Eduardo Davino

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Eduardo Davino
vescovo della Chiesa cattolica
Opus iustitiæ pax
 
Incarichi ricoperti
 
Nato6 agosto 1929 a Napoli
Ordinato presbitero27 luglio 1952 dall'arcivescovo Alfonso Castaldo (poi cardinale)
Nominato vescovo15 luglio 1993 da papa Giovanni Paolo II
Consacrato vescovo9 ottobre 1993 dal cardinale Michele Giordano
Deceduto20 gennaio 2011 (81 anni) a Roma
 

Eduardo Davino (Napoli, 6 agosto 1929Roma, 20 gennaio 2011) è stato un vescovo cattolico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Il 27 luglio 1952 fu ordinato presbitero dall'arcivescovo coadiutore di Napoli Alfonso Castaldo.

Ministero episcopale[modifica | modifica wikitesto]

Il 15 luglio 1993 papa Giovanni Paolo II lo nominò vescovo di Ariano Irpino-Lacedonia; succedette ad Antonio Forte, precedentemente nominato vescovo di Avellino. Il 9 ottobre seguente ricevette l'ordinazione episcopale, nella cattedrale di Napoli, dal cardinale Michele Giordano, arcivescovo metropolita di Napoli, co-consacranti l'arcivescovo Carlo Furno, nunzio apostolico in Italia, e il vescovo Filippo Giannini, ausiliare di Roma.

Ad Ariano Irpino istituì l'ufficio diocesano dei beni culturali ecclesiastici e contribuì all'apertura del museo degli argenti nella tesoreria della cattedrale e del museo diocesano d'arte sacra nell'ex chiesa di Santa Lucia e di Maria Santissima Annunziata.

Il 10 novembre 1997 venne trasferito dal medesimo pontefice alla sede suburbicaria di Palestrina,[1] dove succedette a Vittorio Tomassetti, precedentemente nominato vescovo coadiutore di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola. Il 14 dicembre successivo prese possesso della diocesi.

Durante il suo episcopato a Palestrina ristrutturò completamente l'episcopio e la curia vescovile ed istituì il museo diocesano prenestino di arte sacra.

Il 15 maggio 2005 papa Benedetto XVI accolse la sua rinuncia, presentata per raggiunti limiti di età, al governo pastorale della sede suburbicaria di Palestrina;[2] gli succedette Domenico Sigalini, del clero di Brescia.

Fu consultore della Congregazione per il clero e del Pontificio consiglio per i testi legislativi e membro del Supremo tribunale della Segnatura apostolica. Fu revisore dei conti della Conferenza Episcopale Italiana.

Morì nella sua residenza privata di Roma, ove si era ritirato, la sera del 20 gennaio 2011 a seguito di complicazioni polmonari. Fu sepolto nella cappella di San Lorenzo della cattedrale di Sant'Agapito martire di Palestrina.

Genealogia episcopale[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nomina del Vescovo di Palestrina (Italia), su press.catholica.va, 10 novembre 1997. URL consultato il 3 agosto 2022 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2013).
  2. ^ Rinunce e nomine. Rinuncia del Vescovo di Palestrina (Italia) e nomina del successore, su press.vatican.va, 24 marzo 2005. URL consultato il 3 agosto 2022.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Ariano Irpino-Lacedonia Successore
Antonio Forte, O.F.M. 15 luglio 1993 – 10 novembre 1997 Gennaro Pascarella
Predecessore Vescovo di Palestrina Successore
Vittorio Tomassetti 10 novembre 1997 – 24 marzo 2005 Domenico Sigalini
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