Elsa Cavelti

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Elsa Cavelti (Rorschach, 4 maggio 1907Basilea, 10 agosto 2001) è stata una cantante lirica svizzera.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Studiò dapprima a Zurigo, poi a Francoforte con Res Fischer e infine a Vienna con Otto Iro. Debuttò nel 1936 allo Stadttheater Kattowitz, per poi passare all'Opera di Francoforte nel 1938. Cantò inoltre all'Oberschlesischen Landestheater di Beuthen dal 1939 al 1942 e all'Opernhaus di Düsseldorf dal 1942 al 1944. Nel 1939 si esibì come ospite alla Semperoper di Dresda.[1]

Nel 1944 tornò in Svizzera, dove cantaò come primo contralto drammatico all'Opernhaus Zürich. Fu Brangäne nel Tristano e Isotta, Fricka ne La Valchiria, Ortrud in Lohengrin e Ottaviano ne Il cavaliere della rosa. Nel 1949 partecipò alla prima di Die schwarze Spinne di Willy Burkhard e si esibì ne L'incoronazione di Poppea, sia al Teatro Olimpico di Vicenza che alla Fenice di Venezia. Fu ospite alla Scala di Milano diverse volte, interpretando Venere nel Tannhäuser di Wagner e il ruolo della protagonista in Giuditta di Honegger. Fu inoltre ospite all'Opera di Stato di Vienna, in Belgio, Francia, Regno Unito, Argentina e Stati Uniti.[1]

Nel 1959 studiò da soprano drammatico. Ai suoi ruoli consueti si aggiunsero quindi quello principale di Fidelio di Beethoven, Brünnhilde ne L'anello del Nibelungo e il Marschallin ne Il cavaliere della rosa.[1] Apparve inoltre al Festival di Bayreuth del 1966 ne Il crepuscolo degli dei di Wagner.[2]

Cavelti fu anche interprete di lied. Nel 1945 cantò nella prima di Weise von Liebe und Tod des Cornets Christoph Rilke di Frank Martin e interpretò diverse canzoni di Othmar Schoeck.[3] Fu inoltre un'influente insegnante di canto accademico: nel 1970 divenne docente alla Musikhochschule di Francoforte e successivamente a Basilea.[2] Tra i suoi studenti figurano Claudia Eder, Eva Lind, Gabriele Schnaut, Ortrun Wenkel e Ruth Ziesak.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Kutsch 2004, p. 777.
  2. ^ a b (DE) Bayreuth Festival, su auffuehrungsdatenbank.bayreuther-festspiele.de. URL consultato il 26 agosto 2021 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2018).
  3. ^ a b Kutsch 2004, p. 778.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN54338271 · ISNI (EN0000 0000 5938 0811 · LCCN (ENn81074643 · GND (DE124893449 · BNE (ESXX1410804 (data) · BNF (FRcb13949566f (data) · J9U (ENHE987007320256105171 · WorldCat Identities (ENlccn-n81074643