Discussione:Malattia da siero

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La definizione

"Per malattia da siero in campo medico, si intende una risposta anomala del sistema immunitario alla nuova esposizione del corpo ad un determinato antigene che in precedenza (circa 2-3 settimane prima) lo stesso individuo era stato sensibilizzato"

è sbagliata.

La malattia da siero differisce dalla maggior parte delle altre forme di ipersensibilità proprio per il fatto che a provocarla basta una sola iniezione di antigene. Come osservò oltre 100 anni fa von Pirquet, la malattia si manifesta infatti tra 7 e 14 giorni dopo la somministrazione di un antigene (per es. le proteine contenute nel siero di cavallo somministrato a scopo terapeutico) e questo intervallo temporale, che Pirquet chiamava "Zeitfaktor", veniva spiegato col fatto che questo è di solito l'intervallo richiesto per la formazione di anticorpi in risposta a una iniezione di antigene. La malattia da siero è infatti una malattia da immunocomplessi antigene-anticorpo dove l'antigene (per es. le proteine del siero di cavallo) è stato somministrato in alte dosi e persiste, e gli anticorpi si formano progressivamente e si legano all'antigene creando appunto i complessi antigene-anticorpo. Nel caso i soggetti fossero stati già trattati in precedenza con siero, e quindi questa volta sì ci fosse stata una "nuova esposizione", la reazione apparirebbe non in 7-14 giorni, ma in 3-4 giorni o perfino, sia pure eccezionalmente, anche subito. F.chiodo (msg) 03:27, 26 mar 2009 (CET)[rispondi]

Aihme, che ti posso dire? Le fonti (il Segen della Mc Graw Hill e il Mosby della Piccin) dicono esattamente quello che ho scritto (2-3 settimane, riesposizione, ecc) se affermi che le fonti siano sbagliate semplicemente parlami delle tue fonti (pubmed o libro specifico), anzi faresti un favore anche a me, perchè quando un libro di medicina fornisce dati inesatti è un problema. Quando parlo di "malainformazione sanitaria" intendo anche questo. Il mio libro di immunologia parla solo di quelle sperimentali, ma non fornisce la definizione base, che ovviamente serve nella voce. Controllo qualche articolo sul pubmed--AnjaManix (msg) 13:52, 26 mar 2009 (CET)[rispondi]
Trovato fonti e sistemato, ho lasciato la nota delle 2-3 settimane in quanto avevo trovato anche un articolo sul pubmed che parlava di 21 giorni dalla somministrazione (3 settimane). Mi dispiace che il libro sia inesatto, quando scopro cose del genere ci rimango male (e mi viene da dire: siamo sicuri al 100% vero?)--AnjaManix (msg) 14:29, 26 mar 2009 (CET)[rispondi]
Certo che sono sicuro al cento per cento! Sono laureato in medicina da 22 anni, ho una specializzazione, un dottorato, e non mi permetterei mai di scherzare su certi argomenti. Dubito che su un testo di medicina vengano dette sciocchezze. Ma poiché non si sa mai, ti prego di darmi dei riferimenti bibliografici precisi: trascrivi il testo e riporta edizione e pagina. F.chiodo (msg) 18:35, 26 mar 2009 (CET)[rispondi]
(preciso: Non per te ci mancherebbe ma per il testo che mi dispiace) per le modifiche ovviamente vanno tutte benissimo, per i testi di medicina errati ti segnalo il Segen (tutti i dati li vedi in crono) p. 435. (il che come dici ha preso una cantonata pazzesca, andrà a finire che mi dovrò lamentare con la casa editrice) Solo una cosa: anche se ci stai lavorando per il momento hai eliminato il lasso temporale (meno di 24 ore - 2-3 settimane) hai intenzione di re-inserirlo? Grazie del lavoro che stai facendo.--AnjaManix (msg) 22:58, 26 mar 2009 (CET)[rispondi]


Confermo nche si tratta di una definizione sbagliata

E' una patologia mediata da immunocomplessi, ma non è necessariamente scatenata dall'esposizione ad immunoglobuline esogene. E' frequentemente associata a farmaci ed anche post virale. Il tempo di latenza classico è 21 giorni ma è sufficiente anche meno

andrebbe riscritta tutta la prima parte della voce