Doom (Nayt)

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Doom
album in studio
ArtistaNayt
Pubblicazione29 ottobre 2021
Durata35:36
Tracce12
GenereHip hop
Pop rap
Emo rap
Conscious hip hop
EtichettaVNT1, Columbia, Sony Music Italy
Produttore3D, Gemitaiz, Frenetik&Orang3, Orang3
FormatiCD, LP, download digitale
Certificazioni
Dischi d'oroBandiera dell'Italia Italia[1]
(vendite: 25 000+)
Nayt - cronologia
Album precedente
(2020)
Album successivo
(2023)
Singoli
  1. Mortale
    Pubblicato: 8 ottobre 2021
  2. La mia noia
    Pubblicato: 15 ottobre 2021

Doom è il sesto album in studio del rapper italiano Nayt, pubblicato il 29 ottobre 2021 dalla VNT1 e distribuito da Sony Music Italy. È il secondo di una trilogia conclusasi nel 2023 con l'album Habitat.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Pubblicato ad appena un anno dal precedente Mood, Doom è difatti complementare al suo predecessore chiudendo un cerchio di introspezione e ricerca sonora. Liricamente Doom è un viaggio autobiografico che tratta temi come l'esistenzialismo, l'ansia, i dubbi e gli interrogativi della vita. Un concetto fondamentale del disco è la condanna alla vita, che Nayt, intervistato da La casa del rap, ha spiegato così[2]:

«[...] In questo disco affronto la tematica della condanna della vita. Perché dico “condanna”? Noi non scegliamo né di vivere, né come, o quando, morire e nemmeno di chi innamorarci. Questi sono concetti che mi ripeto spesso.

Non c’è un vero e proprio “controllo” della nostra vita. La nascita, l’amore e la morte possono essere viste come le nostre maledizioni, ma è anche vero che non esistano le verità assolute: è solo questione di prospettiva. Ogni cosa ha il suo contrario, ed è anche per questo che Doom è il contrario di Mood, una condanna potrebbe essere vista come un dono.»

Il lavoro lirico di Doom è un'evoluzione più cantautoriale mantenendo però l'urgenza di scrittura tipica del rap, come spiegato da Nayt stesso:[3]

«Sono andato più in profondità e ho sviscerato dubbi, ansie e domande attraverso temi esistenziali. Si parte dal concetto di “condanna” di vivere, si tocca il fondo, mettendo su le basi per risalire, ripercorrere i passi fatti e andare oltre con una nuova consapevolezza, apertura e maturità. È l’eterna lotta tra amore e paura. La chiave è sempre un’autorialità fortemente personale e introspettiva che punta a risuonare nelle corde di chi ascolta. Nasce dalla necessità di esprimersi, sempre più forte e sempre di più. Mira all’empatia per centrare le emozioni di tutti»

Musicalmente nel disco Nayt continua l'esplorazione sonora iniziata nel predecessore, verso un approccio melodico che si avvicina al pop, ma che risente di influenze soul (Cose che non vuoi sentirti dire), musica progressive (Doom), jazz rap, urban e lofi hip hop (La mia noia, Collane), senza disdegnare il rap più muscolare e vicino ai suoi lavori precedenti (OPSS)[4][3].

In (partenza?) è presente un monologo spoken word incentrato sui concetti di felicità ed infelicità. Riguardo al significato del monologo, Nayt ha dichiarato a La casa del rap:[2]

«Il monologo nasce in maniera istintiva, è il frammento di una conversazione che ho avuto con una persona che per me è un mentore: il mio ex maestro di teatro. Abbiamo avuto questo discussione sulla vita che, per pura coincidenza, risulta essere coerente con il vero senso del disco.»

Copertina[modifica | modifica wikitesto]

La copertina è ispirata al quadro La sepoltura della sardina di Francisco Goya: parlando del motivo riguarda a questa ispirazione, Nayt ha dichiarato:[2]

«[...] Mi sono inspirato a questo artista, in primis, perché mi ritrovo particolarmente nella sua vita incredibile. Una vita tremenda, per certi versi; verso i quarant’anni si ammala gravemente e da questa disgrazia ne esce rimanendone sordo. Da qui parte una seconda fase della sua vita.

Goya iniziò a dipingere in maniera diversa, più cupa e realistica; divenne simbolo di denuncia nei confronti della società. La sepoltura della sardina rappresenta lo svolgimento di una festa ispanica negli giorni del carnevale; la gente si regalava un giorno di follia prima del ritorno alla normalità. All’interno dello stesso quadro ci sono raffigurati la folla (uomini, donne e bambini) e le rappresentazioni della paura: la morte e la guerra, tutti elementi presenti nei testi di Doom

Un'altra ispirazione viene da un altro quadro di Goya, Il sonno della ragione genera i mostri:

«[...]Questo è un quadro che simboleggia il pericolo che vi è nel lasciar che la nostra mente vaghi tra le paranoie, desideri e fantasie senza razionalità, senza controllo. Ed e ciò che genera la follia nell’uomo. Per me fare musica corrisponde all’andare incontro alla follia.»

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

Testi di William Mezzanotte, eccetto dove indicato, musiche di 3D, eccetto dove indicato.

  1. Doom – 2:07
  2. Cose che non vuoi sentirti dire – 2:48 (musica: Davide De Luca)
  3. Mortale – 3:06
  4. La mia noia – 2:51
  5. (partenza) – 7:04
  6. Collane – 3:11 (musica: Frenetik&Orang3)
  7. Tuttok – 1:37
  8. Sorpresa – 2:26 (musica: Orang3)
  9. OPSS (feat. Gemitaiz e Mattak) – 3:43 (testo: William Mezzanotte, Davide De Luca, Mattia Falcone)
  10. (arrivo?) – 1:23
  11. Da zero – 2:31
  12. Ultima confessione – 2:49

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Doom (certificazione), su FIMI. URL consultato il 23 ottobre 2023.
  2. ^ a b c Nayt: "Doom, di nuovo dentro l'animo umano e le sue paure", su lacasadelrap.com, 29 ottobre 2021. URL consultato il 6 aprile 2022.
  3. ^ a b Recensione: NAYT - "Doom", su Newsic.it, 30 ottobre 2021. URL consultato il 6 aprile 2022.
  4. ^ Nayt: "DOOM" recensione, su Rockit.it. URL consultato il 6 aprile 2022.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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