Emanuela Savio

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Emanuela Savio

Deputato della Repubblica Italiana
LegislaturaII, III, IV, V
Gruppo
parlamentare
Democratico Cristiano
CollegioTorino
Incarichi parlamentari
  • VI Commissione Permanente (Istruzione e Belle Arti)
  • Commissione Speciale esame ddl n. 1946: Cinematografia
  • VIII Commissione permanente (Istruzione e Belle Arti)
  • Commissione Speciale esame ddl n.11: Cinematografia
  • XIV Commissione Permanente (Igiene e Sanita' Pubblica
  • Commissione Parlamentare di vigilanza sulle Radiodiffusioni
  • II Commissione Permanente (Interno)
  • Sottosegretario di Stato (Industria, Commercio e Artigianato) durante il Governo Leone II
  • Sottosegretario di Stato (Industria, Commercio e Artigianato) durante il Governo Rumor I
  • Sottosegretario di Stato (Industria, Commercio e Artigianato) durante il Governo Rumor II
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoDemocrazia Cristiana
Professioneinsegnante

Emanuela Savio (Saluzzo, 17 dicembre 1916Torino, 6 febbraio 1989) è stata una politica italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Della vita di Emanuela Savio prima del suo ingresso in politica si conosce molto poco: le sue origini sono della provincia cuneese, nacque a Saluzzo, si laureò in lettere e filosofia ed esercitò la professione di insegnante.

Fu membro attivo del consiglio nazionale della Democrazia Cristiana e una convinta esponente del femminismo: sosteneva infatti, andando contro il movimento cattolico, il diritto al lavoro per le donne e l'infondatezza del licenziamento delle stesse per matrimonio[1]. Il lavoro infatti era da lei considerato come un insopprimibile diritto e un elemento insostituibile della libertà, della dignità e di sviluppo della personalità femminile[2].

Viene ricordata inoltre per aver affermato con forza la necessità degli asili nido, descritti come un servizio fondamentale per la famiglia per assicurare una adeguata assistenza all'infanzia, per ottenere un più armonico sviluppo psicofisico dei ragazzi, e di conseguenza per garantire alle donne lavoratrici il diritto alla famiglia[3].

Negli anni settanta venne nominata presidente della Cassa di Risparmio di Torino e del Credito Federagrario Piemonte. Il 4 febbraio 1989[4], durante il congresso regionale della Democrazia Cristiana[5], cadde dalle scale fratturandosi l'osso parietale sinistro[4]; a nulla valse il successivo ricovero all'ospedale di Cirié e la Savio, nel frattempo trasportata al CTO[4], morì due giorni dopo per ematoma subdurale acuto traumatico[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Francesco Barbagallo, Storia dell'Italia Repubblicana. La trasformazione dell'Italia: sviluppi e squilibri, pagg. 197 e ss, Einaudi, 1995.
  2. ^ La civiltà Cattolica, pag. 400, Volume 118, 1967.
  3. ^ Marisa Rodano, Memorie di una che c'era: una storia dell'Udi, pag. 152, Il saggiatore, 2010.
  4. ^ a b c d Stampa Sera, 7 febbraio 1989
  5. ^ si svolgeva all'Hotel Atlantic di Borgaro Torinese (Stampa Sera, 6 febbraio 1989)

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