce in ambienti rocciosi con rada vegetazione, con precipitazioni annue intorno a 625–700 mm.[2]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

E. lebomboensis è stata descritta nel 1949 dalla botanica sudafricana Inez Verdoorn (1896-1989).

Sino al 1996 venivano erroneamente attribuiti a questa specie anche gli esemplari di un'altra entità presente sui monti Lebombo, ora riconosciuta come una specie differente (Encephalartos senticosus Vorster, 1996). Rispetto a quest'ultima, E. lebomboensis si differenzia per la minore taglia, le foglioline più strette e per il numero e la differente morfologia dei coni.[2]

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List classifica E. lebomboensis come specie in pericolo di estinzione (Endangered)[1].
La specie è inserita nella Appendice I della Convention on International Trade of Endangered Species (CITES)[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Donaldson, J.S. 2010, Encephalartos lebomboensis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b c Whitelock 2002, pp.212-213.
  3. ^ CITES - Appendices I, II and III (PDF), su Convention On International Trade In Endangered Species Of Wild Fauna And Flora, International Environment House, 2011 (archiviato dall'url originale il 4 agosto 2012).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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