Emiliano Mammucari

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Emiliano Mammucari a Lucca Comics & Games 2014.

Emiliano Mammucari (Velletri, 21 aprile 1975) è un fumettista, illustratore e scrittore italiano. Attivo nel mondo del fumetto dal 1998, è in prevalenza disegnatore e opera soprattutto su testi altrui. Collabora con Eura Editoriale (successivamente Editoriale Aurea) e con Sergio Bonelli Editore; per quest'ultima casa editrice, oltre a disegnare alcuni numeri di Napoleone e Jan Dix, nel 2013 crea graficamente la serie Orfani, insieme allo sceneggiatore Roberto Recchioni.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Velletri, Mammucari inizia a muovere i primi passi nel mondo delle illustrazioni a partire dal 1998, collaborando con l'etichetta Comic Art; l'anno seguente contribuisce a fondare, insieme ad altri esordienti, la casa editrice indipendente Montego[1], per la quale pubblica il suo primo lavoro a fumetti: il volume Povero Pinocchio[2] (testi di Alessandro Bilotta). Sempre per la Montego Mammucari nel 2000 realizza anche la miniserie horror Il dono nero, di nuovo su testi di Bilotta, opera in tre volumi che ottiene dei riscontri positivi dalla critica[1]. Successivamente, conclusasi l'esperienza Montego, inizia a collaborare con la rivista Selen (Edizioni 3ntini), e realizza illustrazioni per varie piccole case editrici[3].

Nel 2002 entra a far parte fin dalle prime fasi del progetto John Doe della Eura Editoriale, contattato, secondo quanto da lui stesso dichiarato, da Lorenzo Bartoli[1] (co-creatore della serie insieme a Roberto Recchioni); Mammucari realizza i disegni del primo numero della serie, uscito nel giugno 2003.

Successivamente, inizia a collaborare con la Sergio Bonelli Editore, per la quale realizza prima due numeri della serie Napoleone (il 48 nel 2005 ed il 54 nel 2006), entrambi su testi di Carlo Ambrosini, e nel 2009 il numero 5 della miniserie Jan Dix (di nuovo su testi di Ambosini). Fra il 2009 e il 2010 la Bonelli gli commissiona inoltre tutte le copertine di Caravan, miniserie fantascientifica in 12 numeri creata da Michele Medda, di cui disegna anche il numero 10 (marzo 2010).

Sempre per la Bonelli, crea insieme a Roberto Recchioni la serie Orfani; di cui è autore grafico dei personaggi, dei veicoli e delle armi, oltre a realizzarne i disegni del primo numero, uscito nell'ottobre 2013 (la copertina del numero è peraltro di Massimo Carnevale, ricomponendo così il gruppo creativo del primo numero di John Doe[4]).

A luglio 2015 esce "La nuova Alba dei morti viventi" su testi di Roberto Recchioni, primo numero della collana Dylan Dog - i colori dell'incubo pubblicato da Sergio Bonelli Editore e Gazzetta dello sport[5].

Nel 2011 pubblica un libro per le edizioni Effequ, intitolato Lezioni spirituali per giovani fumettari[6]. Nell'ottobre 2016, in occasione di Lucca Comics & Games viene pubblicato da Comic Art Store il suo primo Sketchbook.

Nel 2017 scrive un ciclo di storie di Orfani dal titolo Orfani: Terra[7].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Fumetti[modifica | modifica wikitesto]

Libri[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Intervista, su amazingcomics.it, 1º aprile 2003.
  2. ^ Intervista, su ayaaaak.net. URL consultato il 31 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 2 novembre 2013).
  3. ^ Biografia, su scuolaromanadeifumetti.it. URL consultato il 31 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 4 novembre 2013). sul sito della Scuola Romana dei Fumetti
  4. ^ Intervista a Roberto Recchioni sulla nuova serie Sergio Bonelli Editore, su lospaziobianco.it.
  5. ^ Dylan Dog - I colori della paura! - Sergio Bonelli, su sergiobonelli.it. URL consultato il 14 luglio 2015.
  6. ^ Uno sguardo dentro l’editoria a fumetti: intervista ad Emiliano Mammucari, su lospaziobianco.it.
  7. ^ L'ultima storia prima della fine del mondo. URL consultato l'11 marzo 2017.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Biografia, su sergiobonellieditore.it.
  • Blog ufficiale, su zulapazu.blogspot.it. URL consultato il 1º maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 9 gennaio 2015).
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