Discussione:Golden Lady Company

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Cos'è questa voce?

A me sembra un volantino da visite in fabbrica...Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 95.235.0.20 (discussioni · contributi).

concordo, in effetti c'è un {{P}}, il passo successivo è rimediare :)--Shivanarayana (msg) 10:59, 3 gen 2012 (CET)[rispondi]

decisamente imparziale

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pieno di frasi ad effetto assolutamente da censurare, poichè non in linea con i dettami di una enciclopedia multimediale mondiale libera ed imparziale. A meno che i gestori di Wikipedia non ritengano che sia tempo di rinunciare ad una di queste caratteristiche. In questo caso è una pubblicità on-line, ma ritengo giusto che tutti noi possiamo farlo per le nostre attività private, senza censura, giusto? Detto questo, la notizia dovrebbe essere scritta in serbo, ormai...

Volantino pubblicitario

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Ma l'articolo lo ha scritto l'Ufficio Pubbliche relazioni della Golden Lady? Il suo reparto marketing? Questa è un' "enciclopedia" non una brochure pubblicitaria! Richiesto l'intervento del moderatore affinché l'articolo, così come presentato, venga rimosso.

Da marzo 2012, 239 operaie della “Omsa” di Faenza, gruppo Golden Lady, rimarranno senza un lavoro per la decisione di delocalizzare la produzione in Serbia. Il web insorge: “Mai più Omsa”, “Boicotta Omsa” e “A piedi nudi! Io non compro Omsa e Golden Lady finché non riassumono”, sono i gruppi e le pagine che acquisiscono sempre più utenti.

- Gianenrico Atzori – 4 gennaio 2012 – Il 27 dicembre 2011 un fax ha comunicato alle operaie della Omsa di Faenza il loro licenziamento al termine del periodo di cassa integrazione, che terminerà nel marzo 2012. Questa è la decisione del colosso Golden Lady, proprietario del marchio Omsa, che, quindi, a partire dal 14 marzo 2012, procederà con la consegna delle lettere di licenziamento per duecento trentanove operaie.

Alla base della decisione del patron mantovano di Gloden Lady e Omsa, Nerino Grassi, c’è la volontà chiara e lampante di delocalizzare la produzione in Serbia, naturalmente per una pura questione di profitto legata al basso costo della manodopera. Il tutto avverrà, salvo interventi straordinari che ci si augura verranno presi nelle sedi opportune, stracciando gli accordi che l’azienda aveva preso con i sindacati prima di accedere alla cassa integrazione straordinaria ottenuta dal Ministero del Welfare per le difficili condizioni in cui versava l’azienda.

In attesa di prese di posizione e confronti sul tema a livello istituzionale, con i sindacati che hanno già chiaramente parlato di una provvedimento “provocatorio e arrogante”, un segnale forte di vicinanza alle lavoratrici arriva dalla rete. Se già nel maggio 2010 l’Italia dei Valori aveva invitato a boicottare i prodotti di Grassi, il 31 gennaio 2012 è in programma un evento che prende il nome di “Mai più Omsa”, volto a boicottare le vendite del più famoso marchio di calze, e non solo, in Italia. L’idea è stata di Massimo Malerba, ed è stata rilanciata anche sul “Post viola”, il blog ufficiale del Popolo Viola. Tante sono le adesioni, già oltre le ventimila, di persone che, attraverso il click sul bottone “parteciperò”, si impegnano a non acquistare prodotti degli otto brand del gruppo Golden Lady, Omsa, SiSi, Filodoro, Philippe Matignon, NY Legs, Hue, Arwa e Golden Lady, e ad invitare all’evento altri dieci amici con lo slogan: “Continueremo fino a che la Omsa non darà la garanzia di un posto di lavoro stabile per ciascun lavoratore e lavoratrice”. E il ritmo di crescita dell’adesione al progetto è impressionante, con decine di nuove entrate ogni minuto circa. Nel frattempo i dipendenti dell’azienda, che da mesi mettono in scena rappresentazioni teatrali per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema, riscuotono sempre più simpatia sui social network.

Anche la pagina “Boicotta Omsa” ha in pochi giorni richiamato numerose adesioni e “mi piace”, riportando in bacheca interviste e commenti di lavoratrici e politici a sostegno della vertenza, e di uomini e donne che esprimono solidarietà. Il gruppo “A piedi nudi! Io non compro Omsa e Golden Lady finché non riassumono”, fondato da Alessandra Mallamo, è arrivato oltre i novemila iscritti e nelle sue note di descrizione riporta le ragioni dell’iniziativa: “320 operaie e 30 operai della Omsa perdono il posto di lavoro perché il mantovano padron Nerino Grassi, proprietario del colosso, ha deciso di licenziare, chiudere lo stabilimento in Emilia e delocalizzare il Serbia, solo per questioni di profitto. Facciamo crollare le vendite in Italia contro quest’ingiustizia!”.

Indignazione dunque, quella che aleggia nel web e che, si spera, possa contribuire a spingere i poteri istituzionali e politici ad affrontare la questione tentando di evitare che molte persone finiscano con il perdere il loro posto di lavoro. Ciò anche perché, come si dovrebbe ricordare, la Costituzione Italiana recita: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro

Riequilibrio

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Per rendere un po' più imparziale (e un po' più presentabile) la voce ho aggiunto il paragrafo "Controversie" e ho eliminato quella suddivisione in periodi del paragrafo "storia" che oltre a essere inutile faceva troppo brochure dell' Ufficio Pubbliche relazioni. inoltre ho tolto qualche riga che secondo me era ripetitiva.