Emilia Kuster Rosselli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Emilia Rosselli coniugata Kuster (Livorno, 19 marzo 1905Milano, 25 aprile 1958) è stata una giornalista di moda italiana, nota anche come Bebe Kuster. Figura di grande rilievo nell'ambito della pubblicistica di moda negli anni '50 e '60 del secolo scorso[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nasce in una famiglia politicamente impegnata. Inizia la sua attività aprendo una scuola di ricamo a Genova e poi nel 1933 convince Gio Ponti ad allegare alla rivista Domus, da lui diretta, un inserto dal nome Fili. La rivista ha un notevole successo e Emilia nel 1940 viene chiamata alla Triennale di Milano per organizzare una mostra sul ricamo, mostra che resterà un capisaldo nella storia del ricamo in Italia[2]. Nel 1950, con il sostegno finanziario del marito, apre la rivista Novità, rivista di moda, ma allargata anche ad altri temi di interesse per la donna borghese italiana del primo dopoguerra.

Donna di forte personalità e notevole cultura, acquista un grande prestigio nell'ambito editoriale della moda sia in Italia che all'estero; si fa promotrice in Italia della moda francese, ma è anche promotrice della moda italiana sostenendo fortemente Giovanni Battista Giorgini, l’inventore della passerella di Palazzo Pitti a Firenze. Ha anche l'intuizione di dare un gran peso al ruolo della fotografia nella moda e spinge in tal senso il fotografo milanese Ugo Mulas[2].

Nota anche con il nome Bebe Kuster[3], era cugina dei Fratelli Rosselli[2]. Muore nella sua casa in Via Brera, 17 a Milano a soli 53 anni. È sepolta a Torino nella tomba di famiglia Kuster[4].

Attività editoriale[modifica | modifica wikitesto]

Di notevole rilievo la sua attività nell'editoria femminile di moda degli anni '40 e '50, per la capacità di cogliere i mutamenti del costume in corso e spingere verso l'innovazione. Dirige le seguenti riviste:

Fili[modifica | modifica wikitesto]

FILI maggio 1934
FILI maggio 1934

Rivista di ricamo e di moda, da lei fondata nel 1934 e diretta fino a quando le leggi razziali la costringono ad abbandonare il lavoro[5]. Già nel primo anno la rivista raggiunge le 14 000 copie e più tardi, per ampliare il bacino delle sue lettrici, alcune sue rubriche sono trasformate in riviste autonome[6]. La rivista cessa le pubblicazioni nel 1944[7].

La rivista spazia dal ricamo ai lavori femminili, ma in particolare il ricamo è presentato sia come passatempo femminile che come attività artigianale. Nel luglio del 1940 in un editoriale Kuster Rosselli scrive "alle amiche di 'Fili'"[8]

«Con questo numero "Fili" chiude il suo programma normale atto a indirizzare il lavoro femminile verso quel gusto del bello e del raffinato che rende nobile il ricamo moderno e lo riallaccia alla grande tradizione italiana del lavoro d'ago. 'Fili' si accinge ad aprire una parentesi e attenersi ad un'assoluta praticità, studiata in ogni particolare di vita della donna, praticità severa voluta dallo spirito di oggi. I ricami preziosi e pregevoli non saranno esclusi da "Fili", che essi resteranno uno dei privilegi della donna italiana. Anche in queste grandi ore, essi consentiranno alla signora degli utili e piacevoli momenti di svago, una compagnia e un riposo, mentre assicurano all'artigiana la più legittima fonte di guadagno; un lavoro che permette a entrambe di stare a casa e accudire i figli»

.

Cordelia[modifica | modifica wikitesto]

Cordelia, rivista per giovinette. La dirige dal febbraio 1942 per pochi mesi; la rivista poi diviene supplemento del periodico La Donna, per chiudere poco dopo[9][10].

Grazia[modifica | modifica wikitesto]

Dirige Grazia dal 1949, facendone anche una scuola di formazione del giornalismo femminile di moda[11].

Scrive frequentemente sul Corriere della sera con lo pseudonimo Donna Francesca[12].

Novità[modifica | modifica wikitesto]

Novità, febbraio 1957
Novità, febbraio 1957

Di particolare rilievo la sua fondazione nel 1950 di Novità che ha diretto fino alla sua morte nel 1958. La rivista ha subito un grande successo per la sua intuizione di creare

«“Una rivista che mancava, pratica per la donna moderna, intelligente, elegante, curiosa, una rivista che le porti notizie e idee quando vive in casa, che la inviti alla casa quando per necessità e gusti ne vive lontana”[13]»

La rivista tratta in modo spigliato e moderno moda, arredamento, arte, antiquariato, letteratura, cucina e giardinaggio, incontrando gli interessi delle donne della media borghesia italiana del primo dopoguerra[14]. Alla sua morte nel 1958[15] le succede nella direzione Lidia Tabacchi; la rivista sarà acquistata nel 1962 dalla Condé Nast di Samuel Irving Newhouse che nel 1965 cambia il nome della rivista in Vogue & Novità; cambierà nuovamente nome nel 1988 quando diventa Vogue Italia[16].

Attività nel Soroptimist[modifica | modifica wikitesto]

È stata socia del Club Milano Fondatore, primo club del Soroptimist international nato in Italia nel 1928, assieme ad altre personalità di rilievo come: Camilla Caderna, Fernanda Pivano, Ombretta Fumagalli Carulli[17]. Fu presidente nazionale dal 1954-55 e nel 1957-58[18] e successivamente presidente del Club Milano[12]. Si fa promotrice della nascita del club di Como[19].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Valeria Palumbo, Non per me sola, Bari-Roma, Editori Laterza, 2020.
  2. ^ a b c Rosselli Kuster, Emilia.
  3. ^ Dizionario della moda, p. 332.
  4. ^ La morte della scrittrice Emilia Kuster Rosselli, in La stampa, 26 aprile 1959, p. 2. URL consultato il 17 febbraio 2022.
  5. ^ Dizionario della moda, p. 281.
  6. ^ Bibliografia dei periodici femminili lombardi, 1786-1945, Milano, Lampi di stampa, 2003, p. 146.
  7. ^ Silvia Lattuada, Arti del tessile e dell'ago nell'editoria di Gio Ponti tra "Lo Stile" e "Fili", Venezia, Università Ca' Foscani, 2016, p. 4.
  8. ^ Temi autarchici e “giardini di pizzi”. URL consultato il 3 agosto 2022.
  9. ^ Dizionario della moda, ʘ. 168.
  10. ^ Karin Bloom, Cordelia, 1881–1942. Profilo storico di una rivista per ragazze, Malmö, Holmbergs, 2015, p. 182.
  11. ^ Valeria Palumbo
  12. ^ a b La morte della scrittrice Emilia Kuster Rosselli.
  13. ^ Novità, 21 giugno 2021, https://moda.mam-e.it/novita/. URL consultato il 4 agosto 2022.
  14. ^ Dizionario della moda, p.227 e 570.
  15. ^ In Memoriam Emilia Kuster Rosselli Lasciandosi sè altro ricordo (Allegato alla rivista Novità, 92 di Giugno 1958).
  16. ^ Vogue Italy. From the beginning to the internationalization, su Comoinfo.com, 6 maggio 2019. URL consultato il 3 agosto 2022.
  17. ^ Storia del Club, su soroptimist.it, 7 novembre 2017. URL consultato il 3 agosto 2022.
  18. ^ Past Presidenti, su soroptimist.it, 12 maggio 2013. URL consultato il 3 agosto 2022.
  19. ^ I nostri 60 anni, in SoroptimistNews, gennaio 2015, p. 25.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Dizionario della moda, Milano, Baldini & Castoli, 1999. URL consultato il 27/7/21.
  • Marina Rovera, Rosselli, Kuster Emilia, in Guido Vergani (a cura di), Dizionario delli moda, Milano, Baldini & Castoldi, 1999, p. 666.
  • Rosselli Kuster, Emilia, su MAMe, 24 giugno 2021. URL consultato il 17 febbraio 2022.
  • Anna Maria Isastia, Una rete di donne nel mondo. Soroptimist International, un secolo di storia (1921-2021), Roma, Edizioni di storia e letteratura, 2021, p. 358, ISBN 978-88-93595-40-7.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]