Eccidio di Roasio

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Eccidio di Roasio
strage
Il Municipio di Roasio ai cui balconi vennero impiccate 5 delle 22 vittime dell'eccidio.
Tipofucilazione
impiccagione
LuogoRoasio
StatoBandiera dell'Italia Italia
Coordinate45°36′30.79″N 8°17′18.16″E / 45.608552°N 8.288378°E45.608552; 8.288378
ResponsabiliSicherheitsdienst
Reparto non individuato della Repubblica Sociale Italiana
Motivazionerappresaglia
Conseguenze
Morti22

L'eccidio di Roasio è stata una strage nazifascista compiuta a Roasio, in provincia di Vercelli, il 9 agosto 1944 dalla Sicherheitsdienst fiancheggiata dai militi della Repubblica Sociale Italiana[1]. Nel corso delle operazioni furono assassinate complessivamente 22 persone.

Antefatti[modifica | modifica wikitesto]

L'8 agosto 1944 un automezzo tedesco venne attaccato da una squadra partigiana in località Bivio Quattro Strade, nei pressi di Roasio. Nello scontro a fuoco rimasero uccisi un militare tedesco ed un partigiano. Un secondo nazista, gravemente ferito, venne portato all'ospedale di Gattinara dove morì poche ore più tardi.

La strage[modifica | modifica wikitesto]

La mattina del 9 agosto una colonna nazifascista piombò a Roasio per compiere una spietata rappresaglia. Primo obbiettivo furono due cascine poste nelle campagne che vennero date alle fiamme, il tutto mentre gli abitanti furono costretti a disboscare i lati della provinciale. Una volta arrivati a Roasio i nazifascisti iniziarono a rastrellare gli uomini del paese e a saccheggiare ed incendiare le case. Poco dopo un camion proveniente dal carcere di Biella con a bordo una dozzina di ostaggi, presumibilmente partigiani e renitenti alla leva, venne condotto davanti al municipio. In queste fasi uno degli uomini a bordo del camion tentò di fuggire ma venne immediatamente ucciso dai suoi carcerieri presso la scalinata antistante il comune. Poco dopo otto abitanti di Roasio vennero condotti nel medesimo luogo e ivi fucilati. Poco dopo un altro uomo venne trascinato presso i cadaveri in piazza e giustiziato. Nel corso del rastrellamento un'undicesima persona, Celestino Aimone, che si era rifiutata di essere portato via dal suo domicilio venne proditoriamente assassinato dai nazifascisti.

Dei restanti undici ostaggi a bordo del camion cinque vennero impiccati sui balconi del municipio di Roasio mentre gli altri sei furono appesi a dei ganci da macellai ai pali del telegrafo posti a margine della provinciale per Gattinara.

Vittime[modifica | modifica wikitesto]

  • Celestino Aimone
  • Giuseppe Aletti
  • Rodolfo Corrado Barbero
  • Lorenzo Carando
  • Liliano Brovarone
  • Bruno De Angeli
  • Otello Fiore
  • Giacomo Granzotto
  • Antonio Giovanni Carlo Pastore
  • Alfredo Giovanni Pizzo
  • Natale Paolo Taraboletti
  • Carlo Eusebio Domenico Vaccino
  • Mario Guglielmo Vaccino
  • Ignoto
  • Ignoto
  • Ignoto
  • Ignoto
  • Ignoto
  • Ignoto
  • Ignoto
  • Ignoto
  • Ignoto

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Pietro Secchia e Cino Moscatelli, Il Monte Rosa è sceso a Milano: la Resistenza nel Biellese, nella Valsesia e nella Valdossola, Torino, Einaudi, 1958.