Discussione:Memoriale Moro

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COMMISTIONE IMPROPRIA

La voce è impostata su un'improprietà: se il memoriale sono i "temi" assegnati dalle BR al Prigioniero e da lui sviluppati su oltre centocinquanta pagine di bloc-notes, allora è la stesura D (che fotocopia le pagine del bloc-notes, con la grafia di Moro); se il memoriale è la versione che della stesura D ricopiarono in qualche ufficio del Ministero dell'interno nell'ottobre 1978, facendone uscire la stesura C (il dattiloscritto in cui fu dettata la parte "purgata" degli originali sequestrati da Dalla Chiesa a via Monte Nevoso dopo l'irruzione nel covo BR), allora è un classico episodio di disinformazione sul quale la ricotruzione migliore resta la seguente, tratta dalla motivazione della Corte d'Assise d'Appello di Perugia, nella sentenza n. 4 del 13 febbraio 2003 (pp. 52-53):

"Sul punto occorre precisare che fino al 1°.10.1978 sulla stampa italiana si era sempre parlato di un memoriale scritto da Aldo Moro, ma della sua reale esistenza, e soprattutto del suo contenuto, non si sapeva nulla. Della sua esistenza si è saputo solo dopo che nella data suddetta i carabinieri del reparto antiterrorismo, comandato dal Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, penetrarono nella base delle Brigate Rosse, sita in Milano in via Montenevoso, dove vennero arrestati alcuni capi delle brigate rosse e fu trovato molto materiale documentale. Quanto al suo contenuto, le prime notizie erano comparse sulle pagine dei giornali, e precisamente su “La Repubblica” del sei e sette aprile 1978, mentre il governo aveva divulgato il documento nella sua interezza, secondo quello che viene definito memoriale Moro 1978, in data 18.10.1978. Ora, se si leggono gli articoli in questione e quello scritto da Carmine Pecorelli su OP del 17.10.1978, distribuito nelle edicole il 10.10.1978, dal titolo “il filo rosso”, si nota, evidenziano i primi giudici, che nell’articolo scritto da Carmine Pecorelli si fa cenno ad una circostanza fino ad allora inedita e che troverà conferma, con la scoperta, nello stesso covo delle Brigate Rosse, di un’altra versione del memoriale, il 9.10.1990: la presenza in via Monenevoso di un manoscritto di Moro di circa 150 fogli (invero se si sommano le parti inedite del 1978 e quelle edite si raggiunge all’incirca il numero di 150 pagine). Parimenti se si leggono gli articoli “Non c’è blitz senza spina” e “il memoriale: questo è vero questo è falso”, pubblicati nello stesso numero di OP, si osserva che viene data la notizia del ritrovamento di lettere inedite di Aldo Moro che verranno ritrovate nell’anno 1990, sempre in via Montenevoso, e si fa una cernita delle affermazioni fatte da altri giornali sul contenuto del memoriale Moro sulla base di notizie avute da un informatore dello stesso Carmine Pecorelli (con ciò si ha contezza, per la stessa voce di Carmine Pecorelli, del fatto che egli poteva arrivare a fonti informative in grado di conoscere notizie sui documenti di Aldo Moro)".

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