Domenico Canalella

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Padre Domenico Canalella (Mussomeli, 28 giugno 1914Palermo, 30 luglio 1978) è stato un presbitero e traduttore italiano.

Apparteneva all'Ordine dei Frati Predicatori e si è distinto per aver tradotto alcune opere classiche in siciliano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

A Caltanissetta si dedicò allo studio dei classici e della filosofia ed entrò nel seminario vescovile, dove aderì all'ordine di san Domenico di Guzmán. Nel 1943 venne ordinato sacerdote. Fino al 1958 girovagò per la Sicilia orientale, passando per Acireale, Catania e Messina, poi si trasferì stabilmente a Palermo, dove morì.

Aveva una cultura vastissima e eccelse nella traduzione dei classici. Oltre alla trasposizione del salterio in italiano, tradusse in siciliano prima l'Iliade e l'Odissea di Omero, poi la Divina Commedia di Dante, lavoro per il quale ottenne la Medaglia d'Oro al merito dal Ministero della Pubblica Istruzione.

Inizialmente le sue traduzioni apparvero a puntate su alcune riviste. La Divina Cumeddia è stata pubblicata integralmente solo nel 2004 dalla Nuova Ipsa.

I primi versi della Divina Cumeddia[modifica | modifica wikitesto]

(SCN)

«‘Nt'u mezzu d'u caminu di la vita
‘ntra un voscu scuru iu mi ritruvai,
ca a un trattu la via dritta avia smarrita.

Quantu a diri qual era duli assai
‘stu voscu rampianti e sdirrupusu
tremu a pinsarlu comu ddà trimai!

Lu muriri nun è cchiù dulurusu:
ma pr' addicari a ‘u beni chi ddà cc'era,
di l'antru vistu iu vi dirrò ccà jusu.»

(IT)

«Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.

Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!

Tant'è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch'i' vi trovai,
dirò de l'altre cose ch'i' v' ho scorte.»

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]