Domizio Torrigiani

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Domizio Torrigiani

Domizio Torrigiani (Lamporecchio, 14 luglio 1876Lamporecchio, 30 agosto 1932) è stato un avvocato italiano, gran maestro del Grande Oriente d'Italia dal 1919 al 1925.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Torrigiani lega il suo nome ad uno dei periodi più difficili della storia della Massoneria italiana: fu eletto gran maestro del G.O.I. il 23 giugno 1919, dopo la fine della prima guerra mondiale e poco prima dell'avvento del fascismo. Succedette nella carica ad Ernesto Nathan.

Massoneria[modifica | modifica wikitesto]

Inizialmente i rapporti tra il Grande Oriente d'Italia di Torrigiani ed il regime fascista furono tutt'altro che conflittuali[1]. Tuttavia con il passare degli anni il regime mutò atteggiamento. Nel 1923 fu stabilita l'incompatibilità dell'appartenenza contemporanea al Partito Nazionale Fascista ed alla Massoneria; nel 1925 il regime attua con maggiore decisione il proprio attacco contro la massoneria italiana: vengono più volte distrutte varie sedi del Grande Oriente d'Italia, viene occupato palazzo Giustiniani, e a novembre entra in vigore la legge che sanziona con il licenziamento tutti gli impiegati pubblici che risultano affiliati a «società segrete»[2]. Torrigiani fu perciò obbligato dal decreto del 22 novembre 1925, a sciogliere tutte le logge massoniche[3].

Contrapposizione al fascismo[modifica | modifica wikitesto]

Già nel 1924 Torrigiani aveva svolto un ruolo nella divulgazione dei memoriali di Filippelli[4] e di Cesarino Rossi[5], vanificando più volte i tentativi di occultare le responsabilità del regime fascista nel delitto Matteotti.

Quando in quel periodo la Massoneria italiana fu accusata di anteporre gli interessi stranieri a quelli italiani[6], Torrigiani rispose inviando direttamente a Benito Mussolini una protesta formale in rappresentanza del Grande Oriente d'Italia, nella quale lamentava le devastazioni fasciste ai danni delle logge massoniche[6], rivendicando al proprio ordine il merito di propugnare idee di libertà, giustizia e indipendenza[7].

L'arresto, il confino e la morte[modifica | modifica wikitesto]

Nell'aprile 1927 Torrigiani, di ritorno dalla Francia, viene arrestato principalmente per ragioni politiche[8]. Inizialmente è tradotto presso il carcere di Regina Coeli, successivamente è inviato al confino dapprima a Lipari, poi a Ponza. Le misure di sicurezza adottate nei suoi confronti erano particolarmente dure e intense; prevedevano infatti vigilanza diurna e notturna con la scorta raddoppiata, pattuglie militari a vigilanza della sua abitazione ed un servizio di pattugliamento marino al fine di evitare qualsiasi tipo di fuga[9].

A Ponza nel 1931, Torrigiani insieme ad altri massoni lì confinati fra cui Bruno Misefari[10], costituisce una nuova loggia aderente al Grande Oriente d'Italia denominata "Carlo Pisacane", per celebrare proprio il patriota che attraccò sull'isola per la cosiddetta spedizione di Sapri[11]. La "Pisacane" assunse il ruolo di Loggia Madre del GOI, considerato che dal 1925 la massoneria in Italia era stata soppressa[10].

Liberato solamente nell'aprile del 1932, si ritrova quasi cieco a causa delle sofferenze patite al confino[12]. Trasferitosi nella sua casa toscana di Lamporecchio, muore il 30 agosto 1932.

"Secondo una ricostruzione del dopoguerra, il feretro poté essere scortato solo da fascisti, essendo proibito a chiunque, pure alla famiglia, di seguirlo. La salma fu cremata all’imbrunire e le ceneri deposte nella cappella di famiglia a Lamporecchio"[13].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Venzi, p.34.
  2. ^ (PDF) La Massoneria dell'esilio di Santi Fedele (PDF), su bicentenario-goi.it. URL consultato il 27-10-2009 (archiviato dall'url originale il 10 maggio 2006).
  3. ^ Venzi, p.60.
  4. ^ Mauro Canali, Cesare Rossi, Il Mulino, 1991, p. 350.
  5. ^ Ibidem, p. 353.
  6. ^ a b Mola, p.524.
  7. ^ Protesta del gran maestro della Massoneria contro le devastazioni fasciste delle logge, Roma, 18 settembre 1924, La Poligrafica Nazionale.
  8. ^ Mola, p.603.
  9. ^ Mola, p.609.
  10. ^ a b Gran Maestri d’Italia 1805-2020: Il diritto e il rovescio della storia del GOI attraverso i suoi massimi esponenti, Mimesis, 2020, p. 206.
  11. ^ La R.L. Garibaldi-Pisacane di Ponza-Hod. una luminosa storia massonica, su ibs.it. URL consultato il 24 febbraio 2022.
  12. ^ Mola, p.605.
  13. ^ Domizio Torrigiani e il suo archivio, di Eugenia Corbino, 2012, p. 8.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Aldo Mola, Storia della Massoneria italiana dalle origini ai giorni nostri, Milano, Bompiani, 2001, ISBN 88-452-4814-3.
  • Santi Fedele, La Massoneria nell'esilio e nella clandestinità. 1927-1939, Franco Angeli, 2005, ISBN 88-464-6526-1.
  • Marco Francini, Gian Paolo Balli, Il Gran Maestro Domizio Torrigiani (1876-1932), Pistoia, C.R.T. Il Tempio, 2004, ISBN 88-88172-26-2.
  • Fabio Venzi, Massoneria e fascismo: dall'intesa cordiale alla distruzione delle logge : come nasce una "guerra di religione," 1921-1925, Castelvecchi, 2008, ISBN 978-88-7615-229-0.
Predecessore Gran maestro del Grande Oriente d'Italia Successore
Ernesto Nathan 23 giugno 1919 - 31 agosto 1932 Alessandro Tedeschi
Controllo di autoritàVIAF (EN3583557 · ISNI (EN0000 0000 4780 340X · BAV 495/326239 · LCCN (ENno2006065966 · GND (DE13054518X · BNF (FRcb16915527c (data) · WorldCat Identities (ENlccn-no2006065966
  Portale Biografie: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di biografie