Discussione:Battaglia di Montebello (1859)

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Revisione della voce[modifica wikitesto]

Ho revisionato la voce, che era senza fonti, eliminando la parte iniziale fuori contesto trattando della seconda guerra d'indipendenza italiana, della cause politiche della guerra, ecc. tutti argomenti ampiamente trattati con fonti nella voce specifica. Per quanto riguarda invece l'argomento della battaglia ho cercato di fornire fonti quante più possibile alla voce cambiandone la forma che non seguiva le linee guida di wikipedia. Data la mole delle informazioni senza fonti parcheggio qui di seguito il corpo principale della vecchia versione della voce, di modo che chiunque rintracci fonti che non sono riuscito a trovare può reinserire parti di testo. Ho anche estrapolato la voce Ordine di battaglia della battaglia di Montebello (1859) dalla voce principale come per altre importanti battaglie.

Testo del corpo della vecchia versione in attesa di fonti:

A seguito di questa battaglia, i piemontesi si distinsero talmente che venne istituito un nuovo reggimento di cavalleria, che ancora oggi è attivo, con il nome Lancieri di Montebello, unico reggimento che ha preso il nome da una battaglia.

Dal punto di vista strettamente militare, questa battaglia è importante per numerose ragioni: si trattò, infatti, del primo scontro tra i più moderni e potenti eserciti dell'epoca, che utilizzarono nuovi tipi di armi (come i fucili e i cannoni rigati) e nuove soluzioni tecniche (il telegrafo per le comunicazioni sul campo di battaglia) e logistiche (l'uso della ferrovia per il trasporto rapido delle truppe). Inoltre ci fu anche un utilizzo moderno della cavalleria: i cavalleggeri piemontesi, infatti, con numerose cariche e azioni di disturbo, agganciarono il nemico e ne ritardarono l'avanzata in attesa dell'arrivo della propria fanteria. Anche l'utilizzo di queste ultime fu più moderno, con tattiche di assalto innovative basate su un breve e intenso fuoco delle artiglierie francesi seguito da una rapida avanzata delle colonne della fanteria di linea.

Il campo di battaglia

Il teatro dello scontro fu un'ampia fascia di territorio in Oltrepò pavese,delimitata a sud-ovest dagli ultimi speroni appenninici degradanti verso la pianura, su cui sorgevano i centri abitati di Casteggio, Genestrello e Montebello della Battaglia; a ovest scorreva lo Staffora, un corso d'acqua torrentizio che attraversava gli abitati di Voghera e Oriolo; a nord, infine, si distendeva la pianura, con ampi coltivi di riso e frumento, con un reticolo di piccoli corsi d'acqua e canali d'irrigazione che ritardavano le marce di fanteria e cavalleria, e rendevano difficoltoso il passaggio delle artiglierie e delle salmerie. Il territorio era inoltre attraversato dalla rotabile che collegava Pavia e Voghera e, un poco più a nord, dalla nuova linea ferroviaria la seguiva quasi parallela. Un territorio per la maggior parte pianeggiante, dunque, dominato dai centri abitati collinari, come Casteggio e Montebello della Battaglia, che assunsero nel corso della battaglia un importante ruolo strategico.

L'arrivo degli austriaci

La battaglia fu preannunciata già nei giorni precedenti, quando numerose pattuglie di ussari del 12º Reggimento guidato dal Feldmarschalleutnant Franz Haller, si erano spinte verso Montebello della Battaglia in avanscoperta per guardare il terreno dell'imminente battaglia. Questi finirono invece contro gli avamposti piemontesi e furono respinti verso Casteggio, da dove dovettero ritirarsi a causa della sollevazione della popolazione, aiutata da uno squadrone dei Novara, che uccise alcuni dei loro, tra cui un ufficiale.

L'inizio della battaglia venne fissato per il 20 maggio, giorno in cui l'armata austriaca avrebbe mosso in avanti, suddiviso nelle tre colonne di marcia, in direzione sud-ovest. Le tre colonne austriache erano divise in questo modo:

  • La colonna centrale era formata da due brigate della prima divisione del V corpo austriaco, la brigata Gaal e la brigata Bils. La prima si sarebbe mossa in direzione di Casteggio lungo una strada alberata, la seconda avrebbe seguito un'altra strada parallela un poco più a est.
  • La colonna di sinistra era composta dalle brigate Schaffgotsche e Braum della seconda divisione del V corpo austriaco. Le due brigate dovevano muoversi percorrendo la Via Postumia (la via Emilia collegava Rimini con Piacenza e a Piacenza si fermava, intersecandosi con la via Postumia che collegava Genova ad Aquileia). Perciò la colonna Austriaca poteva percorrere solo la via Postumia per arrivare sul campo di battaglia.
  • La colonna di destra era formata dalle brigate Prinz von Hessen e Bils, unita a tre squadroni di ulani del reggimento Re delle Due Sicilie, che si doveva muovere più a nord parallelamente alla colonna di sinistra, per prevenire eventuali contrasti dei francesi, che si pensavano in posizione più arretrata vicino Alessandria.

Nella prime ore della data stabilita, le unità austriache erano pronte a muovere, e si diressero prima nell'abitato di Santa Giuletta, quindi mossero ancora in avanti verso Casteggio, secondo i piani stipulati.

L'inizio della battaglia

Quando le vedette piemontesi, dalle alture di Casteggio, iniziarono a vedere le colonne austriache erano circa le 11:30 del mattino. Fu dato così l'allarme nel momento in cui gli ussari finivano contro gli avamposti dei cavalleggeri piemontesi del primo squadrone di Novara. Questi si ritirarono nel paese e, aiutati dai volontari armati, organizzarono la difesa del paese proteggendosi con le case e dietro alcune barriere poste ad ostruire la strada principale. Inizialmente la difesa ebbe successo, anche perché gli austriaci non si aspettavano una reazione così decisa. La pressione nemica era molto grande ed ogni momento aumentava per l'arrivo continuo dei nuovi reparti; a seguito della distruzione delle barricate a causa dei colpi di cannone, lo squadrone dovette battere in ritirata contrastando il nemico a colpi di carabina. Nel frattempo era giunto anche il terzo squadrone di Novara. I due squadroni decisero di alzare una nuova linea difensiva lungo il torrente Coppa, ma essendosi avvicinati troppo i cannoni nemici, anche questa linea fu presto abbandonata. Gli austriaci, vedendo questa seconda ritirata, iniziarono a prendere coraggio e cercarono di caricare i cavalleggeri, che tuttavia reagirono con i loro moschettoni. Seguì un furioso combattimento in cui gli squadroni di Novara effettuavano cariche di contenimento solo per ritardare l'avanzata nemica. All'una, circa due ore dopo l'inizio della battaglia, i piemontesi si ritirarono.

L'occupazione di Montebello

A seguito la brigata Schaffgotsche, superò Casteggio e proseguì lungo la strada principale, anche se sempre disturbati dai cavalleggeri sardi, fino ad arrivare a Montebello della Battaglia e occuparla; la brigata si posiziono in posizione di ventaglio tra il paese e Genestrello. Dietro, la brigata Braum rimase in posizione arretrata a Casteggio. L'avanzata degli austriaci però si era fatta progressivamente più difficile e lenta, sotto gli attacchi degli squadroni piemontesi, infatti tra le colonne incominciò a mancare sempre più coesione e si sgranavano lungo la strada, lasciando grossi varchi tra un'unità e l'altra, da cui attaccavano i cavalleggeri sardi. Già in questa fase della battaglia le due brigate apparivano disperse lungo un fronte troppo ampio da essere difeso.

La colonna centrale intanto che all'inizio dell'operazione era discesa su Casteggio con la brigata Gaal e la brigata Bils si muoveva in maniera molto lenta. La seconda delle due brigate, in particolar modo, era rimasta notevolmente indietro. All'inizio del pomeriggio la brigata Gaal era sparsa poco a nord di Casteggio, mentre la brigata Bils era ancora più arretrata a Robecco. Nel frattempo la brigata Boer era rimasta in copertura per proteggere una possibile ritirata.

Anche a nord i cavalleggeri sabaudi avevano impegnato notevolmente la colonna di destra, che procedeva in maniera molto lenta in direzione di Voghera senza mai raggiungerla, e si fermarono invece lungo un piccolo corso d'acqua poco distante dal paese. La manovra di queste brigate era sempre disturbata dai cavalleggeri piemontesi che li costrinsero a disporsi in maniera sparsa lungo la direttrice di marcia. Lo scontro durante la mattinata anche a nord era di tipo disorganico, con gli austriaci che procedevano lentamente cercando di ricompattarsi ad ogni attacco della cavalleria sabauda, che cercava di sfruttare ogni varco formatosi nella marcia per caricare le linee nemiche.

L'obbiettivo dei cavalleggeri infine su tutto il fronte fu raggiunto con numerose perdite: rallentarono molto l'avanzata austriaca, guadagnando tempo prezioso per permettere alle truppe francesi di organizzarsi e intervenire nella battaglia con la divisione appostata a Voghera. Inoltre al momento culminante della battaglia, la colonna di destra posta a nord, era ormai fuori dalla zona principale dello scontro, che si sarebbe sviluppata tra Genestrello e Montebello della Battaglia.

L'avanzata francese

A Voghera, dunque, risiedeva la divisione comandata dal generale Élie Frédéric Forey, parte del primo Corpo d'armata francese. Egli, già avvisato verso mezzogiorno dell'avvistamento delle truppe austriache, intuì che se le avanguardie austriache erano così vicine a Voghera, esse facevano parte della punta avanzata di una forza nemica molto consistente. Anche se non conosceva la situazione e quanti nemici avrebbe incontrato, il generale ordinò immediatamente alla sua divisione di muoversi in assetto di battaglia con i cannoni, in direzione di Montebello della Battaglia, contando sul fatto che le truppe imperiali fossero stanche per la giornata di marcia e gli attacchi continui dei cavalleggeri piemontesi. Si diresse, alla testa di un distaccamento, verso gli avamposti al corso d'acqua di Fossagazzo, riunendo il maggior numero di truppe che trovava per la strada.

Il comandante della cavalleria piemontese, saputo che i francesi si stavano muovendo, raggruppò nel frattempo gli squadroni del reggimento di Novara a nord di Genestrello per guadagnare altro tempo. Così appena la colonna austriaca, preceduta dagli ussari di Haller, sbucarono dal colle di Montebello della Battaglia proseguendo nell'avanzata lungo la Via Postumia, fu ordinata la carica sul nemico che offriva il fianco scoperto. Questa respinse gli ussari dell'avanguardia, ma i fanti che li seguirono ebbero il tempo di organizzarsi e resistettero alla furia dei cavalleggeri, i quali, passato l'impeto iniziale, furono costretti a ritirarsi per riordinarsi. Le colonne austriache così si rimisero in marcia e ancora una volta due mezzi squadroni di Monferrato arginarono l'avanzata attaccando da est. Dopo questi attacchi, i cavalleggeri, provati dalla difficile lotta, si ritirarono dietro il Fossagazzo, aiutati da un'ultima carica di una trentina di cavalieri. Proprio in quel momento il primo battaglione francese si poteva vedere sulla Via Postumia e questo fu attaccato da due battaglioni austriaci. Nonostante l'inferiorità numerica, quel battaglione sostenne l'attacco imperiale grazie al valore del suo comandante e al soccorso che gli fu portato dai cavalleggeri piemontesi. Infatti questi ultimi caricarono uno squadrone di ussari e dopo averli messi in funga attraversarono il Fossagazzo per caricare la fanteria nemica sull'altra sponda. Conclusa quest'azione i fanti francesi attraversarono il canale e insieme ai due mezzi squadroni di Monferrato crearono una linea difensiva.

Nel frattempo il comandante imperiale aveva dato l'ordine di fermare l'avanzata, rinunciando a raggiungere Voghera, essendo necessaria una sosta per riordinare le unità. Egli pensava che le truppe francesi fossero ancora lontane e non si curò della dispersione delle sue forze. Al contrario le truppe alleate, benché inferiori di numero, si stavano raccogliendo rapidamente sulla via Postumia ai piedi della collina di Genestrello, acquisendo una superiorità numerica locale, che il generale Forey sfruttò attaccando immediatamente il paese. Così poco dopo le 14:00, senza attendere il grosso della sua divisione, iniziò l'attacco: i battaglioni francesi si disposero in dense colonne di attacco e iniziarono a risalire il colle. Ma le cose non andarono come sperato, infatti in supporto dei difensori era giunto un altro battaglione che si era accorto dell'attacco francese e che li attaccò sul fianco costringendoli alla ritirata. In quel momento la posizione dei francesi era molto difficile, la loro artiglieria era posizionata più in basso di quella austriaca e non poteva essere usata, inoltre erano racchiusi sulla Via Postumia in mezzo alle truppe imperiali schierate sulla ferrovia e quelle che si trovavano sul colle di Genestrello. Gli austriaci avrebbero avuto l'occasione di contrattaccare i francesi, facendoli ritirare facilmente a Voghera. Ma essendo così estesi nel fronte e la grossa confusione che c'era tra le colonne impedirono di ricevere i rinforzi e così l'occasione sfumò e tornò a favore degli alleati. Inoltre in favore di questi ultimi c'era anche l'opportunità di far giungere nuove truppe velocemente con l'utilizzo della ferrovia. Così in breve tempo il generale francese si ritrovò con quattordici battaglioni riposati pronti alla conquista del paese.

Forey predispose questa volta l'attacco con maggiore preparazione: furono trasportati a mano i cannoni sopra una collina dal quale incominciarono a colpire con molta precisione - grazie alla tecnologia dei nuovi cannoni rigati - le posizioni nemiche. Il generale si pose alla testa della brigata e ordinò di avanzare su Genestrello. Questa volta gli austriaci non riuscirono ad arrestare i francesi e, dopo una piccola resistenza, cedettero ritirandosi su Montebello. Inoltre un battaglione di granatieri imperiali, inviato in ritardo in supporto, fu caricato dai cavalleggeri di Novara e arrivò troppo tardi al paese. Genestrello fu conquistata, e il generale pensò di non dare tregua alle armate imperiali continuando immediatamente l'avanzata.

L'attacco decisivo a Montebello

A questo punto il numero superiore degli austriaci fu un vantaggio annullato per la maggiore coesione e mobilità delle truppe francesi. Sul lato destro le truppe imperiali erano avanzate leggermente ma furono costrette a fermarsi dalla reazione delle forze alleate della brigata Blanchard e dei cavalleggeri piemontesi. Le colonne austriache a nord continuavano a essere attaccate dalle incursioni dei cavalleggeri sardi ed erano tanto disperse da non poter dare appoggio alla colonna di sinistra, unica che era riuscita ad arrivare agli obbiettivi prestabiliti ma che ora si trovava sotto assedio dei francesi a Montebello della Battaglia. A fronteggiare l'avanzata francese erano rimasti i reparti già provati dalla precedente battaglia della brigata Schaffgotsche e le unità delle brigate Graal. Essi si erano disposti su linee difensive in sequenza, mentre la riserva era posta più a est del paese. Inoltre tra le colline di Montebello della Battaglia e di Casteggio si trovava la riserva imperiale, mentre il grosso della brigata Braum si trovava ancora a Casteggio e non fu impiegata nella battaglia. Tutte le altre unità erano troppo distanti dal luogo del conflitto.

Forey si trovava in un'ottima posizione e così incaricò dell'attacco al generale Beuret, il quale ordinò i suoi uomini su tre colonne d'attacco:

  • La colonna di destra era composta dal 17º reggimento Chasseurs e da due battaglioni del 74° de ligne e avrebbe attaccato da sud- ovest.
  • La colonna centrale era costituita da un battaglione dell'84º reggimento e dal terzo battaglione del 74° di linea e avrebbe marciato al margine occidentale di Montebello della Battaglia
  • La colonna di sinistra era formata dai due rimanenti battaglioni dell'84º reggimento de ligne e avrebbe attaccato dalla Via Postumia per cercare di entrare dal lato nord della cittadina.

Alle 16.30 circa Forey ordinò l'attacco, ma, tuttavia, non ebbe il successo sperato poiché l'artiglieria rigata fu mossa in ritardo in posizione a causa delle cattive condizioni del terreno e non era riuscita a dare un adeguato appoggio alle truppe. Così i francesi si ritirarono per riorganizzarsi, mentre l'esercito austriaco ne approfittò per barricarsi nelle case del paese, nella chiesa e nel cimitero. Circa mezz'ora dopo l'artiglieria rigata era in posizione e tutto era pronto per un nuovo assalto. I francesi incominciarono a risalire la collina respingendo le truppe imperiali all'interno del paese. La resistenza era forte e concentrata, specialmente nel lato sud- occidentale del paese, ma dopo un lotta molto accanita, gli austriaci furono costretti a iniziare a ritirarsi a nord di Montebello della Battaglia. Ma anche da quel lato la colonna di sinistra alleata incominciò ad avere la meglio sulle truppe nemiche fino a restringere la resistenza solo al perimetro del cimitero, che dopo un combattimento corpo a corpo, fu conquistato catturando centinaia di prigionieri tra cui molti ufficiali. Nella battaglia perse la vita il generale Beuret, molto amato dai suoi soldati. Questo fece diventare la battaglia molto più feroce e si incominciò a non fare più prigionieri. Le truppe austriache incominciarono a scappare, sotto i colpi delle artiglierie francesi. La battaglia si stava volgendo al termine.

Essendo le altre colonne austriache troppo lontane dal campo di battaglia, fu dato l'ordine di ritirarsi, con la convinzione di essere attaccati da forze nettamente superiori alle loro e ritenendosi soddisfatti di aver resistito per tutta la giornata alle offensive dei franco- piemontesi. Montebello della Battaglia era conquistata, e le forze alleate si resero conto solo a posteriori di aver combattuto in gravi condizioni di inferiorità numerica, e questo portò un grande orgoglio nel aver battuto un nemico molto superiore di numero, così Forey consigliò di non inseguire le truppe in ritirata e di non avanzare oltre il paese appena conquistato.

La fine dello scontro

La battaglia durò nove ore e gli austriaci, protetti dalle unità della colonna a nord e della brigata Braum ferma a Casteggio, si ritirarono in ordine, senza essere disturbati dagli alleati vittoriosi. Infatti la cavalleria piemontese era troppo provata per le continue cariche mattutine e per le numerose perdite ed era inutilizzabile. Mentre i fanti francesi, che avevano sopportato il maggior carico della battaglia, affrontando il grosso delle formazioni nemiche, avevano sofferto molte perdite, comprese tra gli ufficiali. Quindi essendo stanche le truppe, la nuova coscienza dell'inferiorità numerica e la mancanza di una cavalleria fresca da lanciare all'inseguiento del nemico furono i motivi principali che convinsero le truppe franco- piemontesi a fermare l'avanzata. Così gli austriaci superato Casteggio si diressero oltre il Po verso Pavia, nelle basi da dove erano partiti. Allo stesso modo i francesi si ritirarono verso Voghera, dopo aver lasciato acceso a Montebello della Battaglia i fuochi dell'accampamento per ingannare i nemici.

Paradossalmente nessuna delle due fazioni aveva compreso la reale consistenza numerica dell'avversario: i franco- piemontesi sapevano di essere in inferiorità numerica ma non pensavano che erano quasi un terzo del nemico. Allo stesso modo gli austriaci credevano di aver combattuto contro l'intero corpo d'armata di Baraguay d'Hilliers e non solo di una delle sue divisioni. In ogni caso la battaglia era costata molto ad entrambe le parti.

--Xerse (msg) 18:52, 9 giu 2018 (CEST)[rispondi]

[@ Xerse] Voglio farti i miei complimenti per la tua revisione, è un piacere leggere testi così ben scritti. Solo due cose: mi sembra che la pagina ancillare da te creata sia poco in vista: meriterebbe un posizionamento all'interno del corpo del testo (altrimenti rischierebbe, a mio parere, di non essere notata); poi forse si potrebbe citare il Reggimento "Lancieri di Montebello" (8º) in un'ipotetica sezione curiosità: se è l'unico reggimento a prendere il nome da una battaglia meriterebbe almeno una menzione. Per il testo senza fonti posso ipotizzare sia la battaglia di Montebello di Gianni Lomellini? Da opac-sbn sembrerebbe l'unico testo: http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?Invia=Cerca&saveparams=false&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&select_db=solr_iccu&do_cmd=search_show_cmd&searchForm=opac%2Ficcu%2Ffree.jsp&db=solr_iccu&nentries=1&rpnlabel=+Tutti+i+campi+%3D+battaglia+di+montebello+%28parole+in+AND%29+&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2B%2540attr%2B1%253D1016%2B%2540attr%2B4%253D6%2B%2522battaglia%2Bmontebello%2522&&fname=none&from=9 . Buona serata --CansAndBrahms (msg) 23:35, 20 giu 2018 (CEST)[rispondi]
[@ CansAndBrahms] Grazie per i complienti (che fanno sempre piacere). Hai fatto bene ad evidenziare la pagina dell'ordine di battaglia. Per quanto riguarda il Reggimento Lancieri, purtoppo non ne conosco la storia e quindi non so quando e come nacque in ricordo della battaglia. Se qualcuno dovesse rintracciare qualche fonte a riguardo potrà aggiungere la notizie nel paragrafo "Commemorazioni" che potrebbe cambiare nome in "Eredità culturale" o qualcosa di simile. D'altronde tutte le battaglie della guerra del 1859 furono ricordate da Francia e Italia nei decenni successivi: nei giornali dell'epoca le commemorazioni si sprecano. Per il testo senza fonti qualsiasi pubblicazione va bene, purché affidabile e citata con precisione.--Xerse (msg) 13:30, 21 giu 2018 (CEST)[rispondi]
[@ Xerse] Vedo di documentarmi per quanto riguarda il Reggimento Lancieri di Montebello. Intanto sono risalito alla sandbox dell'utente che ha apportato gli ampliamenti che hai citato alla pagina. La bibliografia utilizzata sembra questa:
  • Fiorentin F., Montebello, 20 maggio 1859, Milano, Ritter, 2011.
  • Piero Pieri, Storia militare del Risorgimento, Torino, Einaudi, 1962.
  • Giuseppe Massari, Rassegna Politica in Rivista Contemporanea, Volume 17, p. 271- 272.
  • Marziano Brignoli, Montebello: 20 maggio 1859 in Le grandi battaglie della storia, Volume 3.
  • Eva Coti Zelati, Contributo Cremasco alla prima vittoria della Guerra D’Indipendenza in Insula Fulcheria, numero 41, p.34- 49.

--CansAndBrahms (msg) 10:05, 24 giu 2018 (CEST)[rispondi]